Oggi ho ricevuto la newsletter “l’Economia con Amalia” che ho subito letto e trovato di particolare interesse. La tragedia in Afghanistan, la natalità in Cina e il mutamento della legge, gli attacchi sempre più arditi degli hacker, le criptovalute e il concetto di “economia circolare”. Questi i temi trattati. Buona lettura!

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Economia con Amalia

Apriamo la nostra sintesi settimanale riportando della situazione drammatica che si sta vivendo in Afghanistan. Dopo la conquista avvenuta domenica scorsa della capitale Kabul il regime talebano si è ripreso a tutti gli effetti il potere. Nonostante le promesse fatte alla comunità internazionale da subito è tornata a regnare violenza, oppressione e terrore. Comunità internazionale che sembra immobile di fronte a quanto sta accadendo; non solo la maggioranza dei Paesi tardano a dichiarare la loro disponibilità ad accogliere le vittime di questa tragedia umanitaria, ma addirittura si costruiscono muri per impedire l’accesso dei profughi (come fatto dalla Grecia). E nel frattempo i morti aumentano e le “leggi” tornano indietro di vent’anni. Nella prima fatwa (che potremmo definire come un responso giuridico su un determinato quesito) il capo dell’istruzione superiore dell’Emirato islamico ha dichiarato poche ore fa il divieto di avere classi miste nelle università. Questo si tradurrà nell’impossibilità per migliaia di ragazze di poter studiare. E chi fugge disperatamente anche trovando la morte, sa che questo è solo l’inizio.  

Buone notizie invece su un altro fronte internazionale. Questa settimana la Cina ha formalmente approvato la legge che consente alle coppie di poter avere fino a tre figli, norma che abolisce definitivamente la politica del figlio unico, che prescriveva il divieto per le donne di avere più di un figlio, introdotta nel 1980. Invero, già nel 2016, quando si resero conto dei problemi demografici a cui sarebbero andati incontro, i cinesi fecero un passo indietro e consentirono di avere fino a due figli. Ma non bastò a far aumentare di quanto necessario le nascite. Il fatto bizzarro è che allora gli studiosi ritenevano che per migliorare la situazione economica della popolazione e ridurre la povertà, era necessario il controllo delle nascite. Oggi, si sostiene esattamente il contrario: per fare aumentare il livello del benessere devono assolutamente aumentare le nascite. Le giustificazioni economiche sono molte. Vediamone alcune.

Primo: il Piano quinquennale cinese presentato qualche mese fa (e di cui abbiamo parlato in una precedente newsletter) metteva l’accento sulla crescita del mercato interno. Semplificando, se ci sono più persone che consumano, si produrrà maggiormente, aumenteranno i posti di lavoro e i redditi versati nella nazione che così potranno consumare di più. Insomma, il solito circuito virtuoso.

Secondo, per compensare la forza lavoro che esce dal mercato (persone che muoiono o che vanno in pensione) è necessario avere nuovi lavoratori: si stima che il numero medio di figli per donna in Cina dovrebbe essere di 2.1 (oggi è 1.3). Molti di noi penseranno che la situazione non diverge da quella italiana o tedesca o anche ticinese. In effetti, l’invecchiamento della popolazione è un problema importante anche alle nostre latitudini. La differenza sta nel fatto che noi stiamo diventando nazioni vecchie dopo essere divenute benestanti, mentre la Cina è ancora un Paese in via di sviluppo. Si potrebbe pensare di risolvere il problema con l’immigrazione, se non fosse che questa nazione ha una politica immigratoria rigidissima. Infine, ricordiamo che proprio l’enorme quantità di manodopera a basso costo è stata negli ultimi decenni uno dei suoi fattori competitivi più importanti e che difficilmente al momento potrebbe rinunciare alla produzione su larga scale per competere esclusivamente in termini tecnologici.  

E chiudiamo con la tecnologia che nelle ultime settimane ci ha mostrato anche l’altro lato della medaglia. Sempre più sono diventati frequenti gli attacchi hacker ai sistemi informatici e sempre più importanti le vittime. Se nei primi anni i pirati informatici si “divertivano” a diffondere virus che distruggevano programmi e funzionalità, oggi anche il crimine cibernetico ha scoperto le enormi possibilità economiche. E così come avveniva con le persone, oggi gli hacker riescono a entrare nei sistemi informatici e tenere in ostaggio miliardi di dati. Esattamente come ogni altra banda criminale, per poter tutelare e riavere le informazioni è necessario pagare un riscatto. Una delle ultime vittime in Svizzera è stato il portale Comparis che aveva deciso di pagare il riscatto. Più mistero si cela sul pagamento del riscatto (5 milioni di dollari) della Regione Lazio dove i pirati informatici sono entrati in possesso dei dati personali, tra cui quelli sanitari, di oltre 5 milioni di persone. Notiamo ancora una volta che spesso, la moneta con cui si chiede di essere pagati, è quella dei Bitcoin. Questo fatto ancora una volta dovrebbe renderci attenti sull’uso, la sicurezza e l'”integrità” di questa e delle altre criptovalute.  

E non criptovalute, ma monete reali cercano di raccogliere Mirco e Luca per realizzare il loro progetto. Circular Lugano è un’azienda che realizza concretamente il concetto di economia circolare. In un’economia circolare si generano pochissimi sprechi, dando una seconda, terza e quarta vita agli oggetti e limitando il consumo “superfluo”. “Metti due giovani, tanta voglia di fare e l’obiettivo di un’economia migliore e nascono le “oggettoteche”. I nostri giovani imprenditori sociali stanno facendo una raccolta fondi attraverso la piattaforma progettiamo.ch che è messa a disposizione e gestita dai 4 Enti Regionali di Sviluppo del Cantone Ticino. Personalmente io ci credo: tante piccole gocce fanno un oceano. Una piccola donazione può realizzare un grande progetto: qui il link per scoprirne di più: https://progettiamo.ch/it/progetti/2404

AMALIA MIRANTE