Cercando di calmare la collera dell’opinione pubblica, letteralmente folgorata dalla messa in liquidazione della seconda banca del paese e dal prelievo forzato dai conti bancari dei cittadini (il 60% dai depositi superiori a 100’000 euro), il presidente Nicos Anastasiades ha creato una commissione d’inchiesta per identificare chi ha causato la crisi che ha messo Cipro in ginocchio.

“Una serie di atti e di lacune da parte di chi era incaricato della gestione dell’economia e del sistema bancario hanno condotto il paese al fallimento, alla dissoluzione di una delle più grandi banche e alla perdita di miliardi di euro – ha detto Anastasiades.

Il presidente ha nominato tre giudici e ha dato loro tre mesi di tempo per rendere un rapporto completo. Appena formata, la commissione ha ottenuto le dimissioni del ministro delle Finanze Michael Sarris, molto criticato per aver ceduto al diktat dei creditori internazionali, accettando condizioni proibitive in cambio di aiuti finanziari per 10 miliardi di euro.
Sarris lascia la carica per facilitare il compito della commissione, che prenderà in esame il periodo in cui è stato direttore della Laiki Bank, la seconda più grande banca di Cipro, in via di liquidazione.