In occasione dell’odierno congresso del PPD il capogruppo parlamentare on. Fiorenzo Dadò si è esibito oggi in un brillante intervento, del quale riprendiamo la parte più interessante (ovviamente… a luci rosse).


[…]  Esaurito il tema delle finanze, prima di giungere alle conclusioni, se mi concedete vorrei  brevemente soffermarmi su un altro tema che ha infiammato in questi mesi le cronache nere e rosa, per non dire opache, di questo cantone.

È dell’altro ieri la notizia che l’alto funzionario del Dipartimento del Territorio è stato sollevato dal suo incarico. La notizia è giunta nel bel mezzo di un’inchiesta amministrativa e una penale, a mezzo stampa, con uno scarno comunicato dai contenuti incerti, in cui il funzionario viene totalmente scagionato e ringraziato per i buoni servigi resi al Paese…tanto buoni da essere calorosamente invitato a fare valigie?

Non è certo mia intenzione commentare ulteriormente l’aspetto umano della vicenda in quanto è già stato sufficientemente commentato dai fatti, tuttavia ritengo assolutamente inaccettabile che di fronte ad un grave tentativo di ricatto di un Consigliere di Stato, l’implicazione dai contorni incerti di alcuni politici nonché il coinvolgimento di funzionari e l’incarcerazione del losco figuro, si possa pensare di sciacquare la minacciosa nuvola d’ombra  che pesa sulle Istituzioni con un comunicato di tre righe e, scusate se sono esplicito, un’eccellente vittima sacrificale.

Pertanto chiediamo oggi con forza, e se sarà necessario lo ribadiremo anche dai banchi parlamentari, che venga fatta immediata chiarezza e si spieghi al Paese in modo compiuto e senza fronzoli le ragioni di questo atto e di questa tempistica, nonché la chiusura in fretta e furia degli accertamenti amministrativi, onde ripulire l’ambiente al più presto dal pesante sospetto che questa vicenda sta gravando sulle Istituzioni.

Chi oggi è chiamato dal popolo a governare questo Paese, che si assuma tutte le responsabilità di non lasciarlo andare alla completa deriva, non solo economica, ma anche istituzionale e morale.

E già che ci siamo, ne approfitto per esporvi un’altra riflessione a luci rosse. Ci sono due temi che il Partito deve affrontare di petto: uno pendente nella commissione della Legislazione e l’altro che riguarda la pianificazione nei comuni.

Ma secondo voi, lo Stato, semmai debba per davvero proporre una nuova legge, deve favorire o scoraggiare l’insorgere e l’attività dei bordelloni che spuntano come funghi? Deve favorire o rendere difficile lo sfruttamento deleterio di queste povere ragazze? Lo Stato, l’autorità, deve combattere o mettere il tappeto rosso al riciclaggio e l’insorgere di attività malavitose  sul proprio territorio? E se si, a che pro? Per favorire ed arricchire chi?

Non possiamo far finta di nulla, non possiamo non guardare, girare la testa dall’altra parte, adottare la tattica dello struzzo oppure nasconderci dietro al fatto che per la legge un postribolo sia una semplice attività economica, da istallarsi nelle zone artigianali, lontane dagli asili, certo, e per la pace dei poveri morti, anche dai cimiteri.  Non possiamo accettare che a questi loschi personaggi, che si permettono di ricattare e persino pontificare alla televisione, gli si metta i tappeti rossi, come se ci proponessero uno stabilimento della Coca Cola o una fabbrica di yoghurt. I comuni non hanno nessun obbligo di pianificare nulla, e se proprio ce l’hanno, possono sempre seguire l’esempio di Losone, che dovrebbe far scuola per tutti.

Eh no. Ma è questo il Ticino che vogliamo? È questo lo sviluppo economico e sociale che vogliamo lasciare in eredità alle prossime generazioni? È con i bordelloni che si intende rimpiazzare il settore finanziario in crisi?

Queste sono scelte di fondo, non tergiversabili se crediamo ancora in certi valori.

E se crediamo ancora in certi ideali di libertà e di bellezza, è nostro dovere lottare per difenderli, per fare in modo che possano prevalere sull’imbruttimento, l’ingordigia e l’iniquità, il zozzo che sta avanzando.

Pertanto, in Gran Consiglio combatteremo con convinzione, innanzitutto bocciando sonoramente quella Legge macedonia e secondariamente denunciando i malandazzi, indipendentemente da chi ne è o sarà coinvolto. […]

on. Fiorenzo Dadò

NOTA. Comunicato del governo sul “caso Malfanti” (27.XI)   Il Consiglio di Stato comunica che è stato raggiunto un accordo con il direttore dei Servizi generali del Dipartimento del territorio Vinicio Malfanti, a reciproca soddisfazione, senza assunzioni di responsabilità e con l’abbandono dell’inchiesta amministrativa, per sciogliere il rapporto di servizio e di collaborazione al 31 agosto 2014.

Il signor Malfanti è liberato da subito dagli obblighi di servizio. Il Consiglio di Stato ringrazia il signor Malfanti per i servigi resi allo Stato e per la professionalità e l’impegno dimostrati nell’esercizio delle sue funzioni.

Qualche buona parola (gratis), un po’ di soldi (del contribuente) e… l’abbandono (gradevole) dell’inchiesta amministrativa. Si comprende come le “tre righe” abbiano suscitato l’indignazione dell’on. Dadò, che le ha anche definite.