Per qualche lettura al caldo (titolo originale)

Pubblicato nel Corriere del Ticino come Opinione e riproposto con il consenso dell’Autore

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spettro_populismoNon so che senso possa ancora avere scrivere oggi, soprattutto per esternare i propri pensieri sulla carta di un giornale, mentre la maggior parte, soprattutto dei giovani, non legge quasi più nulla, tanto è continuamente intenta a smanettare (magari con la musica degli auricolari) con gli occhi ammaliati dall’alta definizione di un luminoso pixellante schermo. Eppure credo che scrivere – ma soprattutto leggere – sia soprattutto oggi esercizio fondamentale per non andar del tutto smarriti. O, almeno, per conservare ancora un po’ di lucidità mentale.

Una ginnastica propedeutica poco costosa che può servire a tenere in forma il corpo e la mente. E possibilmente, a debita distanza, l’avanzata dell’Alzheimer (altro che palestre con pilotati pilates a pagamento). Un esercizio comunque che aiuti anche a ragionare e a meglio riflettere sulla vita: quella nostra e quella degli altri; ma soprattutto a meditare attraverso il respiro e il battito cardiaco che nascono dai ritmi del nostro corpo terreno. Ritmi che non son quelli aritmici degli algoritmi da digitale ibernante.

Che poi oggi ci sia più gente, rispetto a non molti anni fa, che scrive, suona, canta, dipinge, balla, salta, ma soprattutto esibisce poi in pubblico, e senza pudori di sorta, tutte queste sue produzioni «artistiche», mi sembra tutt’altra faccenda. Da delegarsi semmai, per essere analizzata e studiata, a più idonee sedi, in possesso dei migliori e più aggiornati strumenti, come quelli dell’antropologia culturale, della sociologia, dell’economia, dell’estetica, della linguistica, della psichiatria.

Fin qui solo per dire che da qualche tempo leggo/sento sempre più spesso, tra molte altre adoperate in eccesso, due parole – usate sovente in antitesi – che non riesco più a sopportare: «populismo» e «progressismo». Anche perché chi ne abusa cerca sovente di far loro dire tutto e il contrario di tutto: ossia, l’assoluto nulla. Vorrei perciò consigliare, a chi ancora riesce a trovare il tempo e la pazienza, ma soprattutto il piacere e la passione, di leggere due libri che mi hanno recentemente deliziato lo spirito e la mente. Eccoli: «Baciami senza rete» di Paolo Crepet, Mondadori, 2016, e «Dopo l’occidente» di Ida Magli, pubblicato nel 2012 dalla BUR–Mondadori. Del primo di questi due volumi vorrei soprattutto consigliare la lettura ai giovani genitori e agli insegnanti. Altro che «La scuola che verra».

Paolo Crepet – psichiatra, non di certo apocalittico, ma forse un po’ troppo alla moda per certe sue eccessive apparizioni televisive – scrive questo suo più recente saggio in modo accattivante e chiaro per tutti, mettendo in guardia su i gravi pericoli nei quali si può incorrere oggi facendo un uso smodato della «rete» (altro che reti da pesca di biblica memoria).

Ida Magli, nata nel 1925, e appena scomparsa quest’anno, è stata un’antropologa di chiara fama ma soprattutto una donna visionaria, coraggiosa anticipatrice dei tempi. Questo suo volume (ultima sua opera?) aiuta a farci capire il mondo in cui stiamo vivendo. A qualcuno farà magari venire il mal di pancia. Ma anche la pancia non è forse – del nostro corpo – il secondo cervello da utilizzarsi senza remore e paure? E allora perché non compiere un piccolo, ma molto appagante, sforzo, tenendo una coperta termica sulla pancia? C’è poi in questo libro un ultimo capitolo, «La Russia fra Oriente e Occidente», che vale da solo l’opera intera. Opera che in copertina porta come sottotitolo: «Lo strapotere della finanza, la fine della politica, il tramonto della chiesa. Come possiamo riprendere in mano il nostro futuro, prima che i banchieri ce lo comprino a prezzi stracciati». Vi basta?

Se però preferite dedicarvi a letture più amene, meno impegnate e più evasive, fate pure: consigli da altre e più autorevoli fonti di sicuro non mancano. I miei sono solo modesti, ma spassionati suggerimenti, di un dilettante. Auguri.

Orio Galli