In questo 20 settembre (la breccia di Porta Pia!) all’insegna del socialismo (Lux e Conza) Sergio Roic si esprime sul suo partito e su… Darth Vader (vedi seguito). Come sempre, le sue risposte sono precise, convinte, molto competenti e… molto socialiste. Per il portale un collaboratore esterno prezioso (il professor De Maria non frequenta la Sinistra e non vi conosce quasi nessuno, a parte Gianrico che era suo compagno di banco). C’è da stupirsi che un politico come Roic non abbia miglior fortuna (in concreto). Ma la risposta al quesito me l’ha data lui stesso, un giorno, davanti a un caffè (o un cappuccino). “Ci vogliono tre cose: la famiglia, il favore del partito e il talento. Una sola… è troppo poco!”

Un’intervista di Francesco De Maria.

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Francesco De Maria   Di ciascuno dei candidati non-Bertoli mi dica qualcosa: informazione, valutazione… o gossip.

Sergio Roic   I quattro candidati della lista PS per le Cantonali, oltre all’uscente Manuele Bertoli che è molto conosciuto e non ha bisogno di particolari presentazioni, sono sicuramente “giovani” politicamente a questi livelli, ma tutti quanti impegnati da parecchi anni nel Partito socialista e nell’area di sinistra. Ivo Durisch, informatico, è il coordinatore del partito nel Mendrisiotto ed è un convinto ecologista che potrebbe incarnare l’anima di sinistra del PS. Amalia Mirante è municipale per il PS a Taverne ed è un’economista che insegna all’Usi e alla Supsi, è intervenuta più volte su temi economici sia in discussioni pubbliche sia in margine a conferenze politiche. Henrik Bang è un forestale molto amato nel Bellinzonese, figlio del noto calciatore dell’AC Bellinzona, ed è molto stimato anche da chi non appartiene al PS, mentre Tatiana Lurati-Grassi è responsabile del settore disoccupazione di SOS Ticino ed è la coordinatrice del PS del Luganese ed ex membro della direzione cantonale del partito.

Sembra una lista fatta per una persona sola… Rinunciataria? È… realpolitik? Io mi aspettavo qualcosa di diverso, una lista più audace, più combattiva.

SR   In realtà, la commissione cerca del PS ha interpellato molti dei “bei nomi” della sinistra cantonale ma, per un motivo o per un altro, i candidati non si sono messi a disposizione oppure hanno preferito “passare” in vista dei futuri appuntamenti elettorali (elezioni nazionali e comunali). La lista ha certamente il nome forte in Manuele Bertoli, mentre Durisch, Mirante, Bang e Lurati-Grassi potranno profilarsi durante la campagna elettorale sia cantonalmente che nei rispettivi distretti di appartenenza. In questo modo il PS sarà fortemente presente durante la campagna elettorale anche e soprattutto nelle regioni di provenienza dei candidati. Non è una cosa da poco. Quanto alle chances concrete di elezione, è chiaro che la dimensione attuale del PS ticinese garantisce un posto in Consiglio di Stato, mentre le ambizioni di raddoppio non sono, realisticamente, molte. In ogni caso, se devo fare un pronostico secco, oltre all’ottimo risultato di Bertoli, prevedo una grande votazione per la “sorpresa” Henrik Bang.

Secondo lei, fin qui, Bertoli è stato un buon consigliere di Stato?

SR   Direi proprio di sì. Si è trovato in una non facile posizione di minoranza in Consiglio di Stato su tutta una serie di temi e se l’è comunque sempre cavata piuttosto bene alternando la sua sapienza politica alla collegialità necessaria. Inoltre, gli è toccato un dicastero diretto da funzionari per la maggior parte non targati PS e anche lì se l’è cavata più che bene. Inoltre, a suo merito va una ferma posizione politica su alcune idee base del socialismo mentre anche i “non socialisti” potrebbero senz’altro apprezzare la proposta di una free zone in Ticino onde convogliare sul nostro territorio industire e imprenditorialità ad alto valore aggiunto. Sconfinando nel gossip politico, ma di alto profilo, posso testimoniare di aver sentito lodare il Cds Bertoli come “consigliere di stato più preparato” da un presidente di partito ticinese che non è il PS…

Che cos’ha provato quando nella corte di Palazzo civico – STUDIUM QUIBUS ARVA TUERI – è stato fischiato dal pubblico? Davanti al presidente della Confederazione?

SR   Mah, il Ticino a volte è uno strano paese. I fischi, qui da noi, non sono toccati solo a Bertoli, ma in altre occasioni agli stessi consiglieri federali. Certo che a fischiare e a “produrre” poco politicamente sono sempre gli stessi…

Lui ha detto che voterà no all’iniziativa sulla scuola. I socialisti gli credono?

SR   È una posizione dovuta alla sua collegialità col resto del Consiglio di Stato che ha deciso per il no. Il partito, libero da vincoli di collegialità, si è invece fortemente impegnato a favore dell’iniziativa. Una vittoria il 28 settembre su questa tema sarebbe “storica”. Se questa intervista verrà pubblicata su Ticinolive prima delle ore 15.00 di oggi sabato 20 settembre, invito tutti i lettori a partecipare alla grande festa della scuola che sarà organizzata al padiglione Conza di Lugano dalle 15.00 fino a tarda serata. [Ottimo, farò una capatina]

Immagino che l’interesse principale del PS sarà rivolto al Gran Consiglio. Il 2015 potrebbe portare un recupero, dopo la dura sconfitta del 2011? E lei, lei sarà candidato?

SR   L’interesse del PS è di ridare voce e spinta a tutta la sinistra cantonale avendo un occhio di riguardo anche agli altri partiti dell’area, anche se quest’ultimi sceglieranno altre alleanze elettorali. Per ridare voce alla sinistra è necessario fare un buon risultato alle Cantonali e ricuperare i punti percentuali persi alle ultime votazioni. In questo il partito sarà aiutato naturalmente anche dai candidati al Gran Consiglio. La sezione di Lugano del PS, di cui faccio parte, pochi giorni fa ha presentato i suoi nominativi, a cui potrebbero aggiungersi altre persone prima della lista definitiva di gennaio. Per quel che riguarda Lugano, la lista mi sembra ben assortita ed io ne faccio parte con convinzione e anche con un certo entusiasmo. Dopo essere stato chiamato “canguro” dalla stampa leghista per una non elezione, voglio provare a smentire i gufi nostrani entrando in Gran Consiglio. Impresa facile? Difficilissima, direi, ma vale la pena provarci. Ogni voto raccolto ridà, come detto poc’anzi, un po’ più di voce alla sinistra di questo cantone.

In quale anno – limitiamoci al XXI secolo – una linea elettorale europeista diverrà vincente e cesserà di essere una palla al piede?

SR   Beh, dipende di quale stato o nazione si parla. [La mia domanda si riferiva in primo luogo alla Svizzera] Ci sono linee europeiste vincenti, ad esempio in Serbia, portate avanti con successo persino dai “nazionalisti”. È chiaro che da un “balcone” come quello svizzero, privilegiato rispetto al resto d’Europa, la tematica filoeuropeista non è di facile presa. Fra i grandi partiti svizzeri, il PS è certamente il più filo europeista, ma non si tratta di una posizione monolitica, ci sono diverse opinioni sul tema all’interno del partito. A livello di società civile elvetica, invece, prestissimo sarà pubblicato un manifesto a favore della “discussione sull’Europa” che ambisce a raccogliere almeno 15.000 firme.

Savoia era socialista. Lei se lo ricorda?

SR   Mah, se mi permette una battuta, fra noi socialisti che tali siamo rimasti gira il nomignolo “Darth Vader, colui che ha scelto la parte oscura” attribuito a un noto politico cantonale. Darth Vader è il “cattivo” di “Guerre stellari”, provi a immaginare di chi si tratta…

Il suo partito Verde lo accetta ancora pienamente come leader? C’è – che lei sappia – qualche potenziale ammutinato?

SR   Secondo me no, non tutti lo accettano. I nomi degli “ammutinati” sono stati ben visibili all’ultimo congresso dei Verdi: Gysin, Krebser, Beretta Piccoli ecc.

Ci sono molte persone del mio giro (intendo principalmente quelle con le quali prendo gli aperitivi, ecc.) che manifestano viva approvazione per la nuova linea di Savoia. Ma io mi domando: quale può essere la sua via verso le alte cariche? Come potrebbe accedere al Consiglio di Stato? Io non lo vedo.

SR   Ciò non mi sorprende affatto, dato che presumo che i suoi aperitivi si svolgano all’interno di una cerchia di destrorsi, magari illuminati, ma pur sempre destrorsi. È normale che i “Verdi di Savoia”, o come li vorrebbe Savoia, possano piacere alla destra, visto che il Nostro si spende spesso e volentieri su temi di destra senza battere ciglio. Dal punto di vista personale, l’unico modo per accedere alle alte cariche per Savoia sarebbe stato quello di aderire alla Lega. Per un po’ di tempo è albergata nei cuori dei leghisti una diffusa “malinconia del Nano” in quanto leader e un “caro leader” del calibro di Savoia non sarebbe dispiaciuto. Ma quel momento è passato quando Savoia ha affermato, affossando ogni sua ambizione concreta, di voler togliere, con i suoi Verdi, voti alla Lega. [Una ragione più sostanziale, a mio avviso, è che Gobbi e Zali non l’accetterebbero in lista]  Oggi, poi, la Lega ha il suo anti Nano, caratterialmente parlando, che però è quasi altrettanto efficace nel catturare l’immaginario leghista. Questo personaggio per certi versi sorprendente ha un nome e cognome: Claudio Zali. [La vera novità del panorama politico cantonale. Un uomo interessante, dal carattere scontroso e spigoloso, che seguo con attenzione e che mi piacerebbe decifrare]

Forse potrebbe tentare la mossa che non riuscì a Morisoli, una candidatura interpartitica verso gli Stati. In fondo oggi molti vedono in Savoia una specie di leghista…

SR   La risposta a questa domanda l’ho già data poco sopra. La candidatura interpartitica, in assenza di maggioritario, è senza speranza oggi in Ticino. Infatti, come volevasi dimostrare, proprio Morisoli è stato triturato presentandosi come un “leghista ma non troppo”. [Resto convinto del fatto che  “i voti per eleggere Morisoli, almeno sulla carta, c’erano”. Poi è andata com’è andata, parecchi leghisti (ma non è che si conoscano tutti, uno per uno) non hanno accettato il liberale Morisoli…]

Usciamo per finire un po’ dal seminato (ma non dalla politica). Ho saputo che Zanini, Masoni e Jelmini hanno votato in favore di Venuti, che è indifendibile. Ho molto deplorato questo fatto (scusando la sola Zanini, che non poteva fare diverso). Bene ha fatto il giovane Bertini a rimettere la chiesa al centro del villaggio. Come finirà questa storia?

SR   Guardi, ho scritto un’opinione sul Corriere del Ticino in proposito. Ci sono stati membri del PS che hanno superato i limiti di un dibattito civile, ma a tutti è capitato una sola volta, mai più di una. Invece c’è chi da anni (almeno venti) usa termini e linguaggio degni delle bettole da angiporto per non parlare delle liste di proscrizione dei funzionari, cantonali e comunali, e di tutta la gogna “collettiva” di intere categorie di persone. Ora, anche il buon Karl Marx che, non dimentichiamolo, era un filosofo e per di più un “hegeliano di sinistra”, ha avuto modo di ribadire che la “quantità si trasforma in qualità”. In Ticino, una certa “quantità” si è, purtroppo, trasformata nella morte del linguaggio civile e della riflessione seria e argomentata. Ai piessini capita di fare errori, ma la quantità di improperi toccata all’intera società ticinese da parte di sedicenti “difensori del popolo” che, ergendosi a espressione di una non meglio definita volontà popolare, hanno ribaltato le forme del linguaggio pubblico in questi ultimi due decenni è davvero un’altra cosa…

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