La Confederazione considera il terrorismo di matrice islamica una minaccia reale e importante, malgrado non vi siano indizi concreti di attacchi imminenti in territorio svizzero.

Partiamo sempre dall’idea che la Svizzera potrebbe essere confrontata con attentato terroristico da parte di elementi islamisti, commenta Jean-Luc Vez, direttore dell’Ufficio federale di polizia, sul quotidiano romando Le Matin.ch : “Nel corso di indagini abbiamo identificato persone con un profilo corrispondente a quello di Mohamed Merah, il killer di Toulouse. Il fenomeno della radicalizzazione attraverso internet o tramite addestramento sul terreno, come in Afghanistan, è conosciuto da anni da tutti i servizi d’informazione della polizia.


In Svizzera vi è stato il caso di Moez Garssalloui, interpellato anni fa a Guin con la sua compagna, Malika al Aroud (nella foto, ndr).
Lei è l’ex moglie di uno degli assassini del comandante Massoud (Ahmad Shah Massoud, politico afghano ucciso in un attentato il 9.9.2001, ndr).
Entrambi erano stati condannati dal Tribunale penale federale. Era stata una delle prime condanne per sostegno a un’organizzazione criminale e per incitamento alla violenza e al crimine attraverso internet.
Garsallaoui ha poi lasciato la Svizzera e sappiamo che è stato reperito in Afghanistan. Non sarei sorpreso se un giorno volesso tornare in Svizzera. Potenzialmente rimane una minaccia.
Terroristi potenziali che arrivano e ripartono, che vanno sempre seguiti e controllati, si tratta di un fenomeno che non riguarda solo la Svizzera ma l’intera Europa.”