Il Fondo monetario internazionale (FMI) martedì ha raccomandato un aumento delle imposte indirette e salari moderati, fra le misure destinate a sostenere l’impiego e la crescita in Spagna.

In un rapporto annuale sull’economia della Spagna, il FMI sottolinea che il debito, superiore alla media della Zona euro, si avvicina rapidamente al 100% del Pil.

Colpita doppiamente nel 2008 dallo scoppio della bolla immobiliare e dalla crisi finanziaria internazionale, in cinque anni la Spagna ha subito due recessioni. Molto indebolito, dal 2012 al gennaio scorso il suo settore bancario è stato soccorso da un piano di aiuti europeo per 41.3 miliardi di euro.

Il FMI aveva chiesto una riduzione dei salari dei lavoratori spagnoli già nel giugno 2013, allo scopo di far calare la disoccupazione, che allora si attestava al 27%.

“La Spagna – aveva dichiarato il FMI – deve ridurre i salari e rendere flessibile il mercato del lavoro per favorire la creazione di nuovi impieghi”.

La conclusione a cui era giunto il Fondo monetario nel giugno 2013 dopo la sua missione a Madrid, Valencia e Siviglia era stata accolta fra le polemiche, in un paese dove il salario minimo non supera i 750 euro al mese.
L’istituto monetario aveva chiesto al governo spagnolo di preparare una seconda riforma del mercato del lavoro dopo quella adottata nel febbraio 2012, che già riduceva i salari, favoriva i licenziamenti e aveva provocato uno sciopero generale.