Morellet VariscoFino al 21 agosto alla Ghisla Art Collection di Locarno la mostra temporanea “François Morellet & Grazia Varisco”. L’esposizione propone un dialogo tra due protagonisti dell’arte europea che nel divenire dei loro percorsi artistici hanno avuto l’occasione di esporre insieme più volte. Il percorso vuole mettere in luce sia i parallelismi sia le diversità delle loro personalità poetiche, che in modi differenti hanno sempre cercato di mettersi in relazione con lo spettatore in maniera anticonvenzionale, per coinvolgerlo in un’esperienza artistica ogni volta inattesa e sorprendente.

La selezione delle opere in mostra restituisce in modo esemplare le diverse diramazioni della loro ricerca, iniziata per entrambi nel grande laboratorio europeo dell’arte programmata e cinetica degli anni sessanta e successivamente sviluppata creando lavori nei quali il movimento dell’immagine, visuale o meccanico, ottico o fisico, intende risvegliare continuamente l’attenzione e lo sguardo dell’osservatore, in una relazione interattiva.

François Morellet viene considerato il più grande precursore del minimalismo in europa oltre a essere anche un gran maestro nel’ astrazione geometrica. Per Morellet, un’opera d’arte si riferisce solo a se stesso. I suoi titoli sono generalmente sofisticati, mostrare un po ‘gioco di parole, e di descrivere i “vincoli” o “regole” che ha usato per crearli. Come altri artisti contemporanei che usano i vincoli e le possibilità nelle loro opere, Morellet utilizza regole e vincoli stabiliti in anticipo per guidare la creazione delle sue opere, e consente anche possibilità di svolgere un ruolo in alcune delle sue composizioni. Il suo uso rigoroso della geometria tende a creare lavoro emotivamente neutro, e lo ha posto vicino alla Minimal art e dell’arte concettuale nei suoi obiettivi.

Grazia Varisco, è un esponente di rilievo dell’Arte cinetica e programmata. Per Grazia Un opera restituisce in modo esemplare le diverse diramazioni della sua ricerca, dai giochi magnetici dell’iniziale fase programmatica, alle costanti alterazioni delle regole visuali che segnano l’identità mutevole dell’artista dagli anni Sessanta fino all’attualità. In ogni fase del percorso, Varisco esplora l’essenza dinamica dell’immagine, usa diversi mezzi per modificare la sensibilità acquisita, usa strumenti operativi che non escludono mai il dubbio e l’inquietudine, amplificando la percezione di ciò che abitualmente accade e rimane inosservato.

La mostra si inserisce perfettamente quale culmine del percorso espositivo, come se i due artisti fossero in un colloquio ideale anche con le altre opere della collezione permanente, inoltre mette in evidenza l’originale personalità artistica dei due importanti protagonisti della scena artistica internazionale contemporanea, capaci di indagare e ricercare attraverso le variazioni della luce, spazi e movimenti, sensorialità e percezione.

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