Tsunami, asteoroidi, alluvioni, terremoti. Niente di tutto questo. L’Apocalisse arriverà sottoforma della distruzione globale di Internet.
Distruggere il web non poi così è complicato, assicura il giornalista francese Guerric Poncet
.

Dal portale del quotidiano romando Le Matin.ch.

“Un malfunzionamento di Internet potrebbe avere proporzioni catastrofiche. Il commercio, la comunicazione, i servizi o la produzione industriale : rari sono i settori ancora indipendenti dal web. Dall’ordinazione di un Big Mac al funzionamento delle centrali nucleari. Oggi la Terra funziona quasi esclusivamente grazie a Internet.

Tra i principali punti deboli di Internet vi sono innanzitutto i centri dei dati che controllano la maggior parte delle telecomunicazioni e l’accesso al web.
Evidentemente si tratta di infrastrutture protette, ma saprebbero resistere a un attacco terroristico? Un attacco coordinato creerebbe un’Apocalisse numerica.
Non si dovrebbe distruggere tutto. Un attacco a tre o quattro di questi centri basterebbe a far cadere gli altri, che sarebbero allora sovraccarichi di richieste, un effetto domino.
Su scala internazionale, alcuni datacenters sono talmente grandi che la loro scomparsa potrebbe tagliare una parte non indifferente dell’Internet mondiale.

E’ sbagliato pensare che i satelliti siano protetti da ogni tentativo di sabotaggio. Oscurare un satellite è relativamente semplice e costa meno di un’automobile. La pratica è ben conosciuta dai militari americani, che ne hanno fatto uso in Iraq e in Afghanistan per impedire al nemico di comunicare.

Fra i continenti, il 95% dei dati passa attraverso grossi cavi sottomarini. Capita che le ancore delle navi taglino queste linee di comunicazione, che sono anche sensibili alle scosse sismiche.
Nel 2011, il terremoto che aveva colpito il Giappone aveva sezionato molti di questi cavi, isolando l’arcipelago dal resto del mondo.
Senza dimenticare che danneggiarli volontariamente è assai facile.

Se virtualmente il web è indistruttibile, visto che può esistere tra qualche computer isolato, i mezzi di accesso a Internet, i punti d’entrata nella rete e il cablaggio fisico sono nettamente più vulnerabili.”