Dopo il sofferto e drammatico SÌ di domenica (l’UDC, letteralmente, contro tutti) il Numes, Nuovo movimento europeo svizzero, la cui sezione Ticino è presieduta da Jacques Ducry, lancia a piene mani le sue recriminazioni, le sue accuse e le sue previsioni funeste. Ve ne proponiamo una piccola scelta, pescando dalla pagina degli amici di Ticinolibero.

“Siamo tristi e costernati. Con questo risultato è l’insieme dell’architettura bilaterale, ossia vent’anni di negoziati, così come la prosperità economica e sociale del paese, che sono minacciati. Preso sarà chiaro ai cittadini che sono stati abbindolati da promesse illusorie di un testo xenofobo e isolazionista”.

“Oggi, abbandonando i valori fondamentali come l’umanismo, la libertà e la solidarietà, la Svizzera si appresta ad entrare in un periodo di regressione”.

“Se questi accordi dovranno essere rinegoziati, la Svizzera sarà sottomessa ai voleri dell’UE”.

“È giunto il momento che l’UDC si faccia carico delle proprie responsabilità e che si assuma le conseguenze delle sue iniziative xenofobe e populiste”.

“La Svizzera paga vent’anni di debolezza di fronte al populismo, e chiede un’inversione verso un futuro costruttivo basato su una riflessione lucida e serena”.

“Un approccio che non deve escludere a priori l’adesione a tutti gli effetti della Svizzera all’Unione europea alle migliori condizioni possibili”.

(fdm) Mi è concesso di dire la mia? Certo che sì, visto che sono in casa mia. E dunque:

CON IL LORO CIECO, IRRAGIONEVOLE, GIACOBINO FANATISMO

COSTORO SI SONO SCAVATI LA FOSSA CON LE LORO STESSE MANI.

Un popolo che vuole conservare la sua sovranità è forse colpevole? Provate a domandarlo a Ducry!