L’ambasciatore “della Pace” delle Nazioni Unite, l’algerino Lakhdar Brahimi, cerca di negoziare una transizione governativa prima delle prossime elezioni in Siria.
Non solo gli sforzi di Brahimi sono totalmente vani, ma sono anche ipocriti. Proporre un governo transitorio nel mezzo di quella che in realtà è un’invasione straniera, finanziata, armata e apertamente perpetrata da interessi stranieri viola sia la sovranità della Siria, sia lo statuto di fondazione delle Nazioni Unite.

Così scriveva il 28 dicembre scorso Tony Cartalucci nel blog Land Destroyer, in un articolo dal titolo “The United Nations Syria “Peace plan” is a fraud”.
Qui di seguito alcuni passaggi del suo scritto
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“E’ come se un inviato delle Nazioni Unite visitava la Polonia all’inizio della Seconda guerra mondiale e proponeva un governo transitorio in piena invasione nazista. L’ONU sarebbe stato con ogni evidenza un “facilitatore” dell’ingiustizia, non un mediatore di pace.

Nel Los Angeles Times si legge : “L’ambasciatore della pace Lakhdar Brahimi ha fatto una nuova proposta giovedì per portare i rappresentanti siriani e i ribelli a negoziare, per rivitalizzare un piano favorevole a un governo transitorio e alla tenuta di elezioni, un piano che era fallito a causa di disaccordi sull’avvenire del presidente Bachar al Assad.
L’ONU non è riuscito a discernere l’opposizione legittima in Siria dalle bande di terroristi armati che commettono atrocità su vasta scala contro il popolo siriano, molti dei quali non sono originari della Siria, tutti armati dagli Stati Uniti, dalla Nato e dai loro alleati, inclusi il nuovo governo libico, Israele, Arabia Saudita e Qatar, nell’ambito di un piano atto a cambiare i regimi in Siria e in Iran.

Mentre il Los Angeles Times cerca di presentare il piano dell’Onu come ragionevole e il presidente siriano al Assad e la Russia come i soli ostacoli alla pace, questo piano costituisce un ulteriore tentativo di dipingere il conflitto come una lotta politica, invece dell’invasione straniera che è in realtà.

I ribelli armati che l’Onu rifiuta di condannare includono combattenti di al Qaeda, membri di organizzazioni terroristiche internazionali che figurano sulle liste dei Dipartimenti di Stato americano e britannico, ossia il gruppo islamico combattente libico GICL, Al-Nosra, anche conosciuto come al Qaeda in Iraq e estremisti dei Fratelli musulmani siriani.
I paesi occidentali non negozierebbero con nessuna di queste fazioni se in un modo o nell’altro le loro armi lasciassero la Siria per dirigersi contro l’Occidente.
Eppure l’Occidente non solo esige che la Siria le riconosca e conduca negoziati, ma anche che le lasci governare il paese.

[…] Non solo l’Occidente rifiuta di ammettere che la Siria è confrontata a un terrorismo straniero e interno, ma partecipa attivamente all’armamento e al finanziamento di queste fazioni terroristiche.
Nel giugno 2012 il New York Times scriveva che ufficiali della CIA operano in segreto nel sud della Turchia e portano armi, armi semi-automatiche, granate, munizioni e qualche arma anti-carro.
Nell’articolo veniva chiaramente fatto capire che la Turchia, l’Arabia Saudita e il Qatar sono i principali fornitori di armi ai ribelli siriani e che la CIA si occupa di coordinare la logistica.”