“La privacy è un concetto superato”.
(Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook)


I nostri computer e gli smartphones sono costantemente tenuti sotto controllo da decine di osservatori molto interessati a carpire ogni dettaglio della nostra vita online. Per cosa? Per soldi, ovviamente.

Ogni volta che visitiamo un sito o facciamo qualcosa online lasciamo una traccia.

Queste tracce e informazioni vengono spiate (più o meno si sapeva) e raccolte da più aziende (e questo è meno noto).

La quantità di informazioni che lasciamo (volontariamente sui social network e involontariamente durante la navigazione) è così vasta che la privacy è algoritmicamente impossibile.

Le informazioni che diamo sui social network, il login ai siti via Facebook, la geolocalizzazione dei nostri dispositivi vengono vendute per farci vedere la pubblicità perfetta per il nostro profilo.

Ciascuno di noi ha dato il consenso alla (s)vendita che però – per la pubblicità – è un business miliardario.

Ci stanno spiando? No anzi, i protagonisti di questo Grande Carosello non fanno assolutamente nulla per nascondersi, tanto che basta cliccare qui
per avere l’elenco di chi vi sta osservando in questo preciso istante. Chi vi scrive è tenuto d’occhio da ben 83 diverse realtà.

Chi comunque decidesse di non volerne sapere più di cookie, profilazioni e pubblicità può sempre ricorrere alle soluzioni estreme: dalla web 2.0 suicide machine che in soli 52 minuti promette di cancellare ogni traccia di noi dai social network, a Google Takeout, che in pochi click ci cancella da tutti i servizi di Big G.
Prima di usarla leggete però con attenzione le avvertenze: il rischio è quello di perdere, tutte le informazioni, anche quelle utili, affidate nel corso degli anni alla Rete.

(Focus.it)