Durante la stesura del libro “Israël, parlons-en” (Israele, parliamone) il giornalista belga Michel Collon ha chiesto a due assistenti di andare nelle strade di Bruxelles per chiedere alle persone cosa sapessero sulla storia di Israele.
Le risposte ricevute dimostrano, secondo Collon, un’ignoranza che non è dovuta al caso, ma a decenni di una propaganda israeliana basata su fatti non veri.
Collon ha riassunto gli argomenti riscontrati fra le persone interrogate – argomenti derivanti (secondo lui) dalla falsa propaganda di Israele – in 10 punti.
1. Lo Stato di Israele è stato creato quale reazione del genocidio contro gli ebrei negli anni 1940-1945.
E’ totalmente falso, sostiene Collon. Si tratta di un progetto coloniale che era stato deciso al Congresso di Basilea nel 1897.
Il movimento nazionalista ebreo aveva deciso già a quel tempo di colonizzare la Palestina.
La creazione di Israele è stata un progetto iscritto in un’epoca in cui le potenze coloniali europee si dividevano l’Africa come un pezzo di torta ed erano interessate ad avere dei coloni anche nel bel mezzo della regione medio orientale.
L’impero britannico in particolare, avendo interesse a indebolire l’Egitto e a controllare il Canale di Suez, la via verso la lucrosa colonia delle Indie. Agli Stati Uniti invece interessava avere nella regione una sorta di “poliziotto” che controllasse i suoi interessi, in particolare quelli legati al petrolio.
2. Gli ebrei erano tornati nella terra da cui erano stati cacciati dall’impero romano nel 70 d.C.
Anche questo, secondo Collon, non è vero. Lo storico Shlomo Sand ha intervistato diversi archeologi israeliani secondo i quali non vi era stato alcun esodo. E dunque nessuna necessità di ritorno. Naturalmente, nel corso dei secoli in quelle terre vi sono state delle invasioni, delle migrazioni, degli incroci di razze, ma in genere le popolazioni residenti non si sono mosse.
Il che ha due conseguenze : la prima è che i discendenti degli ebrei del tempo di Gesù sono i palestinesi che vivono oggi nella regione. La seconda è che se le persone non si sono spostate, chi sono quelli che dicono di voler tornare nella loro terra? Sono ebrei convertiti, provenienti da diverse regione europee e dall’Africa del nord.
Come sostiene Shlomo Sand, non esiste un “popolo ebreo” : non c’è una storia comune, mancano una lingua e una cultura comuni. C’è solo una religione e la religione non è un popolo.
3. La colonizzazione della Palestina non è grave, perchè la Palestina è un deserto, una terra senza abitanti.
Anche questa è una menzogna. Già i testimoni nel 19.esimo secolo dicevano che la Palestina era una terra ricca in grano, con vaste zone coltivate e esportazioni verso la Francia, soprattutto di olio, sapone e arance.
D’altronde, quando i coloni ebrei vogliono installarsi in Palestina a partire dal 1920, i palestinesi rifiutano di cedere le loro terre, con una conseguenza di rivolte, scioperi generali e manifestazioni.
4. C’erano dei palestinesi in quelle terre, ma se ne erano andati di loro spontanea volontà.
Falso anche questo, eppure per molti anni la gente lo ha creduto. Poi sono arrivati alcuni storici israeliani, fra cui Morris, Pappe e altri, i quali hanno detto che i palestinesi avevano lasciato il loro paese perchè erano stati cacciati con la violenza, attraverso espulsioni sistematiche.
5. Israele è l’unica democrazia nel Medio Oriente, è uno Stato di diritto e per questo va difeso.
Secondo Collon, Israele non è uno Stato di diritto. E’ l’unico Stato al mondo dove la Costituzione non fissa i limiti del territorio.
In tutti gli altri paesi i limiti territoriali sono chiaramente definiti. Israele non lo fa, perchè è un progetto di espansione senza limiti.
Il colonialismo praticato da Israele è la negazione stessa della democrazia.
6. Gli Stati Uniti sostengono Israele perchè vogliono proteggere la democrazia in Medio Oriente.
Una protezione che viene assicurata con oltre 3 miliardi di dollari l’anno in armamenti per l’esercito israeliano.
Quello che interessa gli americani non è tanto la democrazia nel Medio Oriente, quanto piuttosto i giacimenti di petrolio, il controllo “economico” della regione. Un controllo che possono esercitare attraverso Israele e per questo proteggono lo Stato ebraico, malgrado la politica esercitata dal governo di Tel Aviv violi il diritto internazionale, le convenzioni delle Nazioni Unite e il principio di uguaglianza fra le persone.
7. L’Europa è neutrale e cerca una soluzione fra israeliani e palestinesi.
Falso anche questo, secondo Michel Collon. Innanzitutto perchè entità come Lagardère e Dassault, vicine al governo francese, collaborano con l’industria bellica israeliana e inoltre, quando i palestinesi avevano eletto il loro governo, l’Unione europea aveva rifiutato di riconoscerne la legittimità. Inoltre aveva permesso a Israele il bombardamento della Striscia di Gaza. Dunque, quando Israele bombarda i palestinesi, a bombardare sono anche i vari governi europei.
8. Quando si avanzano queste argomentazioni si viene accusati di antisemitismo.
Una cosa deve essere chiara, precisa Collon : quando si critica il governo di Israele non si è dei razzisti anti-ebrei. Al contrario si critica un governo che nega l’uguaglianza fra le persone. E dunque si vorrebbe veder possibile la pace fra gli ebrei, i cristiani, i laici e i musulmani del Medio Oriente.
9. I palestinesi sono un popolo violento, sono terroristi, ecc.
La vera violenza è il colonialismo, l’esercito d’occupazione israeliano che da 60 anni priva i palestinesi della loro terra e dei loro diritti.
L’esercito israeliano impedisce ai palestinesi di avere una vita normale, con controlli sistematici e decine di check points nelle strade, dove l’attesa per poter passare a volte dura una giornata intera. E’ questa la violenza.
Inoltre, va detto che nei suoi testi fondamentali le Nazioni Unite riconoscono ai popoli colonizzati il diritto di resistere con ogni mezzo che ritengono adeguato. La resistenza dei palestinesi è dunque legittima.
10. Il conflitto fra israeliani e palestinesi durerà in eterno perchè non sembrano esserci soluzioni.
In realtà una soluzione ci sarebbe. A partire dagli anni 1960, le maggiori organizzazioni palestinesi avevano proposto la creazione di un unico Stato, dove vi sarebbero le stesse regole e gli stessi diritti per ebrei, musulmani, laici e cristiani.
Una soluzione che Israele non ha mai considerato e i palestinesi, nel corso degli anni sono giunti a avanzare una soluzione diversa : il riconoscimento di uno Stato palestinese, sovrano e autonomo. Anche questa è una soluzione che Israele non vuole considerare. Il governo di Tel Aviv non vuole negoziare.
(Fonte : chaos-controle.com)