AVVERTENZA DELL’AUTORE. Il linguaggio dell’articolo potrebbe sembrare eccessivo, e quindi insignificante (Talleyrand), ma messo in rapporto con l’enormità della pensata dei presunti “soccorritori e salvatori” di Bruxelles va ritenuto di estrema mitezza.
Da giorni circola la notizia di un gravissimo tentativo di rapina in banca in corso in un’isoletta del Mediterraneo orientale a nome Cipro. A tentare la rapina la mafia di Bruxelles, con il sostegno del suo ramo infiltrato a Berlino, tanto più temibile in quanto si tratta di una banda che, per volontà dei popoli cosiddetti sovrani, gode di impunità permanente, passata e futura. Nelle camere del tesoro delle banche oggetto di questo inaudito assalto sono conservati, a quel che si dice, 70 miliardi di euro, di cui almeno 24 di proprietà di cittadini russi (una nazionalità che in fatto di grandi ricchezze accumulate in tempi brevi suscita e giustifica ogni dubbio per quel che riguarda il candore dei capitali deposti in banca: non hanno tutti i torti i tedeschi quando sostengono che “hinter jedem Vermögen steht ein Verbrechen” (dietro ogni patrimonio c’è un crimine).
La “gang” di Bruxelles, con il sostegno di “consigliori” giuridici rotti a tutte le “combines” possibili e immaginabili non si è naturalmente messa in viaggio senza i necessari piani di azione, anche per evitare inutili spese ai contribuenti europei che la mantengono. Dapprima hanno tentato un’entrata nelle camere del tesoro tramite tre gallerie: la prima doveva servire solo a permettere l’accesso ai rapinatori che rinunciavano a manomettere i conti con meno di 20’000 euro, la seconda era destinata all’accesso, ma con prelievo del 6,75% dai conti con 20’001 fino a 100’000 euro, la terza era destinata solo al trasbordo in appositi contenitori del 10% di euro prelevati dai conti dal 100’001 in su. I rapinatori avevano però dimenticato un campanello d’allarme. Fu così che potè intervenire tempestivamente la polizia parlamentare cipriota, spalleggiata nientedimeno che dal presidente russo, a bloccare il primo tentativo di rapina. Ma i mafiosi, si sa, non mollano facilmente la presa.
Del loro vibrante risentimento si fece portavoce un esponente di spicco della ramificazione berlinese, tale signor Schäuble, che stando seduto in sedia a rotelle da anni si è evidentemente schiacciato il cervello: “o Cipro lascia rapinare i clienti delle sue banche o noi rincariamo la dose rapinando ancora più”. I tedeschi, in questo differenti dagli italiani, alle parole fanno seguire i fatti: ed ecco già pronto il piano B. Si rinuncia alle tre gallerie, di difficoltosa messa in opera. Una sola ampia galleria (quella dai 100’001 euro in su) basta, sia per l’accesso alla camera del tesoro che per il trasbordo dei soldi rapinati tramite gli appositi contenitori di cui ho detto. Ma il prelievo si farà nella misura, ancora da precisare, del 20 o 25%. Espresso in soldoni: si rapineranno 14 o 17,5 miliardi di euro, di cui 4,8 o 6 miliardi dei cittadini russi. Il problema, al momento in cui scrivo, è che la polizia parlamentare cipriota, sostenuta da Putin, è già in allarme. La BCE di Draghi, un caporione della banda di Bruxelles, minaccia: se non vi lasciate rapinare, lunedì fermo le rotative. L’Eurogruppo dei ministri delle finanze dei 27 paesi UE si riuniranno domani o dopodomani. Affaires à suivre!
Una cosa si può però tassativamente affermare fin d’ora. La piena decadenza dell’Europa la abbiamo sotto gli occhi oramai da decenni, sempre più grave e irreversibile. Ma che si potesse arrivare a governi tanto degenerati da poter pensare a rapinare inermi e indifesi e anche onesti propri cittadini non avrei mai potuto immaginarlo. E, fatto ancor più grave, segno che il cancro della decadenza si è oramai metastatizzato nella comune coscienza degli europei, praticamente non si è levata voce di protesta contro l’oscena rapina ideata a Bruxelles. Mi consola e rasserena pensare che se il giochetto riesce a Cipro non vi saranno ostacoli per farlo riuscire anche in Italia, Portogallo, Spagna e Irlanda. In Grecia no, lì le casse le hanno già svuotate con altri sistemi.
Muoia Sansone con tutti i filistei, ma si salvi l’euro e con lui la mafia di Bruxelles.
La mafia di Bruxelles ai Ciprioti: “O la borsa o la vita!”
23 marzo 2013: ieri il parlamento cipriota, messo alle strette dalla minaccia della BCE di chiudere il rubinetto della liquidità a partire dal 25 marzo, ha accettato quello che aveva rifiutato (se non erro 36 no, 19 astensioni e neanche un sì) 3 giorni prima. Prelievo forzoso, ma il termine giusto sarebbe quello di rapina, sui depositi bancari superiori a 100’000 euro, con aliquote oscillanti tra il 10 e il l5%. Stando al Teletext svizzero, l’intento sarebbe quello di escogitare un “piano per salvare il paese dal fallimento senza punire troppo una popolazione già inferocita”. Inoltre, sempre su decisione parlamentare, viene creato un fondo di solidarietà, per il momento non meglio definito, e si limitano i movimenti di denaro, ossia di capitali. Decisioni raffazzonate in un batter d’occhio, che creano più problemi che non ne risolvano e che hanno un solo effetto concreto: quello di dimostrare inequivocabilmente che i “banditi” di Bruxelles, con la succursale di Berlino, non hanno esitato a mettere il legislativo di Nicosia con l’acqua (leggi coltello) alla gola. I ministri delle finanze della zona euro si riuniranno per “occuparsi della questione” domenica 24 marzo: un gesto di grande e meritoria solidarietà da parte loro, visto che il riposo domenicale è sacro anche per gli agnostici e per i ministri più che per i portieri notturni di alberghi.
Dicevo di nuovi problemi creati dalle decisioni imposte dagli euroburocrati. Prelievi sui depositi in euro, e va bene. Su eventuali depositi in dollari, o rubli, franchi svizzeri, corone, renmimbi o altro nessun prelievo? E quel tale che ha un deposito del valore di centinaia di milioni sotto forma di azioni quotate all’estero, ma solo miseri 99’999 euro sul conto, non viene rapinato? E con quei cittadini, quasi tutti galantuomini, che hanno prontamente reagito con il trasferimento all’estero dei loro averi non appena hanno avuto sentore di quel che si tramava a Bruxelles (da lì proviene la pensata del prelievo forzoso, non da Nicosia, come si tenta di far credere)? Prelievo forzoso con effetto retroattivo, seguito da rientro forzoso dei capitali magari finiti nelle banche USA? E, dato e concesso che i possessori di grossi capitali degli altri paesi in zona euro di solito “mica son scemi” e potrebbero aver già pensato o pensare adesso a mettere in salvo i loro averi, le stesse misure di blocco, con o senza effetto retroattivo, le adottiamo per tutti i paesi euro?
In verità questa decisione scellerata di una rapina in banca da parte di autorità civili democraticamente elette, imposta dalla mafia di Bruxelles e dalla sua ramificazione berlinese, dimostra chiaramente che ad avere l’acqua alla gola sono proprio i mafiosi. Incapaci di ammettere il completo ed oramai effettivo fallimento dell’euro, costruzione forzosa che doveva garantire loro il potere politico elitario ed assoluto, da 3 anni in qua passano freneticamente da una misura di salvataggio ad una di austerità e poi da una di austerità ad un’altra di salvataggio, con la meta sempre rivolta a quella crescita che, così credono, li salverà. Finora, a crescere erano solo i debiti sovrani e la disoccupazione: adesso ha iniziato la crescita, a ritmi esponenziali, anche la povertà. La crescita della crescita è più remota che mai. Ancora “affaire à suivre”. L’ultimo articolo della serie lo intitolerò “Il gran tonfo”.
L’arcivescovo Chrysostomos II: “Usciamo dall’Euro!”
La “troika” (in russo trio, terzetto: niente a che fare con l’assonante termine italiano che indica una figlia di… che esercita la stessa professione della madre), il governo e il parlamento cipriota si sarebbero, secondo il Teletext, accordati sulle misure per il salvataggio del paese. Questa informazione è scomparsa alle 11.00 di ieri dal testo italiano e rimasta invece, modificata, su quello tedesco. Stando a quest’ultimo, mancherebbe ancora l’approvazione del legislativo di Nicosia e quella dei paesi della zona Euro. La “troika”, FMI, UE e BCE, diretti e rappresentati rispettivamente da Christine Lagarde, sotto inchiesta in Francia per una faccenda se non sporca almeno di scarso lindore, Josè Manuel Durao Barroso (maoista in gioventù: strano, questi estremisti di sinistra hanno sovente più nomi di un marchese spagnolo. Segno del destino?) e Mario Draghi, è la stessa che ha fatto prestiti, in pratica a fondo perso, a Spagna, Italia, Irlanda e Portogallo. In Grecia è stata più aderente ad un minimo di logica e di onestà: ha imposto ai creditori (principalmente le grandi banche tedesche e francesi) la rinuncia al 50% dei propri crediti.
A Cipro sembra che siano coinvolte come creditori in comprensibile ansia soprattutto banche tedesche: si impone quindi un salvataggio a qualsiasi condizione: non sapendo più cosa inventare, i finti soccorritori (in realtà e verità sono piuttosto rianimatori di cadaveri), hanno convenuto di ripiegare sulla rapina in banca: secondo le ultime informazioni si tratterebbe, a dimostrazione del senso della misura dei “troikani” (membri della “troika”, niente a che fare con “tre cani”) di prelevare senza dar nell’occhio il 20% sui conti di più di 100’000 euro presso la banca di Cipro, solo del 4% presso le altre banche (un motivo per la differenza ci deve pur essere, ma non riesco ad immaginare quale possa essere: per il momento mi limito ad un grave biasimo a quei cretini che invece di depositare i loro risparmi presso l’una o l’altra delle altre banche hanno fatto ricorso alla banca di Cipro).
Comunque sia, alle 11,30 del 24.3.13 tutto è ancora avvolto, se non nel mistero, almeno in una fitta nebbia. Un calcolo della serva si può però già fare. Per salvare Cipro da questa bancarotta, in attesa della prossima, ci vogliono 17 miliardi di euro, di cui 10 forniti dal fondo senza fondo della signora Lagarde e dalle rotative del signor Draghi: gli altri 7 li devono fornire gli stessi ciprioti, 800’000 persone, anziani in pieno Alzheimer e neonati compresi. Che avendo 17 miliardi di debiti collettivi hanno, la semplice aritmetica insegna, 21’250 euro di debiti individuali. Quale sarà il ricavo concreto del tentativo di rapina tuttora in atto, finora nessuno lo ha saputo o potuto dire: l’atroce dubbio che non possa bastare mi induce a temere altre misure, non so, magari il furto con scasso nelle case dei residenti e in quelle, momentaneamente vuote, vista la stagione, dei vacanzieri.
Arriva adesso la notizia che la “troika” invece dei 7 prima richiesti, sarebbe disposta ad accontentarsi di 5,8 miliardi di contributi da Cipro per accordare il prestito di 10. “A sem a post”. Bene ha consigliato oggi il nuovo Papa, “non lasciamoci rubare la speranza”. Noi non ce la lasciamo rubare, la stiamo solo perdendo. L’arcivescovo di Cipro, Chrysostomos II, più pragmatico, ha consigliato ai suoi l’uscita dall’euro. Finalmente una proposta ragionevole! Il presidente di Cipro, Nicos Anastasiades, oggi è a Bruxelles a mendicare (i diplomatici dicono “a trattare”) le risorse per evitare una bancarotta che c’è già: un compito ingrato quant’altri mai, ben più impegnativo della quadratura del cerchio. Gli auguriamo di cuore di non perdere la speranza.
A pranzo una quindicina di amici italiani e spagnoli hanno sostenuto che i soldi depositati nelle banche di Cipro sono praticamente tutti di provenienza oscura, l’isola essendo nota come una centrale del riciclaggio. Questi amici approvano per questo motivo la rapina. Strano senso della legalità e del diritto. Trovo poi stranissimo che si possa riciclare in un paese dell’UE della moneta unica, UE che da tempo si distingue per i rimbrotti rivolti alla Svizzera di essere ricettacolo prediletto di riciclatori ed evasori. Un’UE che scorgeva chiaramente la pagliuzza senza percepire la trave?
Penultima notizia: una delle grandi conquiste dell’unione, la libera circolazione dei capitali, adesso sulla Cipro greca (l’altra metà è turca) è bloccata. Ultima notizia: sono, siamo, siete salvi. I 10 miliardi sono accordati, verranno versati ad inizio maggio (sono così lente le rotative di Draghi?), per salvare la Bank of Cyprus e la Laiki Bank, che non appena salvata verrà però subito messa in liquidazione. La percentuale del prelievo-rapina non è ancora definita.
Di una chiamata a contribuzione dei maggiori creditori, si mormora come già ricordato che siano banche tedesche, neppure una virgola. Più che mai affaire à suivre.
Se avete meno di 100.000, siete salvi!
RAI News 24, commentando l’avvenuto salvataggio delle banche di Cipro, sottolinea esultante ed entusiasta: “nessun prelievo forzoso sotto i 100’000 euro”. Non dice, ma sottintende che i prelievi sopra i centomila sono legali, virtuosi, accettabili e auspicabili. Implicita nel sistema etico che sta alla base di questo “sano” modo di ragionare è la considerazione che prelevare da un conto di 99’999 euro è cosa iniqua che però con un euro in più si trasforma nel suo contrario, divenendo perfettamente equa. Il presidente russo Medwedew parla apertamente di “furto”, termine al quale aggiungerei volentieri un “qualificato”. Di misura del prelievo, 20 o 25%, oggi non si parla più. O meglio, se ne parla in termini vaghi, affermando che il prelievo sarà pesante.
Il presidente cipriota Nicos Anastasiades a Bruxelles avrebbe minacciato le dimissioni se non si fossero salvate le sue due grandi banche: strano, un topolino che va nella tana delle iene che lo vogliono sbranare e ha il coraggio di minacciare. Giù il cappello! Un plauso va anche, per una volta, alla “troika”; se non altro ci ha almeno risparmiato la tragedia delle dimissioni del presidente. Una buona notizia non arriva mai da sola e infatti la presidente del FMI, signora Lagarde, si è subito premurata di dichiarare che i 10 miliardi di euro concordati arriveranno a Nicosia già a partire dalla prossima settimana, a “rate forzate”. Una decisione imprudente la sua, perché non tiene conto del fatto che i ciprioti sono, geneticamente parlando, orientali e bizantini.
Non voglio arrivare a pensare che a qualcuno, sull’isola lontana e periferica, potrebbe venire l’idea, dopo aver incamerato gli aiuti, di rinunciare ai “prelievi forzosi”, termine pudibondo che sostituisce quello più appropriato di “rapina”. Una rinuncia che permetterebbe di cogliere due piccioni con una fava, dando piena soddisfazione a Medwedew e agli investitori russi che, a dire il vero incautamente, hanno deposto milioni (si parla di 24 o più miliardi!) a Cipro. E comunque sia, in un paese dove la corruzione è norma di vita, lascio immaginare al lettore cosa accadrà quando si tratterà di “tirar fuori” i conti dai quali si dovrà “forzosamente prelevare”. Politici e funzionari di banca “disponibili” all’aiuto ce ne saranno a decine. Un’ipotesi sballata? Staremo a vedere.
Una seconda ipotesi, secondo me più che plausibile, è che se anche accadesse che Cipro rinuncia unilateralmente a mettere in atto la rapina, a Bruxelles si fingerà di non essersene accorti, per una ragione lampante: è il solo modo di poter annullare, salvando la faccia, l’iniqua decisione dei “prelievi forzosi”, decisione che avrà conseguenze disastrose, facilmente prevedibili ma difficilmente quantificabili, sui depositi presso tutte le banche dei paesi a rischio.
In mattinata le borse hanno aperto al rialzo pronunciato, segno che il mondo dell’economia va oramai per la sua strada e se ne infischia dei problemi dell’UE alla deriva, e ancor di più di quelli dell’euro allo sfacelo. Ma poi un certo J. Dijsselbloem (olandese, dal nome?), presidente dell’Eurogruppo, commissione dei ministri delle finanze dei 27 paesi UE, esce con una trovata-sparata geniale: “il prelievo forzoso sui depositi bancari di più di 100’000 euro testè approvato potrà servire da modello agli altri stati europei”. Le borse, annuncia RAI News 24, reagiscono costernate e “virano in negativo”. Giovanni Papini, scrittore di profonda fede cattolica, ringraziava Dio per tutte le bellezze sparse in abbondanza per il mondo, ma poi gli rimproverava di essere stato troppo sparagnino nella distribuzione dell’intelligenza. Io, invece e modestamente, rimprovero al Padreterno di essere stato troppo generoso nella distribuzione dell’oligofrenia (il sinonimo stupidità non mi piace, e poi è offensivo) . Il Dijsselbloem si era già messo in evidenza con “uscite” che avevano più il carattere di una gaffe che quello di una presa di posizione. Adesso qualcuno deve avergli tirato le orecchie, e stasera ha goffamente cercato di correggere il tiro: quanto sta avvenendo a Cipro non servirà da modello all’Europa, resterà “un caso unico”.
Due notizie “rallegranti” sono invece giunte dalla vicina penisola. La prima: in un comune del nord, al concorso per un posto duraturo ma solo part time (24 ore alla settimana, 800 euro al mese) si sono presentati più di 350 candidati, in parte laureati, molti da residenze situate a centinaia di km. La seconda: in Italia i disoccupati sotto i 30 anni con laurea universitaria sono più di 200’000.
26.3.13: giungono ulteriori informazioni. La Laiki Bank ha debiti per 9 miliardi, una somma enorme, che possono solo essere il risultato di speculazioni nel campo dell’ingegneria finanziaria, detta anche finanzcapitalismo. Verrà divisa: da una parte tutti i conti con meno di 100’000 euro, nell’UE garantiti dagli stati, che passeranno alla Bank of Cyprus. Dall’altra una bad bank, banca cattiva, dove resteranno i conti superiori ai 100’000 euro, conti che subiranno il “prelievo forzoso”, al momento sembra del 30%. Il futuro di questa banca è avvoltoda nebbie sempiterne. Il canale Euro News, organo di propaganda sfrenata e sfacciata dell’UE, si affanna a mandare in onda interviste ad economisti di tutte le razze per tranquillizzare i clienti delle banche dei paesi a rischio: assicurano che non ci sono rischi.
Quanto tempo ci vorrà per capire che l’euro è finito e che l’UE non è altro che una delle buone intenzioni di cui è lastricato l’inferno?
Gianfranco Soldati