soldatiFinalmente un criminale innocente, innocente perchè geneticamente tarato fin dal concepimento, è stato internato a vita. Claude Dubois, stupratore e due volte assassino, è stato condannato sulla base di una modifica della legge vigente che il popolo, orripilato (avere il pelo irto dall’orrore e raccapriccio) dai troppi casi di recidiva, ha dovuto strappare quasi di forza a tutto un coacervo di politici e giuristi che volevano restare monopolisti del diritto di giudicare. Dubois aveva assassinato il 14.1.1998 una sua amica che voleva lasciarlo, con 5 colpi di revolver, dopo 4 ore di indicibili torture. Giudicato dal perito psichiatrico forense “narcisista pervertito con gravi disturbi della personalità e tratti asociali”, ma non a rischio di recidiva, era stato condannato a 20 anni di reclusione. Dalla prigione era riuscito, tramite internet, a farsi sposare nel 2004. La moglie lo lascerà presto, dopo essersi accorta di avere a che fare con una persona “speciale”. Nel 2011, trascorsi due terzi della pena, gli viene rifiutata la liberazione, ma gli viene concesso il trasferimento in una struttura aperta e poi l’arresto domiciliare con tanto di cavigliera elettronica. Provvede a se stesso con 6’000 franchi al mese che gli passa il padre benestante, più il salario della moglie almeno fino al momento della separazione. Il padre gli trova facilmente un posto di lavoro, ma poco dopo viene arrestato nel dicembre 2012 per minacce di morte a colleghi. Il 14.1.2013 una giudice lo rimette in libertà. Allaccia allora contatti femminili, sempre tramite internet, l’ultimo con una cameriera 19enne, Marie, che diventerà la sua (prevedibile) seconda vittima. Marie gli dà il foglio di via l’11 maggio. Il 13 maggio viene rapita di forza, una testimone vede la scena, allarma la polizia che si mette alla sua ricerca ma arriverà a scovarlo troppo tardi. Il secondo “femminicidio”, obbligatorio perché dovuto ad una tara genetica, è cosa fatta. Le nuove perizie psichiatriche giungono a risultati in aperto contrasto non per la diagnosi di chiara affezione mentale, ma per il giudizio di possibilità terapeutica. Che un maniaco sessuale che ha ucciso una donna come Dubois ha ucciso la prima sua vittima sia geneticamente e irricuperabilmente tarato è tanto evidente da indurmi a pensare che solo ed unicamente uno psichiatra forense può pensare di poterlo curare. Deformazione professionale o inconscio interesse alle munifiche indennizzazioni delle proprie prestazioni peritali? Non lo so. Il guaio è però che oltre a periti psichiatrici scadenti vi sono ancora giudici che danno loro credito. Questa condanna all’internamento a vita (dopo il secondo assassinio) lascia spazio alla speranza che i giudici, e con loro gli psichiatri forensi, capiscano finalmente che chi assassina da maniaco sessuale deve essere giudicato geneticamente tarato (e quindi internato a vita anche se moralmente innocente perché tarato) già dopo il primo assassinio. L’altra possibile soluzione del problema potrebbe essere la …. diciamo alienazione testosteronica definitiva, chirurgica e non chimica. La decisione di sottoporsi ad una mutilazione terapeutica che non può venir decisa dal giudice dovrebbe venir lasciata all’interessato.

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Schengen3Schengen, Dublino e il perfetto credulone   Non riesco a capacitarmi del fatto che uomini sicuramente intelligenti e certamente istruiti o molto istruiti non riescano a liberarsi dei loro pregiudizi e delle loro utopie neanche davanti a fatti evidenti anche a debili mentali e analfabeti. Per esempio per non ammettere il fallimento di Schengen, previsto fin dall’entrata in vigore del trattato da uomini come Blocher, che di peso politico ne ha anche troppo, ma pure da me, che nella politica sono un peso piuma invalido perché mancante di un braccio, guarda caso proprio del sinistro, per non ammettere il fallimento bisogna esser scemi oppure in perfetta malafede, per non dichiarati interessi. Discorso che naturalmente vale anche per il trattato di Dublino. Solo dei perfetti creduloni, come quelli che abbiamo a Berna, avrebbero potuto immaginare, dando prova di una fantasia sublime, che gli italiani avrebbero identificato tutti gli asilanti di Lampedusa per poi riprenderli se fossero come per caso ulteriormente“approdati” da noi e rinviati al mittente. Recentemente la Svizzera è stata onorata dalla visita semi-ufficiale di un ex Presidente della Germania, Christian Wulff, costretto alle dimissioni sulla base di un’inaudita campagna denigratoria poi rivelatasi basata su false accuse. Intervistato dalla “Weltwoche”, ha affermato quanto segue:

1. Il controllo delle frontiere esterne è compito dell’UE. Drizzare recinzioni e reti di filo spinato ai confini delle singole nazioni produrrà danni incommensurabili, per l’economia e per i trattati di Schengen e Dublino. Come dire che reagire alla verificata inconsistenza e pratica nullità dei due trattati è azione da reprimere con ogni vigore.

2. Mi impegno per la messa in esecuzione dei nostri trattati e per la ricerca di una soluzione condivisa dei problemi. Ho visitato Zaatari, un campo profughi in Giordania, 90’000 rifugiati in un paese di 5 milioni di abitanti. Non capisco allora perché 500 milioni di europei non dovrebbero o non potrebbero accogliere 3 milioni di rifugiati. Un discorso apparentemente logico, in realtà così stupido da essere indegno di un ex presidente. A ragionare come fa lui, anche all’Alaska e alla Patagonia incomberebbe il dovere morale di accogliere siriani in fuga. Non riesce, il signor Wulff, a far la differenza tra paesi confinanti, facilmente raggiungibili, e paesi che sono attrattivi solo ed esclusivamente per il sostegno economico indiscriminato che offrono.

3. O risolviamo i problemi a livello europeo comunitario o falliremo. Christian Wulff non si è ancora accorto che l’UE ha già fallito, e che la Svizzera corre lo stesso rischio.

4. Ai festeggiamenti dell’anniversario della riunificazione della Germania ho detto (è sempre l’ex presidente che parla) che Cristianesimo e Giudaismo sono parte integrante della Germania, ma che adesso lo è anche l’Islam, benvenuto da noi. Per me, dice l’ex presidente, è fondamentale la nostra capacità di far vedere al mondo che da noi le tre religioni con le loro chiese, sinagoghe e moschee sono capaci di convivere pacificamente.
Potremmo magari essere d’accordo, a condizione però che a convincere i terroristi dell’Isis ci vada l’ex presidente in persona. Quando li avrà convinti i musulmani saranno benvenuti anche per noi, semplici cittadini svizzeri o semplici sudditi di questa disastrata UE.

5. A proposito di società parallele tipo Molenbeek l’ex presidente Wulff è categorico: non bisogna accettarle. Secondo lui il “multiculti” è fallito, ma se lo si interpreta come convivenza di esseri umani con uguali diritti resta il “Gebot der Stunde”, comandamento del momento. Insomma, è fallito, ma se lo accettiamo non è più fallito.

Titolo dell’intervista era: “Non dobbiamo frantumare l’Europa”, sottinteso: con le continue e troppe critiche. Qui dobbiamo proprio dar ragione all’ex presidente. A frantumare l’UE pensano già i pensatori come lui e, peggio ancora, i dirigenti dell’attuale UE. Ma forse mi sbaglio, perché a risolvere i problemi dell’UE, grazie alla geniale idea di un misero obolo di 6 miliardi di euro, ci penserà Erdogan Tayyp Recep.

Gianfranco Soldati