Illuso! gli gracchiano le cornacchie

Nota di chi vi scrive: negli scorsi mesi ho letto opinioni sui giovani, di cosa è bene e di cosa no, settimanalmente emergono eminenze con scritti su quali sono le loro paure, i loro problemi. Ottimi testi, però sempre e solo redatti, scritti e pensati da chi, giovane lo è stato ai tempi dell’allunaggio.

immagine Pixabay : la Pandemia minaccia il pianeta

Giovani abbandonati. La loro colpa? Averci provato od essere usciti nel momento sbagliato, nel posto sbagliato. Per loro nulla.  E così che il ristorante appena aperto, l’attività rilevata, il passo tanto ambito per arrivare a reggersi da solo o anche solo anni di studio all’università sono diventati la premessa per un inferno domestico quotidiano.

Leggiamo e riportiamo:

 “Perché il caffè al bar non sarà necessario, sempre che tu non sia dall’altra parte del bancone e non abbia ‘appena’ aperto. In caso contrario è quello che ti uccide, non il COVID.”

L.S. 27 anni, ticinese. Una storia simile a tante altre, che parla della pandemia, delle autorità, delle ambizioni scemate di una generazione che voi, proprio voi, non volete più.

Lui, come molti altri del cantone ha lasciato le sponde del Lago di Lugano per andare a studiare presso le rive più tranquille del Lemano. Una vita da studente, fatta di alti e bassi, lavoretti una tantum e speranza. In controtendenza con la Generazione della Retromarcia coetanea, il nostro anonimo preso a campione brilla(va?) per ambizione.

Illuso! gli gracchiano le cornacchie. Ecco il mantra anni 20 della generazione Y.

Chi vi scrive lo ha incontrato anni or sono quale motore e forza trainante dell’aggregatore che tutte le generazioni – eccetto quella perduta che nella Somme ha trovato il suo fulcro –  hanno mai avuto: la musica.  L.S. è un imprenditore mancato nel campo degli eventi. La causa di questo Aborto? La pandemia e le istituzioni, forse anche la sfortuna.

10 anni di sacrifici, perché «Quello che vedi non è cresciuto sugli alberi». Così ci dice. In realtà noi sappiamo che «quella roba» in parte dagli alberi ci è venuta. Lo ricordiamo lui, come altri dalla storia recente grottescamente simile, con in mano i sacchi per raccogliere foglie, strappare erbacce nei giardini per racimolare qualcosa.  Perché se per qualche vetusto osservatore alle generazioni d’oggi manca la voglia, qualcun’altro più accorto ha notato invece una carenza di opportunità.

L.S : « Sì, con il lavoro di quasi un decennio son riuscito a trasformare un hobby in un lavoro. Almeno, così credevo prima del 2020, l’anno del contatto con la pandemia e le istituzioni.»

M.T : « Il 2019 prometteva tutt’altro ?»

L.S : « A fine 2019 ero riuscito a creare una mia nicchia stabile, una mia cerchia di contatti, avevo le mie attrezzature, un locale adibito a magazzino, capitale e stabilità per poter mettermi in gioco con una forma giuridica e una società, create da me. Infatti ho  predisposto tutto a fine 2019 con i miei fornitori, per acquistare più attrezzature, con cui aumentare le mie quote di mercato nel campo degli eventi (conferenze, ma anche concerti e attrezzatura per set vari) e riuscire a sbarcare il lunario.»

M.T : « E invece ?»

L.S : « Hai visto come è andato il 2020 ? Tutto ciò che è cultura, eventi, tempo libero in pratica raso al suolo, cancellato.  Sì, hanno lasciato in pace la mafietta di paese con i carnevali e d’estate le giacche blu venivano mandate a spaventare i clienti nei lidi. Gli artigiani indipendenti dimenticati, i neoimprenditori visti come parassiti, i giovani che cercano lavoro abbandonati. Quelli come me che hanno investito per dare al Ticino qualcosa di più si son trovati a dover svendere quanto appena comprato per pagare gli affitti. Chiaramente, aiuti? Nessuno, perché non tengono conto di noi, neoimprenditori. “Lo sapevi”. Ma non considerano mai la strada per arrivare ad aprire. Se domandi finisci nel mirino dei tutori dell’ordine, a quanto sentito è già successo, quindi meglio non rischiare.»

L.S : « Le aziende grosse fanno lavorare la manodopera frontaliera, o i figli dei frontalieri. In Ticino per i lavoretti facili devi parlare con gli slavi e con i portoghesi. Inutile dire che di questi tempi loro si spartiscono la torta nelle loro comunità, che sono molto chiuse. Prima mangiano loro, i loro figli, …non rimane tanto. E dai Ticinesi non ti aspettare nulla, perché quelli della Lugano Bene, del Ticino MangiaMangia una volta che hanno piazzato la prole & partito nei posti giusti non faranno mai nulla per te se non riempirti di burocrazia con cui creare altro spazio per i loro, o renderti vittima per creare clienti dei loro squallidi uffici statali altrimenti inutili.»

M.T : « Hai qualche richiesta alle autorità ?»

L.S : «No, sarebbe solo perder tempo con gentes che stabilisce la misura in funzione del proprio tornaconto. Se resterà qualcosa con cui ripartire, ripartirò da quel gradino della scala.»

M.T : « C’è qualcosa che ti ha colpito, su come è stata gestita la pandemia ?»

L.S: « Sono stati molto bravi a lodarsi a vicenda.»

Intervista di Maurizio Pietro Taiana

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Abbiamo ricevuto questo testo, giovane e amaro, e lo pubblichiamo come testimonianza di giorni e mesi che noi stessi, che giovani non siamo, viviamo come fastidiosi e tristi.

La prima cosa detestabile e mortale è la Pandemia. Ma la seconda (a una stretta incollatura) è la comunicazione al tempo della Pandemia.