(fdm) Ho sempre presentato l’on. Franco Celio come un radicale doc (anche se lui, ogni volta, garbatamente protestava). Ma l’ho anche stimato molto, perché è un uomo, un collega docente e un deputato “tutto d’un pezzo”, e quando ha scritto su questo portale – più d’una volta – mi sono sentito onorato.

Sull’iniziativa “Stop all’immigrazione di massa” Franco Celio esce allo scoperto sul Giornale del Popolo odierno con un articolo dal titolo “Questa volta io voto sì”. Ammiro la sua sincerità e, ancor più, il suo coraggio. Credetemi, una simile dichiarazione non la si fa facilmente. Ci sono vie ben più comode. Dillena ieri sera, da quel furbacchione che è, ha citato don Camillo: “Nella cabina elettorale Dio vi vede, Stalin no”. Io non so se l’on. Celio creda in Dio, non abbiamo mai parlato dell’argomento. Quel che è certo è che il suo voto, adesso, lo vedono tutti.

La maggioranza trionfale (con parola scontata detta anche: bulgara) con la quale il Comitato cantonale del PLR ha plebiscitato il NO non mi ha sorpreso né mi ha tolto il sonno. Ma non ho potuto fare a meno di pensare (e mi scuso con tutti): che cosa resta della libertà di questi uomini?

Celio scrive, e quanto segue è il suo incipit: “Gli avversari dell’iniziativa popolare contro l’immigrazione di massa continuano a ripetere il ritornello secondo cui la proposta su cui si voterà fra qualche settimana non è una buona soluzione. Avranno le loro ragioni. Sarebbe però tempo e ora che – anziché limitarsi a criticare la soluzione proposta – ne proponessero di migliori, se ne hanno. In caso contrario, sarebbe invece tempo e ora che accantonassero questo argomento. Si ha infatti l’impressione sempre più netta che loro, di fatto, non vogliano nessuna soluzione, forse perché ideologicamente convinti, contro ogni evidenza, che, in realtà, il continuo e massiccio aumento della popolazione di problemi non ne ponga!”.