Le chiese della Svizzera lanciano una campagna per la votazione del 9 giugno riguardante la revisione della legge sull’asilo. Chiedono procedure eque per proteggere “esseri umani in fuga”.

E’ necessario garantire procedure d’asilo eque alle persone in fuga dal proprio paese, hanno dichiarato i rappresentati delle tre Chiese nazionali, protestante, cattolica e cattolica-cristiana durante una conferenza stampa giovedì 2 maggio e Liebefeld, alla periferia di Berna.

Per dare un peso simbolico al loro messaggio, la conferenza stampa si è svolta in un modesto centro di accoglienza per richiedenti l’asilo gestito dall’Esercito della Salvezza.
Per i tre rappresentati ecclesiastici, le dieci revisioni intraprese dall’entrata in vigore della legge, nel 1981, hanno portato restrizioni che non hanno cambiato la situazione : le persone sono sempre costrette ad abbandonare il loro paese e a chiedere asilo in Svizzera.

L’abate Martin Werlen, membro della Commissione nazionale Giustizia e Pace legata, alla Conferenza dei vescovi svizzeri, ha critica la soppressione della possibilità di deporre una richiesta d’asilo nelle ambasciate.
Per giungere a depositare le loro domande d’asilo in Europa, i rifugiati spendono cifre astronomiche per viaggi ad alto rischio.
L’Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite parla di oltre 1’500 immigrati morti annegati nelle acque del Mediterraneo nel 2001, mentre tentavano di raggiungere le coste europee su imbarcazioni di fortuna.

(Fonte : rts.ch)