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L’ex imprenditore bernese eletto nel Consiglio federale due anni fa sembra essere ancora in una fase di apprendistato, si legge nel sito web del quotidiano romando Le Matin : “Johann Schneider-Ammann, un inutile ministro dell’Economia, inadeguato e passivo.”

“Di fronte ai più recenti eventi economici che hanno scosso la Svizzera – si legge nell’articolo del portale romando – Johann Schneider-Ammann si rivela inutile.
Un esempio : Quando è stata annunciata la chiusura della Merck-Serono di Ginevra, si è lamentato di aver appreso la notizia dai giornali. Poi ha espresso comprensione sia per gli impiegati licenziati dalla ditta farmaceutica, sia per la direzione germanica che ha deciso la chiusura e che gli ha spiegato i motivi di questa drastica manovra.
“Non posso fare commenti – aveva detto Schneider-Ammann di fronte ai media – Non ho i mezzi per intervenire sulle decisioni operative di Merck-Serono.”
Poi aveva aggiunto che comunque l’altro gigante dell’industria farmaceutica, Novartis, sta investendo in una nuova fabbrica a Stein, nel canton Argovia. Così come Nestlé, che continua a crescere grazie al suo caffè in capsula e che prevede una nuova unità di fabbricazione a Romont.

Schneider-Ammann pare ridotto al ruolo di commentatore degli eventi : “Vederlo all’opera è una cosa patetica – ha commentato il presidente del PPD svizzero Christophe Darbellay – Un ministro PLR dovrebbe sapere dove è necessario portare impulsi : nel nostro paese la formazione è primordiale, così come le condizioni-quadro per mantenere l’impiego, l’agricoltura.”
In effetti, in più di un’occasione Schneider-Ammann ha manifestato di non capire il mondo agricolo e si è attirato le antipatie di tutti : agricoltori, ecologisti, addetti al protezionismo e favorevoli all’apertura del mercato.
Di fronte a una tale mancanza di leadership, è toccato al Parlamento prendere in mano la questione e accettare una mozione proveniente, per l’appunto, da Christophe Darbellay, per la sospensione dei negoziati in vista di un libero scambio agricolo, sino alla conclusione del ciclo di Doha dell’Organizzazione mondiale del commercio.
Ci si ricorda anche come nell’agosto 2011, di fronte al forte apprezzamento del franco svizzero, Schneider-Ammann avesse aspettato che la Banca nazionale intervenisse per prendere la parola e qualificare come necessaria l’imposizione di un tetto massimo di cambio a 1.20. Il ministro dell’Economia aveva brillato per la sua assenza e per il suo silenzio su una questione così importante.

L’ultimo passo falso del Consigliere federale risale a pochi giorni fa, quando aveva proposto Roman Bouteiller per dirigere la Segreteria di Stato per la formazione, una nuova entità per la supervisione della filiale accademica (università e scuole politecniche) e della formazione professionale.
Il Consiglio federale aveva respinto la proposta perchè Boutellier è anche presidente del Consiglio di amministrazione della società di cui Schneider-Ammann era proprietario prima della sua entrata in governo.
Un rifiuto che il ministro dell’Economia non capisce e non vuole accettare, così come respinge l’ipotesi di conflitto di interessi e di favoritismo.”