da Opinione Liberale, per gentile concessione

Dopo un confronto tra l’avvocato Paolo Bernasconi e il giovane liberale radicale Daniel Mitric, moderato dal giornalista Paolo Ascierto, il comitato cantonale ha deciso, su proposta del presidente Bixio Caprara, di lasciare libertà di voto in merito all’educazione civica, alla cittadinanza e alla democratica, al voto il prossimo 24 settembre. «Di fronte a questo voto tirato – 33 voti contrari, 31 favorevoli e 4 astensioni – mi sembra corretto che il partito lasci libertà di voto» ha sostenuto Caprara. Una proposta condivisa dalla sala che sul tema ha dato vita a un vivace dibattito.

Il nuovo articolo 23a della legge della scuola – adottato dalla maggioranza del Gran Consiglio – stabilisce che la civica dovrà essere materia a sé stante alle medie, dove oggi si insegna «storia e civica», e inserita quale insegnamento all’interno delle discipline previste dai piani di studio nelle scuole postobbligatorie. Le delegate e i delegati che sono intervenuti, hanno tutti riconosciuto l’importanza dell’insegnamento della civica con però dei distinguo. A Franca Martinoli, presidente dell’associazione PLR «La Scuola», appare insolito andare a votare per decidere la collocazione delle materie nella griglia oraria: «attenzione, stiamo facendo una cosa molto pericolosa. Lasciamo, come affermato dall’avvocato Bernasconi, che siano i docenti e il dipartimento dell’educazione a stabilire come la civica debba essere insegnata». Contrario anche Nicola Pini per due ragioni. La prima è che si vanno a ridurre le ore di storia, «strategicamente un errore perché in una società con sempre meno punti di riferimento, ridurre l’insegnamento sulle nostre radici è pericoloso. Per Pini è inoltre un peccato inscatolare la civica in due ore mentre dovrebbe essere: «l’obiettivo principe della scuola, di tutti i docenti. Leggete l’articolo 2 è un inno all’educazione e alla cittadinza»,

A ribadire l’importanza del tema in votazione, è stata Simona Genini che ha ricordato l’iniziativa lanciata nel 2000 dai GLR, quando lei era presidente, proprio per rafforzare l’insegnamento della cittadinanza. «Ci siamo detti, come giovani liberali dell’epoca, è chiaramente un compito del dipartimento decidere la collocazione migliore ma così non è stato. Bisogna dunque avere un artitolo di legge e una materia a sé stante». Per un sì anche Alex Farinelli che ha rammentato come a maggioranza il gruppo parlamentare abbia sostenuto l’inziativa, non da tutti perché «l’idea di andare nella legge a dire esattamente cosa bisogna fare nella scuola non piaceva. La civica però non è una materia come un’altra, parliamo di una serie di strumenti che in un paese che si basa sulla democrazia diretta devono essere chiari e a disposizione di tutti i cittadini. Come vi è un articolo nella costituzione federale per insegnare la musica, così dev’essere anche per la civica».