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Dopo essere stato eletto per un terzo mandato presidenziale, lo scorso marzo, Vladimir Putin ha preso ufficialmente le sue funzioni il 7 maggio.

Il suo ritorno al Cremlino come presidente mette la Russia sui binari della stabilità, assicurano i suoi sostenitori. Stabilità o stagnazione? Impossibile dire se il nuovo governo, condotto dall’ex presidente Dmitri Medvedev, ora primo ministro, avrà l’audacia di intraprendere le riforme strutturali necessarie o se per assicurare lo sviluppo del paese continuerà ad adagiarsi sulla rendita aleatoria degli idrocarburi.

Quale è il clima politico nel paese? Malgrado Putin sia stato votato con il 64% dei voti (escludendo brogli elettorali), la Russia è attraversata da profonde fratture. I nemici sono i giovani che viaggiano su Internet e che non sopportano più la propaganda e le menzogne del regime. La nuova generazione non vuole una nuova stagnazione e chiede libertà politica.
Putin III sarà più riformatore di Putin II e di Putin I, ha dichiarato il suo portavoce. Dovrà proporre nuove idee, creare nuove alleanze. L’11 aprile, di fronte al Parlamento, Putin aveva promesso la fine della burocrazia e della corruzione, principali freni agli investimenti stranieri.

Riformatore economico, Putin sembra poco incline alle riforme politiche. Ossessionato dal controllo, l’ex agente del KGB ha già modificato la promessa di ripristinare l’elezione diretta dei governatori regionali. Dal 2004 questi sono nominati dal Cremlino. D’ora in poi saranno eletti in votazione, ma prima di candidarsi dovranno ricevere il benestare del presidente.

A che punto si trova la Russia, economicamente parlando? Grazie al petrolio negli anni passati l’economia russa ha avuto una crescita senza precedenti. Il Pil è passato da 200 miliardi di dollari nel 1999 a 1’900 miliardi nel 2011.
Negli ultimi due anni la crescita ha raggiunto il 4.3%. Contrariamente agli Stati Uniti e ai paesi della Zona euro, la Russia ha un debito esteriore basso (10% del Pil).
Quali sono i progetti di Putin III ? Entro il 2020 il presidente vuole portare la Russia a far parte delle cinque principali economie della Terra. Un compito enorme. Le infrastrutture vanno rinnovate a livello nazionale (strade, trasporti, reti energetiche, …) e l’economia va diversificata.

Per rimanere competitiva in capo petrolifero, la Russia dovrà sviluppare nuovi giacimenti nell’Artico, in Siberia orientale, nel Mar Nero. Principale regione petrolifera del paese, la Siberia occidentale, da cui si estraeva il 60% del petrolio russo, ha infatti raggiunto i suoi limiti di estrazione.

(Fonte : Le Monde.fr)