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Le discussioni dell’ultima spiaggia sulla formazione del nuovo governo greco si sono arenate domenica, aprendo la via alla probabile organizzazione di nuove elezioni legislative a giugno.

Nella speranza di uscire dalla crisi politica che paralizza la Grecia da una settimana, il capo di Stato Karolos Papoulias ha ricevuto domenica mattina i capi dei tre principali partiti presenti in Parlamento. Tutti e tre nei giorni scorso hanno provato invano a formare una coalizione.
La riunione è durata meno di due ore e non ha permesso al dirigente del partito socialista Pasok, Evangelos Venizelos, al leader conservatore di Nuova Democrazia Antonis Samaras e al capo della coalizione della sinistra radicale, Syriza, Alexis Tsipras di mettersi d’accordo sui piani di salvataggio di Unione europea e Fondo monetario internazionale.
Il Pasok e Nuova Democrazia sono favorevoli, mentre Syriza respinge il regime di austerità di bilancio imposto alla Grecia dai creditori internazionali.

La possibilità che si dovrà andare nuovamente alle urne per nuove elezioni legislative fra un mese esaspera la popolazione, già sotto pressione per la mancanza di lavoro, l’aumento delle imposte e la riduzione dei salari.
In caso di nuove elezioni, ritengono gli osservatori, il partito Syriza potrebbe stravincere e diventare il primo partito rappresentato in Parlamento.
Una vittoria schiacciante dell’estrema sinistra potrebbe concretamente portare la Grecia fuori dalla Zona euro. Una probabilità evocata anche dai partner europei del paese ellenico.
“Il paese sta percorrendo una strada pericolosa – si legge sul quotidiano greco Kathimerini – Se non si giunge presto alla ricostituzione del blocco pro-europeo, sarà difficile impedire alla Grecia di evitare la catastrofe.”