Continuano i disordini in Myanmar dove il popolo protesta contro la giunta militare che ha messo in atto il colpo di stato. Mercoledì è stato il giorno più sanguinoso in cui almeno 38 persone sono morte nel corso degli scontri con le forze dell’ordine. Lo ha riferito l’inviata speciale dell’ONU Schraner Burgener. In tutto, dall’inizio del mese circa 50 persone sono morte durante i cortei. 

Le Nazioni Unite hanno inoltre specificato che stanno mantenendo i contatti con tutti in Birmania e che i militari affermano di voler svolgere delle elezioni libere tra un anno. 

Ha provocato sdegno la morte della ragazza che ultimamente era diventata il volto della protesta. Si chiamava Deng Jia Xi, ma era nota nel paese come Angel, aveva 19 anni ed era una campionessa di taekwondo. Da tempo ormai protestava sulle strade di Mandalay indossando una maglietta con la scritta “Everything will be ok”, andrà tutto bene. La ragazza ha perso la vita mercoledì quando un proiettile l’ha raggiunta alla testa. Sapeva che la morte era un’opzione e pertanto aveva specificato che se le fosse successo qualcosa, di donare i suoi organi e informare suo padre. L’amico che era con lei nel momento della morte ha ricordato il suo coraggio: “Lei si preoccupava sempre per gli altri. Ha preso in mano il candelotto di gas lacrimogeno e l’ha rilanciato alla polizia,poi ha rotto un tubo dell’acqua per permetterci di lavarci gli occhi irritati dal gas. Quando gli agenti hanno cominciato a sparare mi ha detto di sedermi”. Ha inoltre aggiunto: “Questa non è una guerra, non c’è ragione di usare proiettili veri contro le persone. Siate umani”. 

La morte della ragazza ha scatenato numerose reazioni sui social e migliaia di persone hanno partecipato al suo funerale.  Gli ultimi sviluppi hanno rafforzato la condanna internazionale della violenta repressione che si sta verificando in Myanmar.  I veri dati sul numero di morti sono difficili da stimare, i morti accertati per ora sono 54 mentre i feriti hanno raggiunto la quota di 1700.