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Il termine per giungere al taglio del debito della Grecia giunge a termine oggi alle 21h00. Circa la metà dei detentori di obbligazioni dello Stato greco hanno già fatto parte del loro accordo. Atene stima una partecipazione dal 75% al 90% dei suoi creditori.

Per i commentatori, una ristrutturazione del debito è in ogni caso più vantaggiosa che un fallimento pubblico, anche se lo sprint finale resta azzardato.
Lo sprint finale nel taglio del debito greco è lungi dal significare l’arrivo al traguardo, scrive il quotidiano economico Il Sole 24 Ore : “Quale sia il risultato, non ci si deve attendere a nessun alleggerimento. I 17 paesi della Zona euro sono sempre divisi in mercati finanziari nazionali, il che mostra che la crisi è latente e la fiducia non è tornata.
L’integrazione finanziaria era il cavallo di battaglia del sistema economico europeo, ma dopo anni di debole fiducia tra i diversi Stati ha ceduto il passo al rientro dei capitali nei rispettivi paesi d’origine.
I capitali rimangono isolati in ogni Stato, i sistemi economici e finanziari sono chiusi come negli anni 1970, ma contrariamente a quel periodo oggi i governi non hanno presa né sulla valuta nazionale né sulla politica monetaria.”

Atene chiede ai creditori privati di concedere sul debito greco un taglio nominale del 53.5%. Malgrado sia una perdita considerevole, gli investitori dovrebbero accettare, perchè in caso contrario pagherebbero un costo ben più elevato, scrive oggi il quotidiano polacco Gazeta Wyborcza : “Qualunque cosa facciano i creditori privati, essi saranno i grandi perdenti. Pare non abbiano altra scelta se non accettare queste perdite.
Gli istituti finanziari stanno ancora negoziando con il governo greco, il quale intende imporre i suoi concreti punti di vista. Si dovrebbe tuttavia considerare che sarebbe ben più grave perdere il controllo della situazione e giungere a un fallimento disordinato della Grecia. I mercati cadrebbero nel caos e il rischio per le banche sarebbe ancora più serio.”