Venerdì scorso il presidente Barack Obama ha decretato tagli di bilancio per i prossimi sette mesi di 85 miliardi di dollari. Gli Stati Uniti sono schiacciati tra il fiscal cliff, il precipizio fiscale e il recente sequester, i tagli di bilancio che colpiscono soprattutto il dipartimento della Difesa.

Il presidente Obama ha dichiarato che questi tagli “stupidi” causati dall’ottusità dei repubblicani causeranno alla nazione la perdita di migliaia di impieghi e colpiranno duramente l’economia (vedi correlati).
Il contraccolpo di queste misure può raggiungere l’Europa? Il portale d’informazione Atlantico.fr lo ha chiesto all’economista Alexandra Estiot.

“E’ evidente che una mancanza di sincronismo tra l’economia americana e quella europea non è sostenibile sul lungo termine – spiega Estiot – in quanto avrebbe conseguenze sull’economia mondiale.
A breve termine invece un indebolimento dell’economia americana non colpirebbe gravemente l’Europa.
Inoltre, prima del 27 marzo sarà varata una nuova legge sulle finanze per ridurre l’importanza dei tagli di bilancio. Si tornerà dunque a discutere sul sequester, sui tagli di 85 miliardi decretati venerdì scorso.

Una prolungata debolezza economica degli Stati Uniti farebbe perdere molto all’Europa. Non possiamo uscire indenni dal disfacimento di una zona economica tanto importante. Lo abbiamo visto nel 2008. Gli Stati Uniti sono caduti in ginocchio e l’Europa ha preso un pugno sui denti.
La reale situazione dell’interdipendenza tra Stati Uniti e la Zona euro è importante. Abbiamo visto l’impatto in Europa della crisi dei subprimes statunitensi nel 2008-2009.
Allo stesso modo, la crisi dei debiti sovrani europei nel 2010-2011 ha in parte rallentato la crescita economica degli Stati Uniti.
Però anche qui si deve relativizzare. Gli scambi commerciali tra Stati Uniti e Zona euro sono certamente importanti, ma si tratta comunque di due zone molto chiuse su sè stesse. Personalmente non credo a una guerra economica tra Stati.”