Elucubrazioni elettorali e soggettive (titolo originale)

Blocher-Gobbi yDopo 16 anni il Ticino si ritrova finalmente con un candidato al Consiglio Federale, in corsa con la casacca ufficiale (UDC) di un partito che per una stranezza del caso è il maggior partito nazionale e nel contempo il minor partito a livello cantonale. Da anni vado dicendo che anche il movimento dei Bignasca prima o poi dovrà confluire, per naturale e fisiologica evoluzione in senso democratico, nell’UDC. La Lega attuale, dopo la prematura scomparsa del suo geniale e straordinario genitore, ha la fortuna di aver trovato 5 suoi esponenti (2 a Bellinzona e 3 a Lugano) in grado di degnamente rappresentarla nei più importanti esecutivi cantonali. Altri personaggi all’altezza dei compiti si affacciano alla ribalta, come parecchi suoi esponenti in GC o come l’improvvisato, ma efficace e profilato, recente candidato al Consiglio degli Stati. Disturba invece la presenza concreta, con rari “flash” mediatici nei momenti che contano, di una donzella priva della pur minima legittimazione democratica alla guida del movimento. Ad ulteriormente infastidire è la presenza, più addietro nelle quinte e democraticamente parlando ancora meno legittima, di un coniuge afflitto da una quasi patologica inclinazione al “leading from behind”.

soldatiSe son rose fioriranno. Ma veniamo adesso alla candidatura di Norman Gobbi. Che il gruppo UDC – con i due leghisti e il rappresentante del MCG (movimento dei cittadini ginevrini) – adottasse la proposta dell’apposito ufficio di un trittico linguistico era logico e prevedibile, visto che sia Blocher (“ma purtroppo a decidere chi sarà eletto sono gli altri partiti”) che Brunner si sono chiaramente espressi in favore dell’elezione, dopo 16 anni di digiuno, di un Consigliere federale ticinese. Gobbi essendo l’unico candidato di lingua madre italiana, logico che figuri adesso nel terzetto che correrà per la seconda poltrona UDC.

I motivi per eleggerlo non mancano, e i nemici neppure. In particolare la stampa sopracenerina e in primo luogo i media elettronici di parastato (scandaloso a mio parere il Teletext, gestito dalla redazione più inetta che io conosca).
Uno dei favoriti della prima ora, lo sciaffusano Hannes Germann, presidente della Camera alta nel 2014, politicamente parlando un mollusco anguilloide (benvisto anche dai progressisti, è tutto dire è subito stato escluso). Ma per fortuna è stato escluso anche Heinz Brand, che personalmente non avrei votato in nessun caso perché presidente dal 29.8.2014 di Santésuisse, in qualità di successore di un Brändli (grigionese anche lui), che la sua parte di danni l’ha già fatta. I cassamalatari a Berna di lobbisti ne hanno fin troppi (anche il Ticino con Cassis fa la sua parte), regalar loro un possibile Consigliere federale era un pericolo da non correre. Nelle interviste televisive Brand si è rivelato personaggio arrogante e troppo sicuro di se stesso (“è una giornata come tutte le altre”, “anch’io parlo benissimo l’italiano”), poi, vistosi escluso malgrado la conoscenza dell’italiano, di rara meschinità, con manifesta incapacità di contenere la bile traboccante: “16 anni di esclusione dal CF non bastano per giustificare l’elezione di un Consigliere federale”). Buon per noi che i suoi colleghi, probabilmente ben conoscendolo, lo abbiano escluso.

Prescelto invece, per la Romandia, Guy Parmelin, preferito ad un Oskar Freysinger che oggettivamente avrebbe avuto poche possibilità di elezione per il semplice fatto di essere un duro e puro che dice pane al pane e vino al vino. Che io ricordi Guy Parmelin ha al suo attivo una sola cosa, quella di essere stato l’unico deputato UDC a votare a suo tempo in favore della riabilitazione postuma dei comunisti elvetici (in pratica quasi tutti giurassiani e neocastellani, seguaci del capofila staliniano ginevrino Jules Humbert-Droz) partecipanti alla guerra civile di Spagna nei ranghi degli assassini di oltre 10.000 religiosi cristiani. Riabilitazione di persone condannate al rientro in patria in base ad una legge chiaramente in vigore. Un voto, questo di Parmelin, che non ho mancato di segnalare a chi di dovere. Quanto basta, e ne avanza, per farmi auspicare la caduta del romando già al primo scrutinio.

I media svizzeri danno adesso come favoritissimo Thomas Aeschi, stella nascente (o rampante?, non so) del partito, per le approfondite conoscenze del mondo economico e finanziario. Conoscenze certo non da disprezzare e appoggio conclamato forse per un inconscio riflesso, in quanto necessarie per riparare i danni causati dalla Giuda in gonnella, che sempre ha goduto del sostegno da parte dei medesimi media. Nulla da eccepire a questa candidatura, se non il fatto che nell’esecutivo federale (come nelle due Camere) il mondo dell’economia e della finanza è già più che sufficientemente rappresentato.

A non essere sufficientemente rappresentati siamo invece noi, modesti cittadini qualunque, muniti tutti di ampi diritti democratici … a responsabilità limitata, nel senso che alla resa dei conti troppe e sempre più volte le decisioni popolari (espulsione dei richiedenti l’asilo criminali, tanto per fare un esempio) vengono ostacolate in nome di soggettive ideologie proprio da chi, nell’esecutivo come nel legislativo, dovrebbe impegnarsi per la loro messa in atto. Un candidato al CF più adatto di Norman Gobbi per rappresentarci non riesco a scorgerlo. Una considerazione, questa, che i parlamentari chiamati ad eleggere il secondo consigliere UDC non dovrebbero negligere. Un negligere che significa esattamente: trascurare colpevolmente, verificato sul dizionario.

“Insoluta quaestio” rimane il sostegno che Gobbi riceverà dalla delegazione ticinese. Il voto è segreto, gli esperti di votazioni riescono a determinarlo in larga misura, ma anche a bocce ferme rimarrà una zona grigia, nella quale confluiscono gli elettori che se è Caio che ha votato Gobbi allora è Sempronio che non lo ha votato. Le mie previsioni? 5 ** sì (Chiesa, Pantani, Quadri, Regazzi e Romano), 2 no (Abate e Guscetti), 3 dubbi (Lombardi, per un riflesso di autodifesa, se Gobbi è eletto il suo ambito seggio sotto la cupola svanisce, comunque sia capiremo cosa ha votato dal voto del suo gruppo; Cassis, per lui vale lo stesso discorso, l’ambizione al CF non è ancora confessata ma c’è; Merlini, al quale l’UDC sta notoriamente sullo stomaco).

Per finire il mio pronostico? Io, e speriamo che il mio non sia solo speranza: Gobbi verrà eletto.

Gianfranco Soldati

** (fdm) Io, più stretto di manica, avevo scritto ” 3 o 4 “. Faccio 5 anch’io, così mi metto alla pari su un bel 50%. Quanto ai casi “dubbi”, immaginare che Merlini possa votare per Gobbi è un… volo pindarico di indiscutibile audacia.