Nell’analisi della presidenza Chavez molti commentatori hanno sottolineato l’impegno per la ridistribuzione del reddito, della ricchezza e per la riduzione delle disuguaglianze sociali. La nazionalizzazione delle risorse petrolifere è stata vista come una grande conquista nazionale.

Praticamente nessuno si è più ricordato che un paio di anni fa Chavez aveva nazionalizzato un grande cementificio di proprietà della multinazionale svizzera Holcim. Alla nazionalizzazione, che inizialmente era stata concepita come un esproprio, seguì una vertenza giudiziaria internazionale al termine della quale il Venezuela dovette risarcire Holcim con oltre mezzo miliardo di Franchi.

Dalla nazionalizzazione la produzione di cemento in Venezuela si è drasticamente contratta, in misura nettamente superiore alla media internazionale, nonostante la richiesta di cemento in molti paesi del Sud America non si sia ridotta. La riduzione di produttività riguardante il cemento, qui citata ad esempio in quanto ci concerne direttamente (Holcim paga imposte in Svizzera), non è l’unico caso comunque ove in Venezuela la nazionalizzazione di imprese abbia comportato una diminuzione della produzione.

Dobbiamo inoltre considerare, che le grandi elargizioni sociali, fatte soprattutto durante le fasi preelettorali, sono state finanziate tramite l’aumento del debito pubblico.

In sintesi possiamo affermare che il governo Chavez ha senz’altro ridotto le disuguaglianze sociali, riducendo la ricchezza globale ed impoverendo il paese e quindi le classi più agiate. Resta da valutare se ai cittadini sia veramente stata distribuita ricchezza o soltanto una quota parte del debito pubblico.

Guido Robotti, AreaLiberale