Con questa campagna elettorale ovviamente concentrata su due persone di peso per un posto cosi importante quale il sindacato di Lugano, vi era da aspettarsi  poca visibilità del resto dei partiti e dei loro programmi. In effetti tutti hanno perso a parte i Verdi, che, schierandosi con la Lega (non proprio in modo ufficiale ma per bocca di Sergio Savoia), hanno fatto sì che l’elettorato leghista contribuisse all’ottenimento del terzo seggio in CC  e alla conseguente costituzione di un gruppo.

Per quanto riguarda specificamente l’UDC Lugano. La lista composta di neofiti (a parte Eros Mellini, ndR) è stata coraggiosa ma forse non era il momento di “perdere” un elemento di peso come Marco Chiesa per tirare il gruppo, acquisendo anche schede di partito. Nessuno comunque si aspettava una campagna bipolarizzata a tal punto,  quindi siamo stati presi un po’ in contropiede e anche i nostri tre classici temi (sicurazza, frontalierato e posti di lavoro) sono passati in secondo piano sul territorio ticinese e luganese. Solo in Italia hanno suscitato interesse.

Ora all’interno di tutta l’UDC (sezioni, distretti e cantone) si dovranno fare riflessioni molto importanti su come e che cosa vogliamo essere nel futuro prossimo, perche’ il 2015 è alle porte e il partito necessita di una linea nuova, chiara, coerente con strategie di media-lunga durata e anche con alleanze verso altri movimenti.

Chissà che Area Liberale non voglia convergere, almeno in parte, verso di noi?  Sarà un tema che il nostro partito dovrà discutere. La dura lezione del 14 aprile potra’ servire per capire quali sono stati i nostri errori di comunicazione interna ed esterna, e quali temi dovremo portare avanti affinché non si ripeta alle prossime cantonali una perdita di consensi com’è avvenuto ieri a Lugano.

Tiziano Galeazzi, presidente distrettuale UDC