Consigli pratici per aumentare le probabilità di trovare lavoro


Così la nostra giovane Ospite si presenta a Ticinolive:

30 anni, molisana. Giornalista di indagine per vocazione, ho un debole per la tecnologia, il web e tutto ciò che gli ruota intorno. L’analisi attenta di ciò che accade ci conduce a capire ciò che accadrà. Essere preparati è un dovere.


Il dubbio espresso da Shakespeare nel 1600 è, letteralmente, amletico. Cerchiamo però di risolvere i crucci del principe di Danimarca se vivesse oggi e se anche lui, come molte altre persone, fosse alla ricerca di un posto di lavoro.

Sempre più aziende scelgono di reclutare forza lavoro dando un’occhiata ai profili sociali dei candidati. E’ un cambiamento importante: ci si rivolge meno agli “head hunter” propriamente detti ma, nessuno si illuda, anche i “cacciatori di teste” professionisti, nel processo che adottano per valutare le idoneità di un candidato, ne osservano gli atteggiamenti sui social network.

Quindi, è utile esserci ma il dubbio cambia tono e tonalità, fino a dovere rispondere alla domanda “come esserci?”

Innanzitutto, ma è solo un consiglio, i profili “chiusi” (quelli in cui si concede la possibilità di guardare la propria bacheca solo agli amici o agli amici degli amici, per dirla alla Mark Zuckerberg) sono da evitare. Così facendo nascondete gli aspetti più interessanti di voi stessi. Sono da evitare le foto “compromettenti”, per essere chiari: va benissimo apparire con una birra o un bicchiere di vino in mano, sapere socializzare è aspetto molto importante anche sul posto di lavoro, apparire decisamente brilli con la faccia stralunata è però poco raccomandabile.

Ma tutto questo come ci porta al mondo del lavoro? Immaginate quanti curriculum possano arrivare sulla scrivania di quei datori di lavoro che cercano un impiegato. Un’enormità. È plausibile credere che chi dovrà leggerli ne sceglierà qualcuno a caso e, tra questi, selezionerà il fortunato. Come fare ad ovviare tutto ciò?

Semplice: il miglior modo per fare apparire il proprio curriculum è non mandarlo affatto. Basta una lettera, magari su carta colorata (rosa shocking e colori aggressivi sono da evitare) dove riportate una serie di link. La rete offre tante risorse gratuite per fare marketing di sé. Cominciamo da Youblisher, sito gratuito che permette di creare un documento sfogliabile partendo da un file pdf. Il vostro curriculum sarà quindi consultabile esattamente come la pubblicità di alcune grosse catene di distribuzione. Originale, pratico, economico.

Avete una passione? Fatene un blog. Aiuta a delineare quella che, nel fumoso e anglofono linguaggio del marketing si chiama “content curation”. Siete contabili, commessi, informatici? Aprite un blog in cui parlate di tutto un po’, delle vostre passioni, dei tecnicismi della vostra professione. Verrà letto da molte più persone di quante non riusciate ad immaginare e trasmetterà di voi l’immagine di una persona capace di curare il proprio lavoro e di intrecciare relazioni umane significative. Anche in questo caso la spesa è pari a zero. WordPress e Google (sono solo due esempi) permettono di creare un blog in modo gratuito.

Volete davvero strafare? C’è Slideshare, piattaforma che vi permette di mettere in grafica ciò che vi piace. Il risultato sarà una presentazione in stile “PowerPoint” e dimostrerete di sapere avere quel fantastico dono (che poche scuole insegnano) che si chiama sintesi. Avete un hobby? Scrivetelo nel curriculum e invitate chi lo legge a capire perché vi piace tanto ciò che fate nel vostro tempo libero. Anche in questo caso la registrazione è gratuita.

Per ricapitolare: aprite a tutti i vostri profili social (Facebook, Twitter, Pinterest…), ricordate che il web ha una memoria elefantesca (giusto o sbagliato che sia, è così) e l’unico momento in cui siete apparsi decisamente fuori forma, se fotografato e pubblicato online, può giocare a vostro sfavore. Affidatevi a strumenti online per attirare l’attenzione delle persone a cui inviate il curriculum vitae.

Provateci e condividete, se vorrete, la vostra esperienza.

Giuditta Mosca