Fantocci o ministri con le idee in chiaro?

Interessante indicazione di voto da parte dell’estrema sinistra

Il Consiglio federale è oggi un insieme di personaggi eletti dai partiti avversari presenti in parlamento: un governo “piombato”, incapace di agire in modo deciso di fronte alla crisi e alla mercé delle lobby trasversali. Non sono le persone con le competenze migliori a finire in governo, ma quelle più moderate e conformiste, poiché gli uni hanno eletto il ministro degli altri e tutti insieme “mangiano la medesima torta” stando assieme in governo (il PS con l’UDC!) senza alcun programma politico realmente condiviso, mitigando quindi oltremodo la già debole opposizione parlamentare.

In quest’ottica il Partito Comunista è da anni che afferma come sia urgente superare l’organizzazione consociativa di gestione del potere tipicamente svizzera, dove partitocrazia e collegialità rendono la società immobilista e consolidano il potere dei partiti borghesi. L’iniziativa in questione creerebbe interessanti contraddizioni nel sistema di governabilità e soprattutto in un contesto di crisi sociale ed economica ciò potrebbe essere un vantaggio per poter eleggere dei candidati profilati per davvero a sinistra e con un reale consenso da parte della base.

Per i comunisti, inoltre, non conta l’origine cantonale del ministro, quanto piuttosto il suo programma politico: dovremmo forse gioire per un consigliere federale ticinese di destra che tutela le banche? Da comunisti ticinesi preferiamo piuttosto vedere eletto un sincero progressista di Zofingen, ad esempio, che sicuramente saprà difendere al meglio gli interessi dei lavoratori di tutti i cantoni. Ricordando comunque che l’iniziativa prevede una clausola a favore della Svizzera italiana e romanda.

Il Partito Comunista ha deciso quindi di sostenere l’iniziativa popolare che chiede l’elezione diretta del Consiglio federale da parte del popolo che sarà posta in votazione il prossimo 9 giugno e invita tutti gli elettori di sinistra a votare Sì.