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L’uscita dal nucleare e la liberalizzazione del mercato dell’elettricità avranno conseguenze sull’impiego. Circa il 70% delle aziende svizzere del settore prevede misure per aumentare l’efficacia e il 42% potrebbe tagliare il personale.

Sono soprattutto le aziende che gestiscono la rete elettrica che pensano a ridurre il numero dei dipendenti, sottolinea uno studio presentato mercoledì a Zurigo dall’Associazione svizzera delle aziende elettriche.
Le 120 aziende intervistate nello studio dicono di essere sotto pressione da quando il governo ha deciso di uscire dal nucleare. Devono fronteggiare la liberalizzazione del mercato dell’elettricità e le sue complesse conseguenze.
Il settore si trova in una fase cruciale. Dopo 100 anni di monopolio, gli 850 produttori svizzeri di elettricità sono immobili, ha dichiarato Rolf Sägesser, presidente delle centrali elettriche zurighesi.
La maggior parte delle aziende non ha le strutture per affrontare il futuro : “Sia abbiamo il coraggio di liberalizzare, sia lo Stato assume le responsabilità – ha aggiunto Sägesser.

Attualmente i produttori di elettricità vedono fondere il loro capitale perché devono prepararsi ad affrontare diversi possibili scenari : “Il problema sarà compreso solo quando avremo delle panne elettriche – ha messo in guardia Sägesser.
Per incitare all’investimento gli ambienti politici devono definire condizioni quadro realizzabili. Oggi questo non è il caso e dunque è difficile pianificare la costruzione delle strutture necessarie in futuro.