Il popolo svizzero ha affossato l’iniziativa per l’Autodeterminazione con il  66,3 % di No- Tutti i cantoni l’hanno respinta.

Nel Ticino il No si è attestato a un moderato 53,9 %.

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  • Al di là della sconfitta il risultato numerico è pessimo e l’UDC è rimasta sola. Hanno votato Sì i suoi sostenitori e basta.
  • Il rischio di fare un disastro e di ottenere un risultato controproducente era enorme (l’avevamo visto persino noi, e in tal senso avevano scritto). Ciononostante alcuni dicevano “bisogna correre il rischio, non importa se si perde, bisogna farlo” , Una prova di carattere, in ogni caso da rispettare.
  • C’è un rischio supplementare, che potrebbe tramutarsi in un vero guaio. Sono in corso trattative importanti, fondamentali. L’establishment (cioè il governo) potrebbe sentirsi incoraggiato dal “brillante” risultato a cedere ancora di più. Cassis, che è un coraggioso, non avrà certo paura delle sfuriate del Mattino della domenica.
  • La sproporzione dei mezzi a disposizione delle forze in campo era immensa ma per favore alzi la mano chi non lo sapeva prima.
  • Un possibile punto positivo (ma la batosta è stata pesante). Il cittadino sarà portato a individuare nell’UDC l’unica forza politica pronta a difendere l’indipendenza della Svizzera. Già, ma se tale indipendenza non è più vista come un valore?
  • Il Ticino ha votato un NO al 53,9 %, ben 12 punti e mezzo al di sotto della media nazionale. L’ “effetto Lega” è evidentissimo, ma coloro che ardentemente speravano in un Sì sono rimasti con un pugno di mosche.

In conclusione, e senza girare attorno al pero, gli iniziativisti hanno subito una sconfitta molto grave.

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In conclusione diamo la parola a Bixio Caprara (che è felice di avere vinto). “Smettiamola di dare ascolto a chi predica chiusura e semina paure nei cittadini!. Il PLR apprezza molto una decisione che indica chiaramente la volontà di voler andare oltre a una politica fatta di soli slogan ed estremismi, che dimostra di non portarci da nessuna parte. È stata una domenica importante anche per il Ticino dove la popolazione ha smentito in modo evidente chi predica chiusura e semina paure nei cittadini, strizzando l’occhio in modo sfacciatamente strumentale ad atteggiamenti discriminatori”.

E all’UDC Ticino. Qualche mese fa abbiamo deciso di impegnarci fino in fondo in questa campagna per la democrazia diretta e l’autodeterminazione della Svizzera, non perché fosse facile ma perché abbiamo sempre pensato e continuiamo a pensare che fosse la cosa giusta. Il risultato ci è stato avverso, ma tant’è: no si può battersi a favore della democrazia diretta e poi contestarne l’esito quando non ci arride. E quindi, accettiamo il verdetto popolare democraticamente, ringraziando tutti coloro che in Ticino hanno collaborato con passione e coraggio alla campagna a favore del SÌ.”