Le poche battute scambiate su Facebook tra il sottoscritto e il condirettore del Corriere Fabio Pontiggia in relazione al caso Oliver Broggini hanno fatto sì che mi scrivesse l’on. Giuseppe Cotti, municipale PPD di Locarno, per segnalarmi un suo articolo apparso a suo tempo sul portale Ticinolibero. Il pezzo è interessante e ho quindi ho pensato di proporlo ai nostri lettori. Sulla vicenda in questione Ticinolive non prende posizione, soprattutto poiché non è in possesso di informazioni sicure. Esprime tuttavia dubbi e preoccupazione per un provvedimento così grave che colpisce un giornalista professionalmente stimato. Il perché ci sarà certamente ma, se c’è, si dovrebbe anche poter dire. (fdm)


La nomina del responsabile della comunicazione a Locarno è il tormentone delle ultime settimane. L’ultimo capitolo in ordine di tempo è il ricorso del candidato Gianmaria Pusterla, nel quale il ricorrente parla addirittura di un mio possibile conflitto di interesse, in quanto amico di Oliver Broggini.

Sgomberiamo subito il campo da dubbi. Posso rassicurare il signor Pusterla riguardo al fatto che non vi sono mai stati rapporti economici e/o giuridici di nessun genere tra me e Oliver Broggini, al di là dei normali contatti tra giornalisti e politici locali. Con ciò non nego affatto – anche considerando le dimensioni della nostra regione, nella quale i ben noti “gradi di separazione” tra le persone sono quasi sempre molti meno dei canonici sei – la conoscenza personale tra me e Oliver Broggini, che risale all’inizio della mia esperienza nel Consiglio comunale cittadino (2008).

È bene tuttavia ora chiarire che la decisione del Municipio è stata basata su criteri di merito e non certo sui “favoritismi” ai quali allude il ricorso del candidato di Mendrisio. A meno che qualcuno consideri poco oggettivi parametri di giudizio come i titoli di studio, l’esperienza professionale, la conoscenza della regione, la padronanza dei nuovi mezzi di comunicazione e i progetti concreti presentati per migliorare l’immagine della città.

Corrisponde al vero, come menzionato nel ricorso, che il candidato Pusterla è risultato primo nella graduatoria stilata dal sindaco e dal segretario comunale. Non certo da una commissione di esperti in comunicazione. Dopo aver sentito i candidati piazzatisi ai primi posti, il collegio ha fatto una propria valutazione ed è giunto alla conclusione nota al pubblico. E ci mancherebbe che i municipali non possano fare delle proprie valutazioni e giungere a conclusioni anche divergenti. Sono eletti per pensare e decidere. Non per supinamente adeguarsi al volere di qualcuno.

Potrei concludere qui. Sennonché vi è un aspetto politico della vicenda che merita un approfondimento.

La realtà è che in questi primi mesi di legislatura a Locarno vi è un problema di natura giurassica. Nei salotti del Jurassik Park cittadino, quegli stessi salotti a cui avevo accennato in un articolo dello scorso febbraio, si fatica ad accettare che il tempo in cui i partiti dettavano legge ai propri candidati eletti è finito. Ed è finito da tempo. Il mal di pancia è forte. Il risveglio è lento e faticoso. Ma è così. A Locarno e altrove.

Non si tratta di una spinta antipolitica o antipartitica la mia. Anzi. I partiti sono necessari per un buon governo. Ma anche i partiti devono adeguarsi ai mutamenti della società, abbandonare quella voglia irrefrenabile di dominare l’uno sull’altro attraverso preventive “analisi del sangue”.

Se oggi un PPD va d’accordo con un liberale non può essere uno scandalo. Anzi deve essere un’occasione. Un’occasione per ripensare e rimpostare un intero discorso al centro. Ma forse sono solo un visionario. Mi fermo, un amico mi chiama per un caffé. Non è Oliver Broggini.

Giuseppe Cotti, municipale PPD Locarno