Ha un gusto amaro, molto amaro la notizia che il TF vorrebbe rivedere la giurisprudenza in materia di contagio HIV ad insaputa del partner; da lesione grave a semplice!

Quello che colpisce è la motivazione, ovvero: siccome ora i nuovi trattamenti terapeutici messi a punto permettono di vivere quasi quanto coloro che godono di buona salute (?) la concezione che chi è infettato è in pericolo di morte non sarebbe più valida! Anche se queste persone possono vivere meglio grazie alle nuove cure, è innegabile che una cura vera e propria che porti alla sconfitta della malattia non c’è, non esiste e sfido i giudici del TF a sostenere che un paziente quando gli viene riferita questa notizia non si senta morire dentro.

Qui però si fa un passo più lungo della gamba, affermando che contagiare consapevolmente il proprio partner, che invece ignora che l’altro abbia l’HIV, in fondo non è così grave. Tutti i medicamenti odierni possono aiutare a “vivere” meglio queste persone, ma non si capisce come si possa concepire che l’ “untore” potrà in fondo passarsela liscia, vedendosi ridurre il grado di gravità di quanto commesso. Sì, perché è un fatto grave, gravissimo; trasmettere una malattia per la quale non c’è soluzione, che malgrado tutte le campagne di prevenzione e di sensibilizzazione, fa sì che molti ancora oggi siano emarginati da altre persone.

Purtroppo raramente emergono nella cronaca fatti che parlano di infezione volontaria da un soggetto ad un altro, ma a volte accade, come ad esempio nel caso dell’insegnante di musica, che si autoproclamava “guaritore”. Tra il 2001 e il 2005 ha infettato volontariamente ben 15 persone con il virus dell’HIV ed altre con il virus dell’epatite C (che porta alla cirrosi epatica). La prima vittima si era presentata dal “guaritore” per seguire un trattamento di agopuntura. Poco più di una settimana dopo l’uomo si è fortemente ammalato ed è risultato positivo ad un test dell’HIV dovuto proprio a questa seduta.

Tutte le altre vittime hanno raccontato, con varie sfumature, la stessa cosa, ossia di aver avuto gli stessi sintomi e di aver capito che si erano infettate a causa di questo “untore”. E quando si è barricato in casa brandendo una sciabola? La fragilità psicologica di questo personaggio non può e non deve giustificare la gravità del suo atto e personalmente, anche se è stato condannato per lesioni gravi, ritengo che la sentenza sia stata fin troppo blanda; figuriamoci poi se avesse potuto esser condannato SOLO per lesioni semplici. Ma stiamo scherzando? Spero che i nostri deputati ticinesi, quando e se si arriverà al dibattito parlamentare su questo tema, facciano sentire la propria voce, rispedendo al mittente, il TF, questa malsana idea. Il TF sta solo sottolineando una volta di più che sta perdendo la bussola del buonsenso!

Lara Filippini
Deputata UDC in Gran Consiglio