Le rotative di Draghi (che non stampano giornali), Calmy-Rey con Dick Marty, la precoce Mogherini e il Lussemburghese “un cognacchino al breakfast, perché no?”

Da due anni vado scrivendo che il pratico azzeramento dei tassi d’interesse ed i prestiti della BCE alle grandi banche sono una truffa ai danni dei risparmiatori, ricchi o poveri. I prestiti alle banche per permetter loro di finanziare la ripresa economica concedendo a loro volta prestiti agli imprenditori sono stati un’ulteriore truffa, completata poi dal permesso a queste banche di usare i prestiti ricevuti a tariffa zero per acquistare i bonds degli stati fatiscenti. Adesso Draghi, oramai proclamato uomo più potente d’Europa, messe in salvo le grandi banche e sapendo da sempre che alla lunga non potrà salvarsi se l’economia non riprende a crescere, ha deciso di accordare altri crediti alle banche comperando titoli garantiti dai prestiti alle imprese, con particolare riguardo alle piccole e medie. Le banche debitrici verso la BCE devono solo provare e certificare che i soldi sono realmente stati prestati alle imprese e non usati per altre speculazioni finanziarie. E`un’ulteriore manovra che aggrava per i risparmiatori il problema dei tassi d’interesse abusivamente manipolati. A Draghi incombeva e incombe l’obbligo morale di far sì che i manager delle grandi banche da lui più o meno direttamente salvate non ricevessero più le prebende assurdamente faraoniche di cui continuano allegramente a beneficiare. Si è guardato bene dal farlo.

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Il 5 maggio 2011 Micheline Calmy-Rey, da me propriamente chiamata “Michelina Si Calmi Lei”, allora presidente della Confederazione e Ministro degli Esteri, inaugurava in pompa magna il Centro Svizzero per i diritti umani, attualmente diretto da Walter Kälin (un cognome bernese per eccellenza) e presieduto da Kareem Zivanil (sempre che io sia ben informato, su Internet non sono riuscito ad avere conferma: comunque sia, un cognome consono alla estensione planetaria delle attività del benemerito centro). Propugnatore indiscusso del Centro è stato Dick Marty, al quale riconosco il coraggio di essersi sempre opposto, rara avis, agli strappi statunitensi in fatto di diritti umani. Questo Centro svizzero si è sempre mosso in opposizione alla richiesta UDC di far osservare prima di tutto il diritto svizzero e di non accettare a testa bassa eventuali giudizi negativi di giudici stranieri, europei o onusiani che siano. Evidentemente i responsabili del Centro Svizzero credono e pensano che il semplice e solo diritto svizzero possa essere contrario ai diritti degli individui.

La Commissione dell’ONU per i diritti umani è stata presieduta per lungo tempo da Gheddafi. Un ulteriore commento mi sembra superfluo.

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15.7.2014: Federica Mogherini, 41enne (l’età di una donna non si deve mai dire, perciò dico solo quella della ministra), assurta a notorietà mondiale come ministro degli Esteri di fenomenale precocità del Governo Renzi e appena 1 anno dopo già candidata alla successione di Catherine Ashton come ministro degli Esteri dell’UE, Federica Mogherini, dicevo, sulla crisi israelo-palestinese ha le idee ben chiare. Stando a RAINews 24, stamane ha dichiarato che “l’importante è la tregua”. Durata esattamente 6 ore, per la pervicacia di Hamas, che ha rifiutato e continuato a colpire Israele con i suoi fuochi d’artificio di lamiera di ricupero. Una follia suicida in un mondo impazzito: si rapiscono e assassinano 3 ragazzi, si lanciano centinaia di razzi scarsamente efficaci, più fumo che arrosto, se non quello di seminare paura e insicurezza, con la certezza di una reazione israeliana che costerà cara, per vendicare i 3 ragazzi israeliani vigliaccamente assassinati 3 coloni bruciano vivo un povero ragazzo palestinese, lui pure 17enne. Altro che tregua, è il festival dell’odio spinto alla pazzia, importante sarebbe la mobilitazione di un esercito di psichiatri, non una parvenza di tregua.

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Sempre 15.7.2014: una giornata “albo signanda lapillo”, una giornata storica e degna di memoria. Jean-Claude Juncker, un lussemburghese con problemi d’alcool e uno spirito francamente elitario e antidemocratico, è il nuovo presidente della Commissione europea. Succede a Juan Manuel Barroso, il maoista (solo in gioventù) portoghese. Nel suo discorso di entrata in carica Juncker ha promesso 300 miliardi di euro in 3 anni, a partire da febbraio 2015, per promuovere economia e lotta alla disoccupazione. Perché così pochi non riesco a capirlo, visto che di soldi veri non ce ne sono e si tratta solo di carta che la rotativa di Draghi è in grado di stampare a tonnellate alla volta. Staremo a vedere, anche se la situazione è così nera che si fa fatica a vedere. Il Lussemburgo, grande Granducato, ci aveva già regalato un presidente della Commissione europea, tale Jacques Santer, caduto adesso nell’oblio di una meritata quiescenza. Fu presidente dal 1995 esattamente al 15.3.1999, data alla quale fu costretto ad un precipitoso rientro a domicilio perché colto con le mani nella marmellata, con parecchi suoi funzionari, in fatto di corruzione. Speriamo che questa volta, in fatto di lussemburghesi, il buon Dio ce la mandi buona. Le premesse, per lo Juncker che ho visto finora all’opera, sono però nere.

Gianfranco Soldati