(dalla conferenza stampa dello scorso 3 giugno a Lugano, alla presenza del Dr. Christoph Blocher)
L’associazione «NO alla strisciante adesione all’UE» ha per obiettivo il rigetto del cosiddetto «accordo-quadro», che si sta attualmente negoziando fra la Svizzera e l’Unione Europea.
Con questo accordo-quadro, la Svizzera sottopone all’Unione Europea tre offerte:
1. La Svizzera offre la ripresa automatica di tutte le decisioni dell’Unione Europea su questioni menzionate in qualsìvoglìa accordo bilaterale fra la Svizzera e l’UE. Di fatto, il cosiddetto “acquis communautaire” dell’UE diventa vincolante per la Svizzera, senza che il nostro paese possa in alcun modo influire sul suo contenuto.
Il diritto UE diventa vincolante per la Svizzera.
2. In caso di divergenza d’opinione sull’interpretazione di accordi bilaterali, la Svizzera riconosce la Corte di giustizia dell’UE quale suprema istanza decisionale sulla controversia.
Il diritto straniero viene così imposto alla Svizzera da giudici stranieri.
3. Nel caso la Svizzera – per es. a fronte di una votazione popolare – non possa o non voglia adottare una decisione della Corte di giustizia dell’UE, la Svizzera concede espressamente all’UE il diritto di emanare delle sanzioni contro la Svizzera, unilateralmente denominate “misure di compensazione”.
Su tutti i punti essenziali di questo accordo-quadro, il Consiglio federale si è già accordato con l’UE nel quadro di un cosiddetto non-paper, a metà 2013. Dopo l’elaborazione del mandato negoziale, le trattative formali sono iniziate nel gennaio 2014. Poiché sui punti essenziali ci si è già accordati preventivamente, queste potrebbero essere concluse rapidamente.
La votazione popolare su questo accordo-quadro potrebbe perciò avere luogo nel 2016. «Integrazione istituzionale» nell’UE tramite accordo-quadro significa per la Svizzera di fatto un’adesione strisciante all’UE:
· Giudici stranieri, diritto straniero
· Perdita di sovranità
· Perdita d’indipendenza
· Perdita di autodeterminazione
· Smantellamento della democrazia diretta
NOTA. “Abbiamo pure, per comune consenso e deliberazione unanime, promesso, statuito ed ordinato di non accogliere nè riconoscere in qualsiasi modo, nelle suddette valli, alcun giudice il quale abbia acquistato il proprio ufficio mediante denaro od altra prestazione, ovvero non sia abitante delle nostre valli o membro delle nostre comunità”. Dal patto del Grütli