In fase post-elettorale si ripresenta il “Tavolo della crisi” ideato dall’on. Giovanna Masoni Brenni, vice sindaco. Lo fa con una lunga e complessa interrogazione del socialista Martino Rossi, che pubblichiamo integralmente (con eccezione delle note). La (per certi versi sorprendente) “configurazione” Masoni-Bernasconi-Rossi-Di Stefano rimane dunque attiva e propositiva. Affaire à suivre. (fdm)

INTERROGAZIONE

UN PROGETTO PILOTA PER I LAVORATORI DELLA PIAZZA FINANZIARIA?

Premessa

Sia la legge federale sull’assicurazione disoccupazione (LADI), sia la legge cantonale sul rilancio dell’occupazione (L-rilocc) prevedono lo strumento del “progetto pilota”.

L’interesse di questo strumento risiede nel fatto che esso non è destinato solo a facilitare il reintegro dei disoccupati ma anche il mantenimento dei posti di lavoro esistenti.

La situazione occupazionale nel settore bancario è nota e preoccupante:

  • In Ticino nel 2007, alla vigilia della crisi finanziaria, il settore bancario occupava ancora 7’713 persone (erano 8230 nel 2000); nel 2012, 6’543, con una riduzione rispetto al 2007 di 1’170 unità, pari al 15,2%;

  • A Lugano nel 2007 il settore bancario occupava 5’865 persone (erano 6’293 nel 2000); nel 2012, 4’927, 938 in meno rispetto al 2007, con una riduzione quindi del 16,0%;

  • Nel medesimo periodo (2007-12), la massa salariale cantonale delle banche è scesa da 938 a 852 milioni di fr. (-86 milioni, pari a -9,2%);

  • Nel mese di novembre 2013, 163 disoccupati erano registrati nel ramo economico “banche” (317 nel più vasto settore “Attività finanziarie e assicurative”), mentre fra i disoccupati per gruppo professionale si contavano 185 “esperti bancari e assicurativi” (oltre agli 891 disoccupati del gruppo “professioni commerciali e assicurative”);

  • L’evoluzione prevedibile, perlomeno a medio termine, non è positiva: ad esempio Alberto Di Stefano in “Questioni di piazza” indicava una possibile contrazione ulteriore da 450 a 1’800 posti a dipendenza del tipo di accordi fiscali con l’Italia.

La situazione descritta coinvolge particolarmente la Città di Lugano, dove lavorano i tre quarti degli occupati nel settore bancario, senza dimenticare il parabancario (fiduciari) e le numerose attività correlate.

Non è quindi solo il drastico calo del gettito fiscale degli Istituti bancari (circa 40 milioni) che mette in difficoltà la Città, ma anche il degrado della situazione occupazionale del settore che  comporta anch’essa – oltre al dramma umano per chi vi è coinvolto – un ulteriore calo delle risorse fiscali, ampliato dalle ripercussioni del ridimensionamento degli istituti bancari sui loro numerosi fornitori di beni e servizi.

Nei mesi a cavallo fra il 2012 e il 2013 si è svolta a Lugano – con la denominazione di “Tavolo della crisi” – un’iniziativa di analisi, di confronto, di individuazione di  possibili rimedi per attenuare la crisi del settore e far fronte alle sue conseguenze occupazionali.

Nel rapporto conclusivo si ritiene che “Il settore bancario presenta condizioni favorevoli per dar corpo a un’azione concertata e coordinata di tutela dell’occupazione”, non necessaria nel passato ma di vitale importanza oggi. Aggiungiamo che questa “azione concertata” è anche un atto dovuto di responsabilità sociale, poiché le strategie e le politiche aziendali del settore stesso non sono certo estranee alla crisi che lo ha colpito. Il rapporto conclusivo (pp. 17-24) indica poi molte misure possibili e auspicabili.

Da quella e da altre fonti, possiamo ritenere un certo numero di indirizzi che potrebbero strutturare un “progetto pilota per i lavoratori della piazza finanziaria”:

  • Un programma concertato necessita di un’organizzazione appropriata di gestione del progetto (definizione degli obiettivi e delle misure, coordinamento operativo della loro messa in opera, finanziamento, valutazione degli esiti) che deve partire dalle strutture esistenti5;

  • Raccogliere con sufficiente anticipo le informazioni sugli eventuali piani di riduzione del personale e i prevedibili bisogni (posti disponibili e profili professionali) dei diversi istituti;

  • Favorire l’incontro fra la domanda e l’offerta di personale tramite interventi di perfezionamento e riqualifica;

  • Gestione del personale orientata al mantenimento degli impieghi anche tramite il tempo parziale, il contenimento delle ore straordinarie, la riduzione del tempo di lavoro;

  • Ricollocamento del personale eccedente in certi istituti o funzioni in primis all’interno del settore bancario (con eventuali riqualifiche), poi nel settore parabancario (molte fiduciarie hanno problemi di successione per assicurare la continuità dell’attività), poi in altri settori in cui le competenze dei bancari possono essere valorizzate (riconversione professionale);

  • Andare oltre la razionalizzazione dell’esistente verificando se le competenze disponibili, o generabili da uno sforzo concertato di acquisizione di nuove competenze, possa favorire lo sviluppo di servizi ancora poco presenti nelle banche ticinesi, ma con un potenziale di mercato6.

 Domande

  1. Il Municipio si è chinato sulle analisi, conclusioni e proposte del “Tavolo della crisi”?

  2. Condivide, in generale, la necessità di un salto di qualità nella gestione della crisi occupazionale del settore tramite un’iniziativa da concertare fra tutti gli attori rilevanti della piazza finanziaria, compresi i dipendenti e le loro associazioni?

  3. Ritiene che, per affrontare questa crisi, lo strumento del “progetto pilota” previsto dalla LADI e dalla L-rilocc possa essere opportuno ed efficace?

  4. Ritiene che anche la Città di Lugano possa sollecitare, assecondare, e partecipare in modi da definire a tale progetto?

  5. Se le risposte alle domande precedenti sono positive, quali passi intende intraprendere il Municipio per promuovere il progetto con gli attori pertinenti e quale ruolo la Città potrebbe svolgere per sostenerlo?

  6. In caso contrario, quali alternative individua il Municipio affinché il comune non si limiti ad assistere passivamente alla crisi occupazionale del settore finanziario, che colpisce pesantemente molti suoi cittadini?

 Per il Gruppo PS: Martino Rossi, capogruppo