In questi sei mesi che stanno per concludersi gli amici di Ticinolive hanno conosciuto l’Expo Milano 2015 attraverso una serie di articoli, vivaci e approfonditi, redatti dalla giornalista Cristina T. Chiochia. Oggi l’abbiamo intervistata, affinché potesse raccontarvi ancora una volta la sua ricca e complessa esperienza.

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Francesco De Maria   Si presenti brevemente agli amici di Ticinolive, che l’hanno letta con interesse ma non la conoscono.

Albero della vitaCristina T. Chiochia   Grazie davvero a quanti mi hanno seguita, di cuore. Sono nata a Biella, vissuta (e concepita) a Milano con qualche incursione a Madrid, Barcellona, Bruxelles e Pisa. Dopo il Ginnasio e il Liceo Classico mi sono laureata in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Milano frequentando poi un Master ed un corso di Specializzazione post Lauream in Counselling. Dal 1996 sino al 2000 ho fatto parte del Board dell’Erasmus Student Chiochia 4Network Statale, ricoprendo anche la carica di Presidente e Rappresentante Locale in eventi internazionali. Dal 2002 sino ad ora, ho organizzato e coordinato workcamp internazionali e Progetti Gioventù ed Erasmus in Italia e partecipato ad altrettanti all’estero, in modo particolare nella mia amata Europa. Sin dal Ginnasio, ho scritto articoli giornalistici di costume e nuovi mood. Durante gli studi universitari mi sono dedicata per la prima volta al giornalismo vero e proprio entrando nella redazione di un giornale universitario : Stoà, e successivamente anche come corrispondente di costume per NonsoloEsami e di attualità universitaria per altre Riviste Accademiche tra cui Informazione Universitaria ed Europa e dintorni. Durante la stesura della tesi, ho cominciato a frequentare più assiduamente il web e scrivere per alcuni siti di viaggi e spettacolo, diventandomi del tutto naturale, seguendo poi da vicino due grandi passioni: cinema e teatro. Da ottobre 2004 al novembre 2007 sono stata blogger e creativa di un sito di cultura e dal 2008 ho cominciato a collaborare come freelance per quotidiani online e riviste di cinema interessandomi sempre di più ai nuovi mood del momento. Ora sono redattrice di una rivista online chiamata “dailymood” e collaboratrice free lance di periodici quali il vostro ed “oggialcinema.net”.

In sei mesi quante volte ha varcato le porte dell’Expo? Che attività svolgeva?

CTC   Difficile tenere il conto. Moltissime! All’inizio mi sono occupata di due progetti artistici all’interno di due padiglioni distinti: il mio video “pensieri high tech di una mela di cera” che ha partecipato a shortfoodmovie e proiettata random nel Padiglione Zero ed il mio spettacolo teatrale, vincitore con altri 12 (provenienti da tutto il mondo) del contest “StartArtist” presso il padiglione della società civile; inoltre per circa un mese ho collaborato con un altro dei padiglioni che esponevano e solo successivamente ho deciso di seguire unicamente i daily con le riviste online con cui collaboravo già dall’inizio della manifestazione. Conferenze, eventi, incontri, interviste, partecipazioni internazionali sono diventati in questi mesi, le mie sole attività. Tutto quanto potesse essere interessante al fine di “raccontare expo” attraverso non singole voci, ma evocarne spazi, per così dire, corali. Expo è davvero un mondo parallelo. Una cittadella dove tutti arrivando erano felici, sorridevano, complice la primavera e poi l’estate, un pò come essere “nel paese delle meraviglie” , ma che molti non conoscevano, forse avrebbero imparato a conoscerlo attraverso i miei articoli…

Quali sono state le sue relazioni con l’organizzazione dell’Expo? Com’erano le condizioni di lavoro per i giornalisti?

CTC   Ottime. Una macchina perfetta. Anche se il fattore umano, ovviamente, fa la differenza a livello pratico e, secondo la mia esperienza, purtroppo, anche in negativo. Riguardo alle condizioni di lavoro dei giornalisti: dipende dai giornalisti (e dai redattori, fotografi, operatori). In Expo, il vero “scandalo” credo sia stato avere molte persone che utilizzassero l’accredito per “entrare gratis” invece di poter usare servizi e strutture o altre agevolazioni; fenomeno che l’organizzazione stessa cercò di limitare concedendo quasi da subito dei pass non più permanenti per l’intera manifestazione, ma settimanali (e prorogabili a loro discrezione). L’area stampa invece era grande, in una location funzionale. Tutto perfetto.

Chi ha scritto, a suo giudizio e a sua conoscenza, il miglior articolo sull’Expo?

CTC   Sono un po’ di parte, perché in Expo ho frequentato spesso il padiglione del Corriere della Sera. Ma credo che avendo addirittura una location privilegiata non solo nel sito dell’esposizione ma sul decumano, i giornalisti del Corriere riuscivano sicuramente (e più facilmente) a “intercettare” ciò che accadeva o sarebbe accaduto in Expo perché non solo testimoni, ma protagonisti. A differenza di tutti gli altri giornalisti in sala stampa o nei cubi trasparenti sparsi nel sito dell’esposizione di alcune radio. Se però dovessi scegliere essendo di Milano, direi l’intervista di Stefano Palacchi dal titolo“ Una moderna capitale del cibo come piace a me” sul Gambero Rosso sull’idea di come è cambiata Milano con gli occhi di Davide Rampello, direttore artistico del padiglione zero di expo (e gourmet appassionato).

Chiochia 5“Minimacromundi” scritto e diretto da Cristina Chiochia (Expo, settembre 2015)

Citi una scoperta che l’ha sorpresa, una cosa che non si sarebbe mai immaginata.

CTC   Le motivazioni dei volontari e dei ragazzi dei padiglioni. A partire dai nonni volontari con i nipoti, quelli in “incognito” come Carlo Pesenti, consigliere delegato di Italcementi (i realizzatori di Palazzo Italia). Sicuramente l’entusiasmo dei ventenni con cui ho avuto modo di confrontarmi: sottopagato (e forse sfruttato) che accoglieva il singolo visitatore come se fosse il suo migliore amico. Un 30-40 enne -della generazione “erasmus”- forse, non avrebbe accettato di lavorare gratis 8-12 ore al giorno in piedi, sotto il sole a picco o la pioggia fitta, senza neppure un rimborso spese come volontario e se andava bene, per 300 euro al mese (viaggio sino a Rho a proprio carico dai paesini dell’hinterland piemontese e lombardo più sperduti). La cosa che non mi sarei mai potuta immaginare è la motivazione. A domanda mi risposero: “io qui faccio esperienza. So due lingue straniere perfettamente, sto laureandomi all’Università ma in nessun’altra parte del mondo avrei mai avuto modo di avere a che fare con più di 20.000 visitatori tutti differenti per nazionalità, lingua ed educazione. Qui imparo a tenere la giusta misura. A capire con chi ho a che fare e se mi vogliono fregare o meno, imparo a non farmi fregare insomma!”. Lavorare ad Expo per imparare a difendersi da un mondo che ti vuole fregare, una gran bella motivazione. Una prospettiva che mi ha davvero sorpresa.

Stupisca il lettore con le cifre dell’Expo, a sua scelta.

CTC   Credo che la più interessante sia 17.000. Che altro non sono che le tonnellate di rifiuti si dice, prodotti in questi sei mesi. Alcuni studiosi hanno fatto una media che mi ha colpito moltissimo: nella spazzatura sono finiti circa 80 tonnellate al giorno di immondizia. Arrivando a cifre record nei fine settimana dicono, di circa 130-140.

Mi faccia il nome di 5 VIP che hanno visitato l’Expo.

CTC   Credo l’abbiano fatto un po’ tutti. Un elenco di soli 5 senza un vero criterio, se non quello di averli visti di persona potrebbe essere: Il Principe di Monaco, la moglie di Matteo Renzi, Maria Franca Fissolo Ferrero , Vittorio Sgarbi e Ban Ki Moon.

Chio 111Stili la sua personale classifica dei migliori padiglioni (in senso complessivo: architettura, concetto, ricchezza, varietà, confort, …)

CTC   È una domanda complessa, a cui spero di aver risposto approfonditamente nei miei articoli come corrispondente Expo per “ticinolive”. Sicuramente per architettura quello della Malesia (struttura di legno che rappresenta 4 semi che si incrociano dando vita nella notte a disegni cromatici bellissimi), per concetto quello del palazzo Italia, dell’Angola e del Quatar (con la sezione sull’Albero della vita ed il mini- albero all’interno del padiglione per L’italia, Idem per gli altri due: al loro interno una “rivisitazione” del loro albero della vita. Di baobab per l’Angola e di Palma per il Quatar), per ricchezza sicuramente quelli che esponevano gioielli. In modo particolare le perle dell’Indonesia e del Kuwait. Delinare il mondo della ricchezza con la ricchezza della natura, in particolare del mare. Per varietà sicuramente tutti i cluster, a parimerito e per confort Russia ed il terzo padiglione della Cina, il Vanke. Il primo in modo particolare per il bellissimo ristorante del primo piano che imita l’orient express, il secondo per la splendida terrazza che gode di divanetti e vista unica.

Che impressione le ha fatto il padiglione svizzero?

CTC   E’ notizia di questi giorni che il padiglione svizzero ha vinto il premio come miglior interprete del tema di Expo. Quindi non posso che dire che la mia è una impressione totalemente positiva . La sensazione però è che le cose nel padiglione svizzero finiscano sempre troppo in fretta. Molto è vero, dipende da quale periodo della manifestazione si vuole prendere in considerazione. Nella prima fase di maggio-giugno, indubbiamente era il più attivo per i bambini e per la promozione del territorio (bellissime le promocard e belli i personaggi di goccia e sale, davvero attivissimi sul decumano), nei mesi estivi ed a settembre è stata la “voracità” dei visitatori a farla da padrone. Forse per questo, arrivando in questi giorni, per esempio,di affluenza massima può anche capitare di entrare alla sala sulla mostra sulla città di Ginevra e vederla già disallestita (ma con le hostess che ugualmente invitano ad entrare), con tutta quella folla poi che si riversa sulla terrazza del padiglione inutilmente, beh, la delusione è molta…a parte questo una delle Mascotte, la goccia d’acqua, ha il mio nome,Christina, ottima scelta, direi!

Chio 091Ho visitato l’Expo tre volte e ogni volta mi sono trovato in difficoltà nella ricerca di un sito dove pranzare o cenare, a causa dell’enorme affollamento e, in certi casi, della scarsa attrattività dell’offerta. Lei come ha risolto il suo problema personale?

CTC   Semplicemente non ho avuto mai questo problema. Effettivamente Expo si è presentato anche sotto questo punto di vista un mondo a parte con molte aree ristoro perfettamente segnalate sulle cartine, ma alcune organizzate non cosi perfettamente. Ovvio che chi non aveva dimestichezza con il sito, si reca nei posti segnalati sulla mappa, creando una immensa concentrazione umana dato anche il numero di visitatori. Io personalmente ho mangiato raramente in quei posti, preferendo sempre la cucina tipica dei padiglioni (per piatti che poi non avrei più assaggiato cucinati cosi come nel padiglione Korea, Cina, e Sultanato dell’Oman e con pochissima fila da fare e tavoli e pergolato sempre ben puliti) o facendo qualche fila più lunga-sempre questione di 5 massimo 10 minuti- nei cluster, in modo particolare quello delle zone aride del riso con gli annessi tavolini all’aperto. Senza dimenticare che molti dei produttori italiani aderenti al padiglione Cibus Italia mettevano ogni giorno gratuitamente in vari momenti della giornata i loro prodotti da bere o da mangiare a disposizione dei visitatori e che nel padiglione stesso c’erano sempre degustazioni gratuite aperte al pubblico. Questo per quanto riguarda pranzo e cena. Per aperitivi impareggiabile la terrazza del Vanke con i tipici assaggini cinesi o il food street di Belgio, Olanda e Slovacchia. E per una pausa offerta gratuitamente, allo stand della Polonia per una mela, aspettare nel tardo pomeriggio le dimostrazioni al cluster cocoa per degustare un gelato fatto sotto i propri occhi o un succo o un infuso o un prodotto della terra vicino al padiglione cinese o giapponese. Senza dimenticare le feste a tema e gli happy hour gratuiti del cluster del bio-mediterraneo. Indubbiamente il più affollato di buon cibo e buon umore. Mai visto comunque un assaggio negato a nessuno. Si trattasse anche solo del caffè al padiglione Alitalia o a Casa Corriere con inoltre il quotidiano in distribuzione, sempre in modo completamente gratuito.

Nella folla fittissima non mi sono mai sentito in pericolo. La sicurezza dell’Expo non era molto visibile ma indubbiamente c’era. Lei sa com’era organizzata?

CTC   No non ne conosco assolutamente l’organizzazione interna. So però che vi erano più agenzie di servizi di sicurezza. Forse questa sensazione nasceva dall’incontro di esprienze anche differenti in questo settore, la sicurezza nei grandi eventi declinata con un alto profilo professionale (e personale) delle persone con la creazione di gruppi “operativi” veramente di supporto con le forze dell’ordine italiane ed in continuo collegamento tra organizzazione e realizzazione. Forse la vera scelta vincente. Basti pensare al problema sicurezza al Lake Arena ed i “cordoni” d’uscita anti folla. Impossibile immaginarli in altro modo, credo.

Chio 052Attorno all’Expo sono scoppiati anche scandali. Quanta corruzione c’è stata nell’Expo realmente? Come è stata affrontata?

CTC   Gli scandali scoppiano e quando scoppiano si rischia spesso di dimenticare tutto il resto. Fortunatamente non è finita così per Expo. Ma ovviamente allo stato attuale delle indagini non è ancora possibile sapere quanta corruzione ci sia stata nell’affare Expo realmente nè com’è stata o sarà da ora in poi, affrontata.

La lunga avventura è quasi finita. Come si concluderà l’Expo?

CTC   Expo si concluderà il giorno del mio compleanno, il 31 ottobre credo con una grande festa di “addio”. Ed a dire il vero, mi è sempre parso che poter essere “un’abitante” del sito espositivo e non solo una sua visitatrice fosse la vera avventura. E’ una storia che sto vivendo e quindi non riesco ancora ad immaginare il finale,dal punto di vista personale, preferisco vivermi , giorno per giorno, le belle emozioni che la mia “città Expo” mi sta offrendo: di nuovo l’allegria e non lo stress della folla affamata di padiglioni, l’allegra tranquillità di un giro sul decumano senza la paura di essere… calpestati; dal punto di vista del sito è indicativo quanto detto dal nostro Presidente della Repubblica Italiano Mattarella : “le attese non devono essere deluse”; credo quindi che si concluderà bene, sotto questo spirito politico positivo ed anche se dal 20 di ottobre non è più possibile comprare biglietti a data fissa nè l’ultimo giorno di esposizione sarà possibile entrare dopo le 17 (neppure per quelli già in coda) o presentarsi vestiti e truccati da halloween, sarà una grande e bella festa, la festa di un successo declinato ottimamente per la sua capacita di “progettare, coinvolgere allargare unire” confini.

Che cosa resterà di ciò che è stato costruito?

CTC   Più sicurezza alimentare e rispetto per il cibo. Expo è nato molto prima del sito espositivo. Da 5 anni di eventi e progetti sparsi per la città, la condivisione dei tavoli tematici, io stessa ho fatto parte di due tavoli tematici nel 2013 e nel 2014. Sicuramente quindi rimarrà lo scambio culturale, sociale, economico e civile sul tema di Expo “Nutrire il Pianeta” di questi anni e di questi mesi di Expo, la Carta ad esso connessa, lascito di una eredità immateriale che anche io ho firmato. Concretamente riguardo ai padiglioni, spero ancora che il futuro di EXPO possa risiedere nelle sue aree di servizio di design di legno, progettate dall’ onsitestudio&co che sono già autonome e funzionali, pronte per ospitare con tanto di servizi, collegamenti con acqua luce e gas, ristoranti, bar, ristoratori pronti insomma ad “intercettare” “l’onda” del gusto di Expo che si sta per concludere già a primavera 2016, quando in teoria, riapriranno Palazzo Italia ed Albero della Vita. Però per ora non si parla assolutamente di una “cittadella del gusto”, ma solo di lasciare, accanto ad una Cascina Triulza perfettamente funzionante ma bloccata dallo smantellamento degli altri padiglioni, Padiglione Italia nella sua totalità.

Per concludere. Per l’Italia e per Milano l’Expo è stata un affare?

Chio140CTC   Credo di Sì. Milano è rifiorita: negli anni sono spuntati nuovi grattacieli ed edilizie nuove, si sono aperte la Darsena, diversi ostelli ed osterie low cost, Fondazione Prada in una zona periferica che sta diventando in pochi mesi un polo culturale di moda e design, le nuove linee di autobus e tram, il potenziamento generale dei trasporti, l’inaugurazione della metropolitana lilla del monumentale, la pista ciclabile della zona circostante il sito espositivo. Però Milano è abituata ai grandi numeri, grazie alla settimana del Salone del Mobile e del suo Fuorisalone , le settimane della Moda e spesso, non sa bene cosa farsene. Nessuno pero si aspettava che gli stessi “grandi numeri” diventassero quelli di Expo. Eppure la filosofia del Fuorisalone ha premiato Milano più di quanto abbia premiato l’idea stessa del FuoriExpo. Basti paragonare il successo dei fuoriexpo milanesi con i “gemellaggi” sparsi per l’Italia. Un successo, basti come esempio il portale che ha creato la Regione Veneto, facendo del gioco di squadra il successo di un nuovo modo di intendere il turismo sul territorio, mettendosi a disposizione della manifestazione sita a Rho Pero direttamente con collegamenti diretti su rotaia. Tutte cose che Milano ha già sperimentato da anni con il Salone del Mobile, ma non era scontato avvenisse anche in altre Città o Regioni Italiane, per quanto limitrofe come Veneto, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna avessero voglia di fare. Un piccolo miracolo, tutto italiano che, da milanese, sono certa, continuerà con la creazione di buone pratiche, per primavera 2016 c’è ancora tempo. E sono quasi sicura che in concomitanza con il Salone del Mobile, avremo notizie anche dalla sede della manifestazione di Expo2015 di Rho.

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