Ho conosciuto Carlotta Rossi frequentando la ProMuseo, un’Associazione di amici dell’arte (sostenitori del MASI, del LAC, dello Spazio -1) che amo molto e che svolge un ruolo importante nella nuova Lugano lanciata nelle mostre, negli eventi e nelle gallerie. Carlotta mi è subito apparsa come la Segretaria perfetta; sempre cortese, precisa, efficiente. Una meraviglia.

Non ci ho messo molto a scoprire… che la Segretaria faceva molte altre cose. La più importante, penso, è quella di cui parleremo quest’oggi.

Un’intervista di Francesco De Maria.

Carlotta Rossi, si presenti ai lettori di Ticinolive. La sua origine, i suoi studi, le sue attività professionali.

Carlotta Rossi  Sono svizzera italiana, ho sempre vissuto in Italia tra Como e Cantù ma da febbraio mi sono trasferita a Cureglia per avvicinarmi al lavoro. Ho studiato Storia e Critica dell’Arte all’Università Statale di Milano e mi sono laureata nel 2008 con una tesi su Antonio Sant’Elia, artista che mi appassiona tuttora e di cui mi occupo ancora grazie con la Pinacoteca Civica di Como.

La mia attività principale si svolge però a Lugano dove lavoro come coordinatrice della ProMuseo, l’Associazione Amici Sostenitori del Museo d’arte della Svizzera italiana, e collaboratrice scientifica della Fondazione d’Arte Erich Lindenberg. Inoltre dal 2015 sono la co-curatrice e co-ideatrice del progetto Artificio. Una vetrina per il design assieme a Graziano (Kiko) Gianocca.

Maurizio Ferrari alla Limonaia
Giulio Parini da Clarissa

Che cos’è “Artificio”? Come ne è nata l’idea e come è stato scelto il nome? La parola “Artificio” ha spesso una connotazione negativa. Ma, immagino, non in questo caso particolare!…

CR  Artificio è un evento dedicato alle differenti discipline del design e delle arti applicate. La sua finalità ha carattere culturale e sociale. L’idea è nata chiacchierando di design con il mio amico e collega Graziano Gianocca e scambiandoci le nostre opinioni sul tema design e sul fatto che in Ticino vi fosse poca possibilità per i designer di esporre i propri prodotti come avviene in altre grandi città. Così abbiamo ideato questo progetto con il fine di stimolare l’interazione tra arte, design, istituzioni e pubblico, valorizzando il lavoro di quei designer che da sempre operano sul territorio, ma anche quello di coloro che si sono trasferiti altrove. Queste esperienze nei differenti ambiti del design sono una testimonianza importante del panorama creativo nazionale e internazionale, una realtà spesso sconosciuta ai più. Proprio partendo dall’esperienza di Graziano che ha trascorso molti anni all’estero prima di ritornare in Ticino, così Artificio è nato anche per contrastare il fenomeno di migrazione dei designer di questo cantone verso la Svizzera interna e l’Europa, riportandoli in Ticino attraverso un evento temporaneo, ma allo stesso tempo significativo in quanto il primo di questo genere.

Il termine Artificio fa riferimento all’abilità e alla maestria nell’operare, ma anche all’espediente trovato con arte per raggiungere un determinato fine. Artificio quindi vuole porre l’accento sull’ingegnosità artistica nel fare qualcosa. A noi piaceva il suono della parola in quanto come altri termini quali caseificio, lanificio, pastificio, calzaturificio,… così Artificio suggerisce l’idea di un luogo dove si fanno le cose a regola d’arte attraverso l’ingegnosità e la maestria dei designer.

Cornelia Troesch

Mi parli del suo partner nell’organizzazione, Graziano Gianocca, l’uomo “che viene dall’Australia”.

CR  Graziano è l’anima creativa del progetto. Ci siamo conosciuti sei anni fa, lui era da poco rientrato da un lungo periodo in Australia e io iniziavo uno stage al Museo Cantonale d’Arte dove lui lavorava come tecnico di museo, attività che tuttora svolge parallelamente a quella di orafo/designer. Graziano, in arte Kiko, ha studiato design del gioiello all’Istituto d’Arte CFP di Firenze ottenendo il Bachelor nel 1999 e successivamente a Barcellona, alla Escola Massana. Trasferitosi in Australia ha studiato alla RMIT University di Melbourne, dove nel 2003 ha conseguito il Master in Fine Arts. Nel 2006 in Australia ha vinto l’Emerging Artists Grant e appena rientrato in Svizzera nel 2008, il Premio Federale del Design e nel 2014 il Mari Funaki Award for Contemporary Jewellery.

Giulia Maria Beretta da Nordisk

CR  Con il progetto Artificio quest’anno siamo riusciti a coinvolgere una quarantina di designer che verranno esposti in diversi punti della città, ognuno di loro presenterà un gruppo di prodotti rappresentativo del proprio lavoro.

28 designer saranno presentati in altrettante ventina di negozi del centro di Lugano, in un’area compresa tra lo Spazio 1929 e il LAC.

10 designer esporranno i loro prodotti alla Limonaia di Villa Saroli.

Inoltre grazie alla collaborazione con la Fondazione Lindenberg di Porza, Artificio promuove la mostra dedicata al fotografo ticinese Simone Cavadini.

Infine la novità del 2017 è la collaborazione con lo CSIA (Centro scolastico per le industrie artistiche), e il risultato di questa collaborazione verrà esposto allo Spazio 1929 dove gli studenti ricreeranno anche l’atelier/studio di progettazione di un technical industrial designer.

Matteo Gonet

Quali sono le caratteristiche architettoniche della “Limonaia” di Villa Saroli – fondamentale per “Artificio” – e come possono essere sfruttate a fini espositivi?

CR  Fin da quando abbiamo iniziato a progettare Artificio il nostro desiderio è sempre stato quello di esporre i prodotti alla Limonaia di Villa Saroli, per il fascino che quel luogo sprigiona. Ma è solo dopo la prima edizione di Artificio (settembre 2015), dove abbiamo presentato i designer nelle vetrine del centro, che abbiamo capito quanto la Limonaia rappresenti una vera “vetrina per il design”. Il nostro concetto espositivo difatti sfrutta le grandi vetrate e la possibilità di rendere quindi visibile la mostra 24 ore su 24. Lo spazio architettonico, lungo e stretto, che era così concepito per esporre al massimo le piante alla luce del sole, nello stesso modo anche noi tentiamo di dare la massima visibilità ai prodotti attraverso le sue grandi finestre.

Tonatiuh Ambrosetti da White Balmelli

CR  Artificio ci occupa moltissimo tempo, la scelta dei designer, la ricerca dei fondi, i contatti con i negozianti,… è un lavoro impegnativo ma di grande soddisfazione e dato che entrambi svolgiamo altri lavori dobbiamo sfruttare tutto il nostro tempo libero, i weekend e i giorni di ferie che abbiamo a disposizione. Per organizzare Artificio impieghiamo circa un anno di lavoro e riusciamo a portarlo a termine anche grazie alla collaborazione di un gruppo di amici, professionisti in vari ambiti quali la grafica, la comunicazione, l’allestimento delle vetrine,… che ci aiutano soprattutto nelle settimane che precedono l’apertura.

CR  I fondi provengono da sponsor quali ProHelvetia, Swisslos, Percento Culturale Migros e dalla fiduciaria Valeur la cui proprietaria ci sostiene finanziariamente ma soprattutto moralmente fin dal primo momento, anche quando forse nemmeno noi ci credevamo fino in fondo. Abbiamo poi partner quali la Fondazione Lindenberg che sostiene interamente i costi della mostra allestita nei loro spazi e una serie di sponsor tecnici che ci aiutano in vari modi. Trovare sponsor non è semplice ma fortunatamente in molti hanno capito l’importanza culturale del nostro progetto e ci sostengono.

Demian Conrad da Antonioli

“Artificio” ha ricevuto l’attenzione dei media e, soprattutto, degli esperti e dei critici?

CR  Sì. Artificio sta riscuotendo l’attenzione dei media: è stato pubblicizzato in televisione da Turnée e in radio (Rete 2 Rete 3 e Radio 3i) ma anche attraverso articoli apparsi su riviste specializzate come Archi. Il nostro progetto è sostenuto anche da critici ed esperti tra cui Patrizia Crivelli dell’Ufficio Federale della Cultura, il Direttore del Museo d’arte della Svizzera italiana Marco Franciolli e la Direttrice del Museo Vela Gianna Mina che hanno tra l’altro tenuto i discorsi inaugurali della prima edizione.

Da quest’anno Artificio è promosso anche da Svizzera Turismo che ha parlato del fermento della Città di Lugano indotto dal LAC e da iniziative private quali Artificio, attraverso la figura di Graziano Gianocca, presentato come trait d’union tra la scena pubblica (il LAC e il MASI) e l’iniziativa privata (Artificio).

I negozi e le boutique prestano volentieri la loro collaborazione? Come scegliete i siti “papabili”?

CR  Abbiamo riscontrato una totale apertura e collaborazione da parte di tutti i negozianti a cui ci siamo rivolti. Per la selezione dei siti, escludiamo a priori tutti i negozi di marca e scegliamo poi in base alla posizione, alla tipologia di vetrina e al prodotto che dobbiamo esporre. Per sottolineare il carattere culturale e non commerciale della nostra iniziativa cerchiamo di abbinare i prodotti ai negozi creando una sorta di contrasto (ad esempio proponiamo una borsa da un’ottico, un vaso in un negozio di tappeti, un’installazione luminosa in un negozio d’abbigliamento).

La via Nassa è importante per voi? Parliamo un poco di questa mitica via di Lugano, per la quale non sono solo rose, a quanto si sente…

CR  Via Nassa è la via dello shopping e delle grandi marche, noi ci insediamo per creare una sorta di contrasto rendendo visibile ciò che nasce negli atelier dei designer. Come le dicevo il nostro scopo è quello di stimolare l’interazione tra arte, design, istituzioni e pubblico, quindi via Nassa è il posto ideale anche perché collega l’inizio del nostro percorso, lo Spazio 1929, e il LAC, quindi idealmente la scena culturale privata e pubblica.

Per concludere, come lei vive la nuova splendida realtà del LAC: professionalmente, artisticamente, sentimentalmente?

CR  Il LAC è una realtà importante per tutta la Svizzera italiana, mette Lugano sulla mappa delle maggiori città culturali svizzere creando un indotto positivo nel turismo e stimolando la vitalità culturale e l’interesse per le belle arti e le arti applicate. E’ sicuramente anche grazie al fermento e all’entusiasmo che deriva dal nuovo polo culturale che i negozianti hanno preso parte al nostro progetto con entusiasmo.

Esclusiva di Ticinolive