La vita non è mai molto allegra, tuttavia saltuariamente ci s’imbatte in trovate sorprendenti, che suscitano il buonumore. Un’intervista al presidente Solari, pubblicata oggi su un portale ticinese, si chiude con questa interessante domanda:
Non possiamo tralasciare le sue parole al ricevimento del Gran Consiglio, dove ha affermato di non aver voluto stringere la mano all’ex brigatista Giovanni Senzani, pensando alle vittime di quel periodo. Ci permetta una provocazione, non vale lo stesso per uno sponsor come UBS, che in passato ad esempio è stata complice del sostegno all’apartheid?
Poveri banchieri dell’UBS, arditamente paragonati a un terrorista pluriassassino! Veramente una giornata nera. E che cosa sarà mai la Svizzera, conosciuta in tutto il pianeta come il regno delle banche? Il Nostro, obbligato a rispondere, cerca di fare del suo meglio, arrampicandosi sugli specchi e dispensando a piene mani la sua compassione. In ogni caso, dico io, non è stato un buon padrone di casa. Visto che l’aveva invitato, doveva stringergli la mano. O, quanto meno, affidare l’incarico al CEO Sergio Ermotti, visto che l’UBS al festival di quattrini ne ha dati un pacco!
Solari «Intanto il mio problema era che mi hanno informato che non c’è un reale pentimento nell’ex brigatista***. Il delitto Peci, cioè l’assassinio, anche se motivato politicamente, di un povero ragazzo innocente, mi aveva a suo tempo sconvolto. Ancora oggi mi fa un male enorme pensare a Peci e a tutte le vittime. Perché mai avrei dovuto stringergli la mano? Onestamente sulle nostre banche è un discorso che rifiuto, la sua è una domanda assai provocatoria. Allora fermiamo il sistema! Andiamo tutti a lavorare nei campi… Tutta la vita è compromesso. Le dico un’altra cosa: in tutta onestà sono assolutamente convinto che non dobbiamo mai giudicare la storia, con i valori e gli occhi di oggi. È troppo facile dire “non dovevate”. La storia è diversa. È vero che la storia la si vede sempre con gli occhi contemporanei, e questo è sbagliato. Lo dico in generale. C’è sempre un’evoluzione in tutto, e ancora una volta non spetta a noi giudicare certe azioni°°°, e soprattutto non spetta noi giudicarle con la testa di oggi».
*** Qui, in verità, più che il presidente di un festival il Nostro sembra un canonico penitenziere…
°°° Giusto, Solari, non ci permettiamo di giudicarle. Non diciamo nemmeno se erano cattive o buone. Forse che possiamo avere un’opinione in proposito? Mai più!