Per “par condicio” – dopo aver citato Natalia Ferrara, PLR – diamo la parola al direttore del Mattino Lorenzo Quadri. Il quale, s’intende, ha le sue ragioni.

Su un punto specifico ci distanziamo nettamente da lui; quando scrive: ” la partitocrazia, invece di prendersela con i funzionari corrotti, ne approfitta per attaccare il capodipartimento”. Lorenzo, la responsabilità è sempre, primariamente, del Capo. Altrimenti, a che cosa serve essere capi?

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La nuova presidenza PPD è in fregola di visibilità. La linea è quella del “chi vusa püsée, la vaca l’è sua” (nb: non garantisco per la correttezza dell’ortografia in dialetto, non essendo torinese non ho le competenze necessarie). In questo modo gli uregiatti pensano di recuperare consensi. Invece con l’ invettiva di cui sotto la fanno fuori dal vaso. Infatti:

  • capitan Schettino ha abbandonato la nave, proprio quello che Gobbi ha detto di non voler fare.
  • E’ un dato di fatto che i funzionari finiti alla Farera, a partire da quello italiano, li ha assunti il Gigio Pedrazzini. Non si vede perché questa realtà dovrebbe essere taciuta; per fare un favore al PPD? E nemmeno si vede perché un qualsiasi capodipartimento dovrebbe assumersi anche le responsabilità del suo predecessore PPD (che oltretutto va ancora in giro a pontificare); sempre per fare un favore a Dadò & Co?
  •  le reazioni al limite dell’isterismo del PPD si iscrivono in quel fenomeno detto “coda di paglia”: da chi sia stato colonizzato il Dipartimento delle istituzioni nel corso dei decenni (!) lo sanno anche i paracarri.
  • sempre gli stessi paracarri, sanno anche che non si può lasciare a casa un funzionario cantonale senza avere in mano elementi concreti. Scommettiamo che se Gobbi avesse cominciato a licenziare funzionari assunti dal Gigio sulla base di “sospetti”, i primi a fare cagnara sarebbero stati proprio i deputati ed i sindacati PPD?
  • Interessante notare che la partitocrazia, invece di prendersela con i funzionari corrotti, ne approfitta per attaccare il capodipartimento, naturalmente perché leghista; anche in altri dipartimenti si sono verificate situazioni di illegalità. Ma non risulta che, ad esempio, quando esplose il caso sezione logistica nel DFE guidato da Laura Sadis, la partitocrazia si agitasse come ora: due pesi e due misure? Morale a senso unico? Certo che sì, come sempre in questo ridente Cantone!
  •  Gobbi ha fatto benissimo a dire che “non si doveva” – o meglio: che il Gigio non doveva – assumere un italiano (o uno straniero di qualsiasi altra nazionalità) all’ufficio permessi, perché in posti delicati dell’amministrazione cantonale bisogna assumere svizzeri. Ma evidentemente il PPD, quello che simula il lancio del referendum cantonale contro la rottamazione del 9 febbraio fatta anche dal PPD (coerenza uregiatta!) in realtà non vuole nemmeno “Prima i nostri”. Neanche nell’amministrazione pubblica. http://www.ticinonews.ch/…/il-ticino-non-si-merita-dei-capi…

Lorenzo Quadri