Il 29 maggio scorso la Consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf annuncia l’accordo trovato per risolvere il conflitto fiscale con gli Stati Uniti.
Il governo federale chiede alle Camere di modificare la legge a partire da giugno e per un anno. La votazione si terrà oggi
.

Ogni banca dovrà scegliere se vuole partecipare a un programma statunitense per sistemare gli affari “illeciti” condotti nel passato. La partecipazione è individuale e facoltativa, ma non negoziabile.
Negli Stati Uniti l’accordo trova poco spazio sui media, mentre in Svizzera è una pioggia di critiche. Per la deputata dell’UDC di Ginevra Céline Amaudruz, “l’accordo è una catastrofe e si tradurrà nella perdita di 50’000 posti di lavoro nel settore bancario nel corso dei prossimi anni.”

Tutto era iniziato nel 2007.
UBS entra nel mirino delle autorità fiscali statunitensi, che chiedono alla banca i nomi dei suoi clienti americani. L’intento è verificare se i fondi sono stati dichiarati al fisco.

Giugno 2007
Bradley Birkenfeld, ex collaboratore di UBS, rivela all’autorità fiscale statunitense, l’IRS, alcune pratiche di UBS, spiegando come fosse stato aggirato il regolamento interno per permettere ai clienti di non dichiarare i propri capitali al fisco americano.

Estate 2008
Gli Stati Uniti chiedono alla Svizzera assistenza giudiziaria per avere i dati dei clienti americani di UBS sospettati di frode fiscale. In parallelo, alla banca viene dato tempo sino al 18 febbraio 2009 per la consegna di questi dati. In caso contrario verrà avviato un procedimento penale.

18 febbraio 2009
Sotto la pressione degli Stati Uniti, la Svizzera inizia a allentare il principio del segreto bancario. La Finma, l’autorità di sorveglianza dei mercati finanziari, ordina a UBS di consegnare agli Stati Uniti i dati di 250 clienti americani.
In parallelo, UBS paga negli Stati Uniti una multa di 780 milioni di dollari. Il Parlamento svizzero approva a posteriori l’accordo corrispondente.
Il 19 febbraio, l’allora presidente della Confederazione, Hans Rudolf Merz, annuncia di aver trovato un accordo nell’ambito del conflitto tra UBS e autorità fiscali americane.

19 agosto 2009
Gli Stati Uniti inviano al governo di Berna una nuova richiesta di assistenza che riguarda la consegna dei nomi di 4’450 clienti americani di UBS.
La Svizzera risponde che – nel giro di un anno – consegnerà i dati solo in caso di comprovata frode o evasione fiscale.

23 settembre 2009
Il Segretario di Stato al Tesoro americano Timothy Geithner e l’ambasciatore svizzero Urs Ziswiler firmano un nuovo accordo di doppia imposizione che permette di sanzionare la frode e l’evasione fiscale. Gli Stati Uniti ottengono inoltre l’assistenza giudiziaria per i casi di domande raggruppate.

Gennaio 2010
La Finma ricorre al Tribunale federale dopo un decreto del Tribunale federale amministrativo che fissa il trasferimento dei dati al fisco americano. In ultima istanza il Tribunale federale convalida l’accordo e l’Amministrazione federale delle contribuzioni può consegnare a Washington i dati dei 4’450 clienti americani di UBS.

Primavera 2011
Le autorità fiscali americane estendono le indagini al Credit Suisse. Inizialmente la denuncia riguarda solamente alcuni ex collaboratori della banca, ma nell’estate viene allargata alle attività offshore della gestione patrimoniale.
In novembre il Credit Suisse informa i suoi clienti americani che i loro nomi potrebbero essere trasmessi alle autorità fiscali.

12 ottobre 2011
Dopo UBS e Credit Suisse arriva il turno di altre banche. Le autorità fiscali americane iniziano a indagare sulle banche cantonali di Zurigo e Basilea e sulle banche private Wegelin e Julius Bär. In ottobre due collaboratori americani di Julius Bär vengono denunciati per incitamento all’evasione fiscale.

9 dicembre 2011
Il Dipartimento di giustizia americano esige che sei banche svizzere, Credit Suisse, HSBC, Julius Bär, le banche cantonali di Basilea e Zurigo e la banca Wegelin, consegnino tutti i documenti a partire dal 2000 riguardanti le attività offshore sul territorio americano. Questi documenti devono includere i nomi dei loro collaboratori.

21 dicembre 2011
L’Ufficio federale di giustizia e le banche dicono di essere d’accordo di trasmettere i nomi dei collaboratori solamente se il Dipartimento della giustizia americano si impegna a non perseguirli penalmente. Gli americani rifiutano.

18 gennaio 2012
Di fronte alla situazione di stallo il Consiglio federale autorizza la trasmissione dei documenti richiesti, ma in forma codificata. Il codice di lettura sarà inviato solo quando l’accordo definitivo verrà concluso tra i due paesi.

27 gennaio 2012
La banca privata Wegelin & Co. Cede sotto la pressione delle autorità fiscali americane. Minacciata di una denuncia, la più antica banca svizzera vende l’essenziale dei suoi attivi non americani al gruppo Raiffeisen e trasferisce gli affari di gestione patrimoniale non americani nella banca privata Notenstein. Sulla piazza finanziaria svizzera l’impatto emotivo è enorme.

4 aprile 2012
Dopo diverse settimane di discussioni, il Consiglio federale autorizza le banche a trasmettere la chiave di codifica al Dipartimento di giustizia americano. Il voto è tuttavia serrato, con 4 voti a favore e 3 contrari.
Votano a favore Eveline Widmer-Schlumpf, Doris Leuthard, Johann Schneider-Ammann e Didier Burkhalter.

11 aprile 2012
Il Tribunale amministrativo federale ferma la consegna agli Stati Uniti dei dati bancari. I giudici danno ragione a un cliente del Credit Suisse che si opponeva all’assistenza amministrativa accordata dalla Svizzera. La decisione è definitiva. Il Consiglio federale presenta allora i punti essenziali di una nuova strategia di lotta al riciclaggio di denaro e alle infrazioni fiscali.

8 giugno 2012
Dopo il trasferimento dei codici di lettura, la prima denuncia penale viene depositata contro la banca HSBC. Una cinquantina di collaboratori ed ex collaboratori della banca vengono convocati di fronte alle istanze giudiziarie. L’accusa è aver favorito i clienti americani a nascondere i loro averi al fisco del loro paese.
Una denuncia viene presentata anche contro i quattro Consiglieri federali che hanno autorizzato la consegna dei codici. La denuncia viene respinta il 16 agosto.

23 agosto 2012
Il responsabile federale per la protezione dei dati, Hanspeter Thür, chiede a gran voce che si interrompa subito la consegna dei nomi dei collaboratori delle banche. Minaccia di rivolgersi al Tribunale amministrativo federale.

29 agosto 2012
Il Consiglio federale adotta due mandati di negoziati in materia fiscale e finanziaria, uno con l’Italia e l’altro con gli Stati Uniti.

6 settembre 2012
La richiesta di Hanspeter Thür viene accolta e le banche interrompono la consegna dei nomi dei loro collaboratori alle autorità fiscali statunitensi.

24 settembre 2012
Il Consiglio federale annuncia che le banche svizzere possono riprendere la consegna agli Stati Uniti dei nomi dei loro collaboratori, sino al 31 marzo 2014.

4 dicembre 2012
Svizzera e Stati Uniti firmano un accordo che garantisce che i conti di clienti americani nelle banche svizzere saranno tutti dichiarati al fisco americano.

20 dicembre 2012
Il pubblico ministero di Manhattan, a New York, incolpa alcuni collaboratori della banca cantonale di Zurigo. Li accusa di aver aiutato clienti americani a sottrarre al fisco più di 420 milioni di dollari.

28 maggio 2013
Il fisco americano presenta all’Amministrazione federale delle contribuzioni una richiesta di assistenza amministrativa contro alcuni clienti della banca Julius Bär.

(Fonte : Le Matin.ch)