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Esprimo soddisfazione nel veder materializzarsi un risultato concreto. Con il nuovo Regolamento sociale, la Città di Lugano, nel prossimo futuro, sarà più generosa con coloro che vivono una situazione di difficoltà finanziaria.

Lugano è storicamente una città sensibile e attenta ai cittadini meno favoriti. E a questo proposito vi invito a consultare la pubblicazione “Istituti sociali Comunali della Città di Lugano 1910-2010: 100 anni di solidarietà” che documenta in modo inconfutabile l’agire delle autorità comunali in favore dei più bisognosi. Un agire dettato da quel necessario desiderio di adattarsi sempre alle mutevoli situazioni della nostra società. La società cambia, evolve in maniera dinamica e con essa devono evolvere gli strumenti a disposizione delle istituzioni per intervenire in sostegno dei cittadini più deboli.

Ma come essere utili al prossimo intervenendo con saggezza? Qui nascono le discussioni e le visioni politiche spesso contrapposte. In primo luogo ritengo fondamentale prendere atto che alla base di qualsiasi politica sociale vi sia la creazione di ricchezza. Colui che è forte può e deve aiutare colui che è più debole mentre difficilmente due deboli possono aiutarsi in maniera risolutiva. È inoltre sbagliato e diseducativo intervenire dove non vi sia la comprovata necessità, quindi sperperando in maniera poco logica soldi di altri cittadini. La prima missione della socialità deve essere quella di spronare l’orgoglio e il piacere all’autosostentamento. Una socialità pronta a puntellare laddove necessario, ma che vuole incentivare al riscatto di ogni singolo cittadino, che abbia la possibilità di essere autonomo e quindi indipendente da aiuti esterni. Questo aspetto educativo è fondamentale, soprattutto oggigiorno dove è assolutamente troppo facile condurre una vita ben al di sopra delle proprie possibilità, questo grazie alla facilità con cui ci si può indebitare dando poi per scontato che comunque qualcuno (quindi lo Stato) prima o poi interverrà. L’aiuto sociale non deve diventare un automatismo, un qualcosa di acquisito, un diritto che può essere preteso senza alcuna contropartita.

Questi principi, che vogliono garantire a tutti i cittadini l’uguaglianza nelle condizioni di partenza che è ben diversa dall’uguaglianza degli esiti, sono veri e propri capisaldi della politica sociale sviluppatasi in cento anni di vita degli Istituti Sociali Comunali e sono stati codificati già nella prima versione del Regolamento sociale datata 2007 e si ritrovano tuttora in questa proposta di modifica.
La ragione d’essere degli aiuti sociali elargiti dal comune sulla base del regolamento sulle prestazioni comunali in ambito sociale è quella di intervenire in modo mirato laddove sussistano comprovate necessità finanziarie. Non spetta al nostro livello istituzionale prendersi a carico il completo sostentamento finanziario di quelle persone che vivono in situazione di disagio economico. Tali incombenze spettano in primo luogo al Cantone e alla Confederazione.

Per un proposta di modifica che di fatto rende più generosa l’elargizione di aiuti finanziari ai più bisognosi ci sono voluti quasi tre anni, sono i tempi della politica, talvolta incomprensibili agli occhi di chi non conosce il funzionamento delle nostre istituzioni. Si spera e sono fiducioso in questo senso, che ai lunghi tempi di preparazione corrisponda un’altrettanta qualità.
Lugano, da sempre è città ospitale e attenta ai bisogni degli altri e in particolare dei suoi cittadini più bisognosi di sostegno. Perché una città può esser grande e ammirata fin che si vuole ma se dimentica la coesione fra le diverse classi sociali crea necessariamente dei conflitti e degli scompensi. La vera ammirazione la si guadagna intervenendo con saggezza in aiuto dei più deboli. Questo è il caso della nostra Lugano!

Michele Bertini, Consigliere Comunale, PLR Lugano