di Cristina T. Chiochia

Le muse inquietanti

C’è nella mostra di De Chirico a Pisa, un richiamo alla bellezza metafisica del tempo e dello spazio. Un richiamo diretto che dal 7 novembre 2020 al 5 settembre 2021 a Palazzo Blu a Pisa, diventa realtà attraverso la mostra “De Chirico e la Metafisica” che, come recita il comunicato stampa ” presenta il “Pictor Optimus” in un lungo viaggio per immagini e parole; un viaggio fatto di partenze e ritorni lungo tutto il Novecento che ha lasciato tracce significative ancora percepibili”. Colori, forme, dimensioni ed accostamenti. Ecco la mostra che non solo vuole introdurre De Chirico attraverso una serie di “interpretazioni narrative”, con un sito alla mostra dedicato http://www.dechiricopisa.it ma anche, complice una app direttamente scaricabile gratis sullo smartphone, un accompagnamento diretto durante la mostra nel visitare le varie sale (app DeChiricoeLaMetafisica).

Autoritratto nudo

La mostra si apre con una serie di autoritratti che aprono all’interpretazione di un De Chirico quasi “neobarocco” e teatrale.che, come dice il sito ” introduce de Chirico con una serie di interpretazioni che svelano i suoi enigmi e svelano il suo magnifico labirinto. Comprende anche la collezione personale dell’artista, nota come “de Chirico di de Chirico”, che è il fulcro di questa mostra. Grazie al sostegno delle più prestigiose istituzioni nazionali, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, Pinacoteca di Brera (Pinacoteca di Brera), Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto per citarne alcune, ma anche con la collaborazione della “Fondazione Giorgio e Isa de Chirico”, il progetto di Palazzo Blu presenta una serie di capolavori assoluti che testimoniano l’evoluzione della ricerca di Giorgio de Chirico e mostrano l’evolversi della sua breve ma straordinaria stagione metafisica attraverso i suoi più illustri esponenti”.

Artifici che amplificano l’arte di De Chirico e trasportano il visitatore nella bellezza di altri suoi contemporanei che come lui, indagando l’essenza metafisica delle cose, cercavano nell’arte uno strumento per esprimerla. E così, tra le belle sale del primo piano e quelle del secondo, attraverso una scalinata dove i soggetti di De Chirico diventano cartoni a grandezza umana e quindi, personaggi essi stessi, si passa dal classicismo alla vera e proprio metafisica fino ad approdare alla seconda metafisica con indulgenza, e qualche curiosità in più. L’opera di De Chirico insomma, viene presentata quasi come profetica e misteriosa.

Arrivo del trasloco

Atmosfere irreali dove lo sguardo cerca un senso che il pittore offre sempre meno, come , solo per citare un’opera in mostra che però rende molto bene l’idea, del quadro del 1968 dal titolo “Ritorno di Ulisse”, prestito della Fondazione Giorgio ed Isa de Chirico, raro esempio che testimonia temi molto cari al pittore e dove la sua camera, diventa addirittura un “vascello”, in cui fare viaggi avventurosi degni, come diceva lui stesso, “di un’esploratore testardo”. In quella immagine di “tappeto volante rovesciato” che è Ulisse ritratto a remare, pare quasi di scorgere nella porta semi aperta ma soprattutto, nella finestra laterale, quel “senso di sconfinamento”, necessario per ripartire o trovare riparo.

O, come Giorgio De Chirico stesso diceva “la mia finestra è un boccaporto di nave, il mio cavalletto è un antenna senza la vela”. Temi e variazione sul tema legati indissolubilmente alla tematica del tempo e dello spazio L’arrivo dell’umano, che si dilata, si trasforma, si appiattisce, diventa quasi contenitore in una sorta di scatola “del tempo e dello spazio”. E che , in fin dei conti, fanno di questo artista quello che, in fondo, è sempre stato sin da quando nel 1915/1918 iniziò il ciclo iconografico dei suoi manichini (bellissimi quelli in mostra, tra cui alcuni disegni ed i capolavori di sempre , Ettore e Andromaca e Le muse Inquietanti) : un fine conoscitore dell’animo inquieto umano e dei suoi mille modi di esprimersi al fine non di farsi conoscere o comprendere, ma ascoltare. Una mostra unica e interessante. Completa e, per questo, da non perdere.

Fotografie dal sito ufficiale della mostra