Berna, 15 gennaio 2014 – Gli stranieri che si trovano in Svizzera unicamente per cercare un impiego e i loro familiari non ricevono alcun aiuto sociale. Nel caso di cittadini UE/AELS disoccupati va chiarito quando perdono il diritto di soggiorno in virtù dell’Accordo sulla libera circolazione delle persone. Il diritto di soggiorno degli immigrati pensionati sarà riesaminato se essi percepiscono prestazioni complementari. Sono questi i principi che il Consiglio federale intende sancire esplicitamente nel diritto federale al fine di garantire un’esecuzione uniforme su scala nazionale. Prevede inoltre di negare il rilascio del permesso di domicilio anche ai cittadini UE/AELS che sono stati disoccupati nel corso degli ultimi 12 mesi.
Il Consiglio federale
AVVERTENZA IMPORTANTE. Questo messaggionon ha alcuna relazione con il voto del prossimo 9 febbraio sull’iniziativa UDC.
Il comunicato del nostro Governo è arrivato sino a Tenerife (poiché il web non ha confini e copre tutto il mondo) ed è entrato in contatto con il dottor Soldati. Il quale ha preso carta e penna, e…
Caro Francesco,
ho letto il comunicato del CF del 15.1.2013. Finemente e ironicamente nel tuo commento hai fatto osservare che il comunicato stesso non ha alcun rapporto con la votazione del prossimo 9 febbraio. Fa veramente rabbia e pena che un consiglio federale, con la sua burocrazia, non si senta imbarazzato a rendere pubblico un messaggio che perde ogni valenza proprio per la data più che sospetta di pubblicazione. Come è possibile che simili pallidi personaggi siano giunti in CF? Con meningi tanto indurite da impedir loro (ma dovrei fare eccezione per un consigliere) di capire che l’effetto più sicuro che possono ottenere è quello di essere controproducenti? Sollecitano maldestramente e inopportunamente al voto negativo gente che sa fin troppo bene quanta sia stata prima la reticenza e poi l’inefficacia delle misure di contenimento da loro messe in atto.
EconomieSuisse continua imperterrita nella sua ottusa politica di sostegno incondizionato al mondo dell’economia senza il minimo riguardo per quelli che sono gli interessi e soprattutto le preoccupazioni dell’intera collettività. Per lottare contro l’iniziativa Minder ha buttato dalla finestra da 6 a 8 mio per poi vedersi massacrare in votazione. Adesso si ripete. Milioni buttati in paginate di inserzioni, con testi firmati da personalità che se lavorano gratuitamente è solo per la stretta famiglia. Un modo come un altro di foraggiare le lobbie a Berna?
La Svizzera si è dotata, pian pianino e zitti zitti, di tutta una serie di strutture che non hanno nessuna legittimazione democratica ma che sbarcano sontuosamente il lunario con i soldi della comunità. Tra queste, particolarmente presenti, le conferenze nazionali dei membri degli esecutivi cantonali: conferenze dei direttori dei dipartimenti della sanità, delle finanze, delle costruzioni, dello sport, dell’igiene, e così via, talmente numerose da obbligare i nostri ministri stakanovisti cantonali ad inventarsi una conferenza nazionale dei segretari delle conferenze nazionali. Per fortuna e come sempre il ridicolo non uccide, così che solo raramente abbiamo lutti di cui condolerci nei ranghi degli esecutivi cantonali. Il solo lutto del 2013 nei ranghi dei “conferenzieri” delle conferenze di cui sto scrivendo lo abbiamo avuto purtroppo in Ticino, e non era certamente un avversario dell’iniziativa UDC.
Berna, vale a dire il CF con la sua (sua anche se pagata da noi tutti) burocrazia, aveva sollecitato già l’anno scorso la conferenza nazionale dei presidenti di governi cantonali a prendere posizione sulla iniziativa UDC che voteremo il 9 febbraio. Dopo intensi lavori preliminari, giorni fa è stato organizzato un simposio conclusivo: un’intera e intensa giornata di lavoro, naturalmente con pausa wellness, e altrettanto naturalmente in un 5 stelle: Victoria-Jungfrau a Interlaken. Oratori invitati: un funzionario di Bruxelles, un ministro di uno stato UE e ben 10 personalità libera-circolazion-euforiche scelte nei ranghi dell’alta burocrazia, del mondo economico e della politica. Di sostenitori dell’iniziativa nemmeno l’ombra. Costo dell’intera operazione, stando ai media ultramontani: circa 200’000 franchi. Niente da criticare! Spendere soldi pubblici, cioè di tutti, per dar voce a gente che dovrebbe far solo il piacere di pagare e tacere, sarebbe cosa iniqua, tale da invogliare il Paolino o il Bertossa di turno a sporgere querela.
I risultati di cotanto proficuo lavoro avremo modo di leggerli nei prossimi giorni sui media stampati e di vederli e sentirli su quelli elettronici.
6 su 7 consiglieri federali sono già in campagna, usando di preferenza il “Puma” (mi hanno parlato di ben 7000 cv) per economiche trasferte. Economiche di tempo, non di cherosene. Mi sta bene così, visto che il tempo dei nostri consiglieri federali non ha e non può avere prezzo.