Agitu Ideo Gudeta era un’animalista, ambientalista e pastora etiope fondatrice dell’azienda agricola La Capra Felice, Azienda Agricola Biologica, che si occupa di allevamento caprino (capra pezzata mòchena), con metodo biologico e di trasformazione di latte di capra in formaggi biologici da pascolo da erba, yogurt e prodotti di cosmesi. Qui allevava, nel pieno rispetto del benessere animale, 150 capre e 50 galline ovaiole.
Ieri, martedì 29 dicembre, è stata trovata uccisa a martellate nella sua casa in Valle dei Mocheni, in Trentino. Oggi, per il brutale omicidio, aggravato dalla violenza sessuale, avvenuta quando la donna era a terra, agonizzante, è stato arrestato proprio un dipendente ghanese, che ha confessato: Adams Suleimani, 32 anni ha motivato il delitto commesso per via di uno stipendio non corrisposto.
L’uomo aveva lavorato in passato per Agitu Gudeta, due mesi fa era tornato ad occuparsi del pascolo delle capre, e viveva nella stessa abitazione di Agitu, al primo piano. Come riferito dall’uomo, l’omicidio è avvenuto in seguito ad una discussione scoppiata per il mancato pagamento di una mensilità.
La donna è stata colpita 4 o 5 volte nella sua camera da letto e poi violentata. Adesso l’assassino e stupratore è nel carcere di Spini di Gardolo a Trento.
Agitu Ideo Gudeta era originaria dell’Etiopia, da dov’era fuggita per degli scontri sociali e per le minacce che aveva ricevuto dal suo governo; si era rifugiata in Trentino accanto alla Valsugana, dove recuperando terreni abbandonati e razze rustiche autoctone, aveva avviato la propria azienda ‘La Capra Felice’.
Poiché nell’agosto del 2018 aveva ricevuto minacce e aggressioni, documentate con referto, a sfondo razziale, subito si era pensato ad un movente razzista, anche se l’uomo che l’aveva perseguitata e aggredita, C. C., 54 anni residente a Frassilongo accanto a Agitu, era stato condannato dal Tribunale di Trento a nove mesi di reclusione.
L’assassino dell’attivista ambientalista, è tuttavia il ghanese Adams Suleimani, senza precedenti penali.