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Corvi in Vaticano, titola la stampa di questi tempi in riferimento allo scandalo del furto dei documenti segreti di Papa Benedetto XVI.
“Corvi” ossia delatori, traditori, autori di denunce anonime. Corvi che si aggirano tra i corridoi del Vaticano a passi felpati, discreti, quasi invisibili, arguti e lesti a cogliere l’occasione, adulare, imbrogliare e poi, abilmente, rientare nella loro normale quotidianità
.

Vi è stato un tempo in cui corvi e uomini nutrivano un rapporto privilegiato, come racconta Alessandro Masi su “Sette”, il settimanale del Corriere della Sera del 8 giugno :
“Il primo animale che Noè inviò in perlustrazione dopo i 40 giorni del Diluvio fu un corvo che tornò senza aver trovato la terraferma.
Al nero pennuto è legata anche la figura di San Benedetto, che avendo ricevuto da un sacerdote invidioso un pezzo di pane avvelenato lo consegnò a un corvo perchè lo portasse dove nessuno avrebbe potuto mangiarlo.
Per molto tempo i rapporti fra gli uomini di Dio e questi volatili sono stati più che cordiali. Come cambiano le cose, a volte.”