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Un uomo ha tentato di darsi fuoco martedì davanti al tribunale di Olslo, in Norvegia, dove si sta svolgendo il processo a Anders Breivik.

Gli agenti presenti sono riusciti a spegnere le fiamme, strappandogli i vestiti ma l’uomo, la cui identità non è stata resa nota, ha riportato gravi ustioni. Dopo i primi soccorsi sul posto è stato condotto in ospedale.

Il 24 aprile il tribunale di Oslo aveva deciso di proibire la diffusione in diretta delle dichiarazioni rilasciate dall’imputato, accusato della morte di 77 persone : 69 uccise sull’isola di Utoeya e 9 morte in un attentato nel centro della capitale norvegese, il 22 luglio 2011.
Un divieto che in aula Breivik ha contestato : “Trovo inammissibile che le mie spiegazioni riguardanti i motivi ideologici siano censurate, mentre gli interventi degli esperti sono trasmessi in diretta. Questo causa una mancanza di equilibrio e contribuisce a dare di me l’immagine di una persona malata di mente.”

Lunedì il processo era ripreso, dopo la pausa del fine settimana, con le testimonianze di alcuni sopravvissuti alla carneficina dell’isola di Utoeya, giovani che malgrado fossero stati feriti dai proiettili sparati da Breivik erano riusciti a scappare a nuoto.
Mentre la salute mentale di Breivik è il punto focale del processo, il governo norvegese ha proposto un emendamento di legge per rinforzare la sicurezza nelle cliniche psichiatriche. Una proposta che i media hanno immediatamente battezzato Lex Breivik.
Se l’uomo sarà riconosciuto sano di mente e dunque colpevole, rischia una condanna a 21 anni di carcere, il massimo previsto dalle leggi della Norvegia. A discrezione delle autorità, passato questo periodo la pena detentiva potrà essere rinnovata. Se invece Breivik verrà giudicato malato di mente, per lui vi sarà l’internamento psichiatrico a vita.