Chi è sin qui intervenuto sul dibattito in atto per il semisvincolo di Bellinzona ha portato considerazioni fondate su un’ottica regionale. È importante però che le cittadine e i cittadini ticinesi sappiano anche qual’è la posizione di Berna e dell’Ufficio federale delle strade USTRA, che hanno voluto quest’opera per migliorare la raggiungibilità della capitale ticinese, soprattutto da quando è sede di un Tribunale federale.

Già con scritto del 30 aprile 1991, Adolf Ogi, allora Capo del Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (DATEC), aveva comunicato alle autorità ticinesi l’accordo all’elaborazione di un progetto generale di semisvincolo a Bellinzona. Così Ogi scriveva: “nonostante che al momento attuale il Consiglio federale rifiuti per principio un’estensione della rete delle strade nazionali e che le numerose richieste per nuovi allacciamenti siano trattate con la massima temperanza, riteniamo che Bellinzona costituisca un problema specifico di importanza particolare”. Già allora la Confederazione riteneva dunque il semisvincolo la migliore soluzione per sgravare la rete locale dal traffico.

A seguito del via libera del DATEC, nel 2001/2002 è stata avviata la procedura formale di consultazione sul piano generale di semisvincolo da sottoporre al Consiglio federale. Nell’ambito della stessa è emerso che tutto il bellinzonese avvertiva l’opportunità e intendeva cogliere l’occasione irrepetibile offerta da Berna di spostare sull’autostrada il traffico parassitario di penetrazione, per poter recuperare a favore della mobilità locale la sua rete viaria. Un po’ come accadde negli anni 1960/1970 con l’autostrada, che ha tolto il traffico internazionale dalla Città.
Qualche anno dopo, era il 2006, il Consiglio federale ha approvato il piano generale del semisvincolo, ribadendo l’importanza dell’opera: “l’interesse pubblico della costruzione del semisvincolo è evidente e incontrastato”, soprattutto perché “la realizzazione del semisvincolo riduce drasticamente l’inquinamento acustico e gli intasamenti sulla strada cantonale da Giubiasco al centro di Bellinzona: a medio termine esso evita alla Confederazione di dover mettere in cantiere un intervento di grosse proporzioni per sistemare lo svincolo di Bellinzona sud”.

Pertanto, l’importanza che Berna ha sin dall’inizio riconosciuto nel semisvincolo dimostra la sua sensibilità e la sua conoscenza del problema del bellinzonese, offrendo anche una soluzione che comporta un investimento indispensabile e comunque relativamente contenuto.

Ricordare quindi il ruolo della Confederazione nel progetto dovrebbe indurre le cittadine e i cittadini del Ticino, che non sono per nulla “scemi”, per riprendere l’infelice espressione utilizzata dai referendisti, a non ignorare e pregiudicare gli interessi del bellinzonese (ma anche di tutto il Ticino) e a votare con convinzione “SI” al semisvincolo.

Fabio Regazzi
Consigliere nazionale PPD