I consiglieri federali liberali*** si stanno muovendo
Abbiamo ricevuto questo testo proveniente dall’UDC federale, che presenta in modo chiaro ed efficace la posizione del partito nel tempo fosco e travagliato della pandemia.

Non lo pubblichiamo come se fosse la Verità rivelata; è la posizione di un partito politico, né più né meno. Non è neutrale e non pretende di esserlo. Però ci sembra utile pubblicarlo soprattutto perché esso differisce enormemente dal “pensiero unico” che ci viene somministrato – giorno dopo giorno, senza tregua – dai media dominanti di monopolio.

È giusto che il cittadino sappia che si può pensarla anche diversamente.

*** Il riferimento al PLR non è casuale. I due partiti hanno infatti in governo Parmelin, Maurer, Cassis e Keller-Sutter.

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La pressione dell’UDC sta avendo effetto, i rappresentanti del PLR in Consiglio federale stanno finalmente rinunciando alla loro politica antiliberale e antieconomica e si stanno finalmente muovendo verso delle aperture. Tuttavia, il ritmo lascia alquanto a desiderare. Alla luce dei fatti, il Consiglio federale deve porre fine immediatamente alle restrizioni e riaprire tutti i settori economici in modo unitario. 
  
Il fatto che il Consiglio federale abbia deciso oggi di allentare ulteriormente le restrizioni in vigore dimostra che la pressione dell’UDC ha portato a dei risultati e che i due rappresentanti del PLR in Consiglio federale si stanno finalmente allontanando dalla sinistra antieconomica con la quale sono scesi a patti sino a ieri. La decisione di oggi rappresenta anche l’ammissione indiretta da parte del Responsabile della salute pubblica Alain Berset che la decisione di chiudere le terrazze sulle piste da sci è stata presa senza alcuna base epidemiologica e che si è trattato quindi di una pura vessazione e dimostrazione di potere. 
 
Anche se le decisioni di oggi puntano nella direzione giusta, restano pur sempre dei piccoli passi in quella direzione. Alla luce dei fatti, il Consiglio federale dovrebbe porre immediatamente fine alle restrizioni e revocare completamente il divieto di lavorare e di portare avanti l’attività nel campo della ristorazione, della cultura, dello sport e del tempo libero. Il fatto che 50 persone siano ammesse in un locale al chiuso, ma i ristoranti debbano ancora rimanere chiusi, è irrazionale e incomprensibile. Inoltre, c’è troppa confusione nelle regole. 
 
La situazione economica è drammatica, interi settori professionali sono fermi per decreto federale. Questo si riflette anche nelle cifre attuali del mercato del lavoro:  I disoccupati alla fine di marzo erano 157’968. Rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, questo corrisponde a un aumento di 22.344 persone ossia un +16,5%! A gennaio 399.667 persone e 47.460 aziende sono state colpite dall’orario ridotto. Il confronto con lo stesso mese dell’anno scorso fa capire quanto sia catastrofica la situazione: Nel gennaio 2020, solo 3.717 persone in 178 stabilimenti erano in orario ridotto. Praticamente oltre cento volte di più!  I costi dell’attuale crisi Covid-19 sono astronomici. La NZZ parla di 138 miliardi di Franchi spesi già a novembre 2020. Ciò corrisponde a 16.000 Franchi per abitante!  
Alquanto scandaloso è il fatto che, mentre lo stato paralizza l’economia e la popolazione deve stringere la cinghia, l’amministrazione federale continui a gonfiarsi. Nell’anno della crisi del Covid-19, gli impiegati a tempo pieno sono aumentati di 669 unità. (…)

UDC